Monovolume: il fascino della montagna

Continua la ricognizione sulla giovane architettura italiana. È il turno dei Monovolume, duo trentino che ha già alle spalle molte realizzazioni. Gli abbiamo chiesto com’è lavorare in un territorio particolare come il Sudtirolo.

Juri Pobitzer (Merano, 1974) e Patrik Pedò (Bolzano, 1973) si incontrano alla facoltà di architettura di Innsbruck, in cui entrambi si laureano con Kjetil Thorsen, co-fondatore del famoso studio norvegese Snøhetta. I due, assieme a Konrad Rieper, nel 2003 fondano a Bolzano lo studio Monovolume.
Da allora, in sette anni, hanno realizzato e costruito qualcosa come 26 progetti fra sedi di aziende, hotel, palestre, abitazioni e allestimento di interni, tutti in Sudtirolo. Merito di una committenza illuminata e di un settore pubblico snello ed efficiente. Lo strumento del concorso si è fatto strada anche fra i privati, che spesso chiamano due o tre studi a concorrere per la realizzazione della propria abitazione o della sede della propria azienda. I giovani progettisti hanno così la possibilità di farsi conoscere e, se provvisti di adeguato talento, realizzare i propri edifici.
Frutto di un concorso privato è la realizzazione, nel 2005, della sede della Rothoblass, azienda attiva nelle macchine di lavorazione del legno. Il legno stesso è scelto come materiale principe dell’edificio, sia in funzione strutturale sia come pannellature di rivestimento dei lati est e nord. Le pareti ovest e sud sono invece entrambe vetrate, esponendo il magazzino a mo’ di vetrina e portando il meraviglioso paesaggio alpino all’interno dell’edificio.

Rothoblass 5 Monovolume: il fascino della montagna

Monovolume, Rothoblass

Testata la qualità del giovane studio, il fratello del committente ha chiamato i Monovolume a realizzare a Bolzano la sede della Blaas, azienda nel campo dell’elettrotecnica. I progettisti affrontano ancora il problema di come unire armoniosamente in un unico edificio il doppio carattere commerciale-artigianale dell’azienda: gli spazi espositivi e di vendita, gli uffici amministrativi e un’officina per le riparazioni vengono segnalate dal diverso trattamento in facciata. Pannelli in vetro, cemento, brise-soleil metallici si accostano ancora una volta con sapienza e cura artigianale, degne di nota per uno studio così giovane e attivo da pochi anni.
Concludiamo questa parziale rassegna con un piccolo gioiello: una centrale idroelettrica che si inserisce perfettamente nel paesaggio montano, da una parte incassandosi parzialmente nel terreno, dall’altra riprendendo formalmente e matericamente il tema delle rocce circostanti. Ancora una volta cemento, vetro e acciaio vengono messi in opera al naturale, esaltando le loro proprie qualità in riusciti accostamenti.

Centrale idroelettrica 2 Monovolume: il fascino della montagna

Monovolume, Centrale idroelettrica

L’attività di Monovolume dimostra una volta di più che i giovani architetti italiani, se lasciati esprimere, rispondono al meglio.

Cosa significa operare in un’isola felice come il Sudtirolo?
La concretezza è una delle qualità di questa regione. Tanto le amministrazioni locali quanto i privati cercano di trasformare il più possibile le idee in fatti concreti. Inoltre, il metodo dei concorsi pubblici è stato di esempio per molti privati, aumentando la domanda sul mercato, ma anche l’offerta, testimoniata dalla presenza di molti studi di alto profilo. Ovviamente tutto ciò ha contribuito a migliorare la qualità dei progetti, in virtù del fatto che c’é una maggiore concorrenza, un fatto sempre positivo nella nostra professione.

Quanto è importante per voi il rapporto con i materiali? Come vi accostate al loro utilizzo?
I materiali sono molto importanti, in quanto influiscono sul progetto a vari livelli, ma un progetto non deve mai dipendere dai materiali. Casomai è vero il contrario, in quanto si cerca una risposta a varie esigenze – progettuali, climatiche, socio-urbanistiche, economiche, estetiche – e questo insieme di esigenze determina la scelta dei materiali più adatti.

Blaas 5 Monovolume: il fascino della montagna

Monovolume, Blass

Quanto il paesaggio montano e naturale influenzano il vostro approccio progettuale?
Molti nostri progetti sono realizzati in Südtirol e il territorio montano e alpino ha influenzato in modo determinante alcune scelte progettuali. Cerchiamo sempre di sfruttare le condizioni geografiche e climatiche in modo che diventino un valore aggiunto, basti pensare alle viste panoramiche e i paesaggi di cui disponiamo e che cerchiamo di utilizzare come quinte sceniche naturali. Anche la ricerca del migliore orientamento possibile è condizionata da aspetti climatici, è per questo che pensiamo a edifici passivi a livello energetico. E quando la natura non basta, utilizziamo tutte le tecnologie disponibili per raggiungere la migliore soluzione biosostenibile.

Lorenzo Ciccarelli

www.monovolume.cc

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Lorenzo Ciccarelli

Lorenzo Ciccarelli

Lorenzo Ciccarelli insegna storia dell'architettura all'Università di Firenze.

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