Miriam Mirolla. Riflessioni sull’arte di partorire

Appuntamento domani 4 febbraio alle Gallerie d’Italia di Milano, per il terzo incontro del ciclo “Partorire con l’arte”. Una iniziativa che ha riscosso enorme successo a Roma e che qui ci racconta Miriam Mirolla, ideatrice dell’iniziativa insieme al ginecolo e collezionista Antonio Martino.

Partorire con l’arte e la scienza
L’idea nasce dal convincimento che mai come oggi sia necessaria una unione interdisciplinare di arte e scienza; questa iniziativa rende concreta e tangibile l’idea della transdisciplinarietà, l’idea di una cucitura costante tra la psicologia dell’arte, l’ostetricia, la genetica, la medicina estetica, le neuroscienze e molte altre discipline; quindi, le mie ricerche sul femminile nell’arte, in particolare i miei studi sull’iconografia di Psiche, si sono incontrati con le competenze mediche di Antonio Martino, ginecologo dell’Ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma, che conoscevo da tempo in veste di collezionista d’arte contemporanea. Ecco che le due grandi strade, quella dell’arte e quella della scienza, si sono affiancate all’insegna di un denominatore comune, la donna incinta, ma anche gli adolescenti, la coppia, la famiglia e tutti coloro che desiderano approfondire il tema dell’origine, della nascita e della maternità.

Preludio al parto
L’arte e la medicina hanno uno scopo comune: il benessere dell’individuo nel suo ambiente e la sua evoluzione in quanto sistema complesso. Un problema di interazione funzionale tra le parti, quindi, oltre che di buon funzionamento delle singole parti. Il legame emotivo tra mamma e figlio è un universo straordinario che comincia molto prima della fecondazione, un vero e proprio “story-telling” personale materno che influenza il feto e le sue trasformazioni costantemente. Come prendere consapevolezza di tutto ciò? Come vivere appieno l’esperienza della maternità? Ecco il vero scopo delle nostre conferenze, che noi amiamo definire di “preludio al parto”, restituire valore conoscitivo a questa fase della vita femminile, sottrarre la donna dall’isolamento e, spesso, dall’inevitabile spaesamento ospedaliero, riportandola al centro nella comunità artistica e scientifica presente nella propria città, sia per individuare le teorie più efficaci e, per così dire, i migliori libri da leggere, sia per risolvere al meglio i problemi che potranno insorgere durante il delicato viaggio della gravidanza.

Vitalità dei musei contemporanei
Invitare le donne incinte in un museo d’arte contemporanea anziché in ospedale è un atto semplice quanto rivoluzionario, perché presuppone l’idea che la maternità non sia una malattia, bensì un evento creativo, l’opportunità per l’intero gruppo sociale di fare un salto evolutivo verso il futuro. Oggi le donne sono in grado di valutare attentamente e desiderose di capire a fondo ciò che la scienza sta rivelando con sempre maggiore chiarezza e profondità. È anche importante però dedicare attenzione ai propri pensieri più intimi, ai sogni, alle intuizioni, a quella dimensione dell’immaginario che fonda e definisce l’intera costellazione materna.

Partorire con l'Arte, Gallerie d'Italia, Milano 2015 - Miriam Mirolla

Partorire con l’Arte, Gallerie d’Italia, Milano 2015 – Miriam Mirolla

L’io femminile nell’arte
Stavo finendo di scrivere un manuale di storia dell’arte contemporanea (Arte del Novecento 1945-2001, Mondadori Università, Milano, 2002) proprio durante la mia gravidanza e ricordo che i pensieri di maternità si mischiavano costantemente alle opere d’arte che studiavo. Soprattutto l’idea del corpo femminile e le sue rappresentazioni catturavano la mia attenzione (il corpo di una donna è radicalmente diverso se visto attraverso gli occhi di uomo o di una donna artista). E poi mi interessavano le idee più radicali dell’arte, quelle di Marcel Duchamp, Lucio Fontana, Piero Manzoni e Sergio Lombardo che riguardano la vita quotidiana, i passaggi esistenziali, e il pensiero psicoanalitico sul femminile, dall’amore primario di Michael Balint agli studi sull’allattamento di Melanie Klein, l’etica della cura di Carol Gilligan e i risvolti sociali e politici della maternità. Ne scaturì un capitolo intitolato L’Io femminile nell’arte.

Un sogno del 2000
Mentre guardo la mia pancia, l’ombelico all’improvviso si allarga e si apre, fino a rivelare il volto di mio figlio che ha gli occhi chiusi, la pelle chiara e luminosa. Gli dico che è ancora troppo presto per nascere, di essere paziente. Lui capisce perfettamente, e da quel momento l’ombelico lentamente si richiude” (Roma, sogno del 2000,  fine del terzo mese di gravidanza). Questo sogno mi informava di almeno tre cose: che avrei avuto un maschio, prima ancora di apprenderlo dall’ecografia; che potevo comunicare direttamente con lui; che stavo per superare il periodo più rischioso della gravidanza, i primi tre mesi, in cui avevo affrontato alcune minacce d’aborto. Non ho mai dimenticato questo sogno e, sicuramente, aleggia tra le righe del progetto Partorire con l’Arte.
Quando abbiamo avviato questo progetto pionieristico, è stato naturale ritornare con la memoria alla mia esperienza biografica, oltre che artistica e culturale, riprendendo il filo di pensieri lontani, nient’affatto indeboliti dal trascorrere del tempo.
La maternità rimane l’impensato della nostra epoca”, scrive Silvia Vegetti Finzi. E proprio per ripensare la maternità da un punto di vista femminile, nasce il progetto Partorire con l’Arte.

Fenomenologia dell’Annunciazione
Nell’arte è il tema del femminile a rivelare in modo lampante un’idea di corpo, identità e relazione che si modifica nel tempo. Se pensiamo al tema dell’Annunciazione, un tema noto e caro a tutti noi, scopriamo che l’arte cristiana ci mostra da sempre l’immagine di un angelo che annuncia il lieto evento alla Vergine, come narra il Vangelo. Ma questa invenzione iconografica deriva a sua volta dal mito pagano di Amore e Psiche, in cui il dio alato informa Psiche, una bellissima donna mortale, della sua gravidanza divina. Segno evidente che il controllo sulla gestazione e sul corpo femminile risale a tempi molto remoti, si consolida col Cristianesimo e confluisce in epoca scientifica nella figura autorevole del moderno ginecologo. Sarà la diffusione del test di gravidanza a modificare repentinamente lo status quo patriarcale, offrendo cioè alla donna la possibilità di apprendere la notizia del lieto evento in totale intimità con se stessa. Non vanno certamente dimenticati gli altri fattori fondamentali che hanno portato a questo radicale cambiamento: la psicoanalisi e il suo interesse crescente sul femminile negli studi novecenteschi, da Anna Freud a Emilce-Dio Bleichmar, le istanze femministe degli Anni Settanta e, nell’arte e nella cultura contemporanea, la presenza sempre più massiccia dei women studies come nuovo oggetto di indagine.

Partorire con l'Arte - Miriam Mirolla con Elena Manzoni di Chiosca, Presidente Fondazione Piero Manzoni

Partorire con l’Arte – Miriam Mirolla con Elena Manzoni di Chiosca, Presidente Fondazione Piero Manzoni

La gravidanza è una “situazione di emergenza”
Ho messo la Teoria Eventualista alle fondamenta dei miei studi di psicologia dell’arte, perché credo che questa sia la più efficace tra le teorie estetiche contemporanee, una teoria che pone al centro delle proprie attenzioni la qualità e la profondità delle relazioni affettive e, conseguentemente, il rapporto madre-bambino e l’intera costellazione materna.
Dal punto di vista eventualista, la gravidanza può essere letta come uno “stato di emergenza”, in cui la capacità di autopercezione corporea diventa altissima e tutto il nostro essere si prepara per ricollocarsi ad uno stato psicologico e fisiologico più complesso; ogni futura mamma si allena per fare un grande salto biologico e cognitivo nel futuro nell’attesa di partorire. Quindi certamente la bellezza, l’arte intesa come possibilità di fare “ipotesi sul futuro”, può influenzare positivamente la gravidanza, suggerire soluzioni e prospettive e, soprattutto, rafforzare la fiducia e l’autostima. Negli incontri organizzati a Milano stiamo sperimentando nuove forme di interazione creativa con le future mamme, con il supporto scientifico della Fondazione Bracco che ha abbracciato con entusiasmo il nostro progetto. I processi creativi sono sempre alla base di ogni cambiamento e veri e propri motori mobili per l’evoluzione della specie; in tal senso la condizione della maternità, così delicata e complessa, rappresenta una “situazione d’emergenza”, una fase altamente creativa per la donna, che deve continuamente prendere decisioni, fare scelte, risolvere problemi, districarsi in modi sempre soggettivi e irripetibili. E la soluzione di un problema, grande o piccolo che sia, è sempre un beneficio per l’individuo, una forma di benessere.

Il ruolo dell’arte
Di solito siamo noi stessi a decidere che ruolo dare all’arte nella nostra vita, se relegarla al tempo libero o farla diventare il perno dei nostri pensieri e attività. E’ una decisione individuale che però fa tesoro e “ascolta” anche le indicazioni del contesto storico in cui siamo immersi e oggi il successo quasi planetario dell’arte, il prestigio sociale dell’artista sembrano aver raggiunto un livello mai sfiorato prima, che fa riflettere. Direi di più. Oggi l’arte in quanto ”produzione di oggetti”  sembra essere in secondo piano rispetto all’ “evento” e alla qualità delle relazioni affettive. Un esempio? Nel cuore della più importante fiera dell’arte che si è svolta recentemente a Miami, la Miami Art Basel, nel santuario degli acquisti milionari, Marina Abramovic ha sistemato dei lettini colorati invitando il pubblico a dormire, a isolarsi dalle offerte del mercato ritrovando prima di tutti un’intimità con se stessi. Ecco, questa semplice idea è già una indicazione di benessere, un’induzione alla felicità fondata sull’equilibrio.

Osservatori intelligenti
Siamo osservatori intelligenti che riescono a decifrare le opere d’arte in relazione ai nostri bisogni più impellenti. Bisogni esistenziali, di comprensione della realtà, azzardi sul futuro. In questa nostra iniziativa, alcuni capolavori della storia dell’arte ci aiutano a chiarire queste urgenze legate al corpo, all’identità femminile, alla maternità e alla cura del bambino o della bambina che verrà alla luce.

Miriam Mirolla

Milano // 4 febbraio 2015, ore 17.30
La bellezza dello stato interessante. Sogni, nutrizione e wellness della gravidanza
GALLERIE D’ITALIA
Piazza Scala 6
342 0881944
[email protected]
http://lartedipartorire.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/41765/partorire-con-larte-3/

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Miriam Mirolla

Miriam Mirolla

Miriam Mirolla (1967) è una critica d'arte e teorica; insegna all'Accademia di Belle Arti di Roma, è curatore d'arte contemporanea e giornalista, membro di Eventualist Theory, esperta nelle Avanguardie del XX secolo.

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