La Riforma Franceschini. I punti salienti, schematicamente

Spending review e nuova efficienza sono l'origine e l'obiettivo della riorganizzazione del Mibact voluta dal ministro Dario Franceschini e da lui stesso definita “una grande rivoluzione”. Il giorno stesso della presentazione vi abbiamo regalato l’editoriale di Fabio Severino. Ora vi rammentiamo schematicamente di che si tratta.

La riorganizzazione del Mibact voluta dal ministro Dario Franceschini comporta cambiamenti strutturali dentro l’anima del ministero. La stessa struttura centrale viene ammodernata e quella periferica semplificata; si integrano cultura e turismo; si valorizzano i musei (venti di interesse nazionale dotati di piena autonomia gestionale e finanziaria con direttori altamente specializzati e selezionati con procedure pubbliche); si  rilanciano le politiche di innovazione e formazione; si valorizzano le arti contemporanee; si revisionano le linee di comando tra centro e periferia (semplificazione delle procedure per ridurre i contenziosi) e si tagliano le figure dirigenziali (37 dirigenti in meno: 6 di I fascia, 31 di II fascia).

Con l’obiettivo della semplificazione: le direzioni regionali del Mibact si trasformano in segreterie regionali, con il compito di coordinare tutti gli uffici periferici del ministero operanti nella Regione. A tali uffici viene riconosciuto il ruolo amministrativo degli uffici, tutti dirigenziali di II fascia, senza sovrapporsi alle competenze tecnico-scientifiche delle Soprintendenze.
Vengono costituite due Direzioni trasversali di supporto, una per l’organizzazione e il personale e una per il bilancio, così da rendere più efficiente la gestione e il funzionamento del ministero.
Semplificate le soprintendenze: le Soprintendenze archeologiche sono articolazioni periferiche della relativa Direzione centrale, quelle miste – belle arti e paesaggio – lo sono della relativa Direzione.
Sono accorpate le Soprintendenze per i beni storico-artistici con quelle per i beni architettonici.

La vera rivoluzione è nei musei e nelle funzioni dirigenziali. Venti musei e aree archeologiche, eccellenze italiane, acquisteranno il massimo status amministrativo. I direttori di tali musei saranno scelti tramite concorso pubblico, senza escludere il personale straniero. Addio ai funzionari.
Sorgono in ogni Regione i poli museali regionali, articolazioni periferiche della Direzione generale musei, incaricati di promuovere gli accordi di valorizzazione previsti dal Codice e di favorire la creazione di un sistema museale tra musei statali e non statali, sia pubblici che privati.

Si valorizza, fatto assolutamente innovativo, l’arte, l’architettura e la riqualificazione delle periferie contemporanea con l’arrivo di una direzione generale dedicata che si chiamerà appunto Direzione Generale Arte e architettura contemporanee e periferie urbane, che si occuperà sia della promozione della qualità dei progetti, sia della loro ideazione e progettazione, oltre che ovviamente delle azioni riqualificazione e recupero del patrimonio esistente. Verrà inoltre istituita ex novo la Direzione Generale Educazione e Ricerca che lavorerà a stretto contatto con Miur e Cnr e altri enti di ricerca e le scuole.

La sede MiBACT in via del Collegio Romano

La sede MiBACT in via del Collegio Romano

Novità anche le biblioteche: l’amministrazione delle biblioteche è razionalizzata, da un lato mantenendo l’autonomia scientifica degli istituti indipendente dalla loro natura dirigenziale; dall’altro prevedendo che sia la Biblioteca nazionale centrale di Roma, sia la Biblioteca nazionale centrale di Firenze, uffici dirigenziali di II fascia, svolgano anche le funzioni di poli bibliotecari comprendenti le biblioteche operanti nel territorio comunale, ferma restando la vigilanza della Direzione generale centrale Biblioteche, istituti culturali e diritto dell’autore.
Così anche l’amministrazione degli archivi sarà razionalizzata.

Musei e siti archeologici con direttore dirigente di I fascia
Colosseo ed area archeologica di Roma
Pompei, Ercolano e Stabia
Galleria degli Uffizi;
Pinacoteca di Brera;
Reggia di Caserta;
Gallerie dell’Accademia di Venezia;
Museo di Capodimonte;
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma
Galleria Borghese

Musei con direttore dirigente di II fascia
Museo Nazionale Romano;
Museo Archeologico Nazionale di Taranto;
Galleria dell’Accademia di Firenze;
Museo Archeologico Nazionale di Napoli;
Museo nazionale d’arte antica di Roma;
Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria;
Galleria Estense di Modena;
Galleria Sabauda di Torino;
Palazzo Reale di Genova;
Museo Nazionale del Bargello;
Paestum.

Le idee sulla carta sono chiarissime, restano da valutare i tempi per l’approvazione di un iter che presenta ancora diversi passaggi obbligati. Il testo è al momento in transito negli uffici del Ministero della Funzione Pubblica, da cui uscirà nella sua bozza definitiva per arrivare quanto prima in pre-consiglio e in Consiglio dei Ministri. Quando? “Quanto prima” ha dichiarato nelle scorse ore lo stesso ministro Dario Franceschini, in visita istituzionale a Bologna. Ambienti del MiBACT parlano di massimo un paio di mesi. Attesa intanto al voto in Senato, dopo l’approvazione della Camera dello scorso 9 luglio, la conversione in legge del dl 83/2014 presentato da Franceschini lo scorso 31 maggio. Parliamo delle disposizioni in merito a cultura e turismo che annoverano, tra i punti salienti, l’Art Bonus e la revisione delle norme di bigliettazione dei musei statali. Il testo è ora in commissione cultura, il voto è atteso entro il 30 luglio.

Barbara Bologna

http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Comunicati/visualizza_asset.html_378112305.html

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