Un logo per la Fondazione Achille Castiglioni

Il concorso è ambizioso, la sfida è irresisitibile e il tema paradossalmente semplice. È uscito il bando di concorso per progettare logo e immagine coordinata della Fondazione Achille Castiglioni. Un nome e un luogo d’eccezione nella Milano del design.

I giovani graphic designer, prima ancora di iniziare a pensare di cimentarsi nella progettazione del logo per la Fondazione Achille Castiglioni, dovrebbero passare in Piazza Castello 27, dove uno stampo per budino può diventare un cappello e un sellino da bicicletta una seduta per telefoni a parete. Il luogo è lo studio-museo di Achille Castiglioni. Il bando mira a dotare l’omonima Fondazione di un proprio logo: un biglietto da visita capace di raccontare la personalità del poliedrico designer milanese.
Gli eredi sperano in questo modo di dare visibilità e slancio a un’impresa che è anche un atto d’amore: salvaguardare la memoria di Castiglioni e, insieme, un patrimonio storico per una città che si considera “capitale del design”. E se la crisi economica mette i bastoni tra le ruote? “Siamo pronti a rischiare, ci piacciono le sfide”, spiega la figlia Giovanna, geologa, “e pensiamo che Milano non possa lasciar morire luoghi come questi”.
In quello studio Castiglioni ha lavorato fino alla sua scomparsa, nel 2002, ammassando oggetti, schizzi, progetti, prototipi, fotografie, libri, riviste e molto altro. Dopo un periodo di riflessione, nel 2006 i tre figli, su impulso della madre Irma e grazie alla collaborazione con la Triennale, hanno deciso di aprirlo al pubblico, con visite guidate su prenotazione. “Mio padre amava i suoi studenti del Politecnico”, sottolinea Giovanna, “così ci siamo sentiti in dovere, verso di lui e verso i giovani, di preservare e rendere disponibile non tanto il risultato della sua attività progettuale, quando il racconto di una storia”.

Fondazione Achille Castiglioni Stanza tecnigrafi con visitatori Un logo per la Fondazione Achille Castiglioni

Fondazione Achille Castiglioni – Stanza tecnigrafi con visitatori

Innanzitutto, la storia di una grande passione per gli oggetti, anche quelli anonimi e di cattivo gusto, comprati o ricevuti in dono e poi reinventati: “A papà piacevano i prototipi fatti a mano. Non ha mai usato il computer. Osservava le cose d’uso comune e poi ne riprendeva i meccanismi. Copiava? No, era curioso. Così un cestino da cucito gli ha ispirato un comodino. Il suo obiettivo finale, del resto, non era entrare nei musei ma nelle case. Bruno Munari diceva: ‘Ci sono più sedie che culi’. Oggi, ancora di più, il design è diventato una moda, ma a noi interessa coltivare l’etica del progetto”.
Anche lo studio è dunque un museo anomalo, rimasto uguale a se stesso, ma al contempo aperto alle novità: dalla riedizione di progetti fuori produzione alle mostre di giovani designer come Lorenzo Damiani, ospitato durante lo scorso Salone del Mobile. In sei anni sono passati 27mila visitatori: “La gente entra, si siede, prova gli oggetti, li sente vivi. Ascolta delle storie e a sua volta ne racconta”, spiega Giovanna, collaudato “cicerone”. Parallelamente è iniziato un lungo lavoro di archiviazione, con il contributo della collaboratrice storica Antonella Gornati, finalizzato a digitalizzare tutti i materiali.

Ingresso Un logo per la Fondazione Achille Castiglioni

Fondazione Achille Castiglioni – Ingresso

Con la crisi, però, le difficoltà sono aumentate. Per questo, nel dicembre 2011, è nata la Fondazione: “Contiamo sulle donazioni dei privati per consolidare questo patrimonio, anche se il momento non è favorevole. Tra le aziende che hanno collaborato con mio padre, per ora hanno confermato il loro sostegno Flos, Alessi, De Padova, Relco Group e Brionvega. Ma non basta. Quel che mi rattrista, a fronte di tante soddisfazioni umane”, commenta Giovanna, è che si faccia ancora fatica a trovare chi comprenda il valore di questi spazi, che non ci sia una coscienza in tal senso”.
Ed ecco allora nuovi progetti, per ampliare le collaborazioni e aprire nuove possibilità. Tra questi, il bando di concorso destinato a creativi dai 18 ai 35 anni per l’ideazione del logo: “Pensiamo che i giovani abbiano l’energia giusta per raccogliere la sfida. E poiché questo è un momento difficile per il nostro Paese, ci rivolgiamo agli italiani e agli stranieri che studiano o lavorano in Italia”. Il vincitore, selezionato da una giuria presieduta da Italo Lupi, si aggiudicherà 2.500 euro e una lampada disegnata da Castiglioni per Flos. I lavori, da consegnare entro il 30 novembre, non potranno contenere né il ritratto del designer né alcun suo progetto, ma – si legge nel bando – dovranno “ben rappresentare la personalità di Achille Castiglioni”.

Fondazione Achille Castiglioni Stanza Architetto1 Un logo per la Fondazione Achille Castiglioni

Fondazione Achille Castiglioni – Stanza Architetto

Come fare? Giovanna ha un suggerimento: “Mio padre era un uomo ironico e i suoi progetti parlano di lui. Per conoscerlo, quindi, sarebbe utile passare di qui…”. Perché, anche se gli oggetti di Castiglioni si possono vedere sui libri e online, è solo in piazza Castello che raccontano la loro storia.

Elisa Erba

www.achillecastiglioni.it

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Elisa Erba

Elisa Erba

Elisa Erba, nata a Monza nel 1973, è giornalista e docente. Dopo il Liceo scientifico, si è laureata a pieni voti in Lettere moderne con una tesi di arte contemporanea, premiata dall’Istituto lombardo Accademia di Scienze e Lettere. Dopo aver…

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