Nuove ecologie urbane

La periferia - anzi, le periferie - di Milano. Dalla Bovisa alla Barona, da Quarto Oggiaro alla Bicocca. Per un progetto lungo due anni e mezzo, e la formula del cantiere come modalità operativa. Ad animarli, naturalmente ci sono gli artisti. Ma soprattutto comunità vive e vivaci.

Milano e Oltre, al suo secondo anno di vita, sta sviluppando una serie di cantieri creativi che hanno un doppio obiettivo: dare un’opportunità di formazione gratuita a giovani artisti di talento provenienti da vari ambiti e percorsi, e sviluppare progetti facendo emergere e collaborando con le risorse locali, con quelle energie spesso sommerse che la cosiddetta “periferia” spesso offre. Abbiamo scelto quattro aree del capoluogo lombardo: Bovisa, Barona, Quarto Oggiaro e Bicocca.
Ognuna di queste zone ha una storia diversa, delle potenzialità inespresse, delle prospettive di trasformazione. E su ognuna di esse il processo di mappatura e ricognizione ha presentato caratteristiche differenti. Per questo, nel nostro percorso alla scoperta della città, abbiamo utilizzato un approccio interdisciplinare collaborando con università, scuole, professionisti, fotografi che ci hanno aiutato a scoprire e comprendere le dinamiche complesse di questa trasformazione.
Il progetto, che si svilupperà nell’arco di 30 mesi, vedrà il coinvolgimento di giovani artisti, videomaker, fotografi, designer, stilisti che – sotto la guida di artisti, docenti e professionisti – porteranno avanti progetti in collaborazione con realtà economiche e sociali delle aree che abbiamo scelto per il nostro lavoro.

BOVISA Nuove ecologie urbane

Bovisa

Le dinamiche e le trasformazioni più interessanti riguardano quelle parti di città e quelle popolazioni che, con le loro attività, muovono le aree tangenziali, le zone periferiche e periurbane rispetto al vecchio centro città, sempre più immobilizzato quale monumento museale di se stesso. Alcune aree metropolitane, quali la Bovisa e la Bicocca, sono dotate di nuovi poli universitari in continua crescita, ma con una relazione ancora labile se non inesistente con il tessuto sociale intorno. Zone quali Quarto Oggiaro e la Barona sono luoghi di immigrazione da molti decenni, un laboratorio invisibile dei grandi cambiamenti sociali e culturali dove chi ci vive si muove tra disagi, degrado, mobilità difficoltosa e mancanza di prospettiva.
Ciò nonostante, sia Quarto Oggiaro che la Barona hanno colpito l’immaginazione di registi e narratori, diventando location per film quali A due calci dal paradiso (2006), per i polizieschi di Gianni Biondillo e per il film Fame Chimica (2003) di due giovani registi, Paolo Vari e Antonio Boccola (la Barona). Alla Barona nasce il rapper italiano Marracash e nel 2008 è nata una Radio Barona Live.

BICOCCA Nuove ecologie urbane

Bicocca

Gli artisti che ci hanno accompagnato in questo percorso di affiancamento al lavoro dei ragazzi, quelli che abbiamo chiamato “cantieri” – Claudia Losi, Alberto Garutti, Stefano Boccalini e AlterazioniVideo – sono stati fondamentali nell’individuazione di temi nodali, specifici per ogni quartiere, e ci hanno seguito nella parte iniziale di “ricognizione”, durante la quale sono emersi aspetti di grande vitalità, energie sommerse che sono state molto importanti nello sviluppare progetti concreti sul territorio.
Nel 2011 il lavoro sui quartieri di Bovisa e di Barona si è rivelato denso di sorprese e incontri: associazioni, piccole imprese creative, liberi comitati di cittadini che ci hanno seguito, aiutato e supportato nella realizzazione dei progetti artistici sul quartiere. Confrontarsi con questi contesti, diversi e a volte difficili, è stata l’opportunità più importante per i giovani artisti che hanno preso parte al progetto.

BARONA Nuove ecologie urbane

Barona

Ricerca, lavoro sul campo, progettazione interdisciplinare hanno un ruolo più importante rispetto alla produzione dell’opera e all’autorialità dell’artista. Ma non è stato difficile per i partecipanti mettere da parte il lavoro individuale in favore della collaborazione e della ricerca sul campo, con l’obiettivo di creare relazioni e progetti che si possano sviluppare nel tempo.

Anna Detheridge e Anna Vasta

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #3

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