Luci e ombre di Guercino

Una panoramica sulla figura dell’artista secentesco, protagonista, negli ultimi decenni, di numerose rassegne, incentrate sulla potenza del suo stile.

Gli ultimi mesi sono stati prodighi di buone notizie relative al grande pittore del Seicento Giovan Francesco Barbieri, noto ai più come il Guercino. A una riscoperta in sede critica si è affiancato un ritrovamento materiale: sul finire del 2016 lo storico dell’arte Massimo Pulini ha rinvenuto ad Aversa una pala d’altare dell’artista centese, raffigurante L’Assunta, fino ad allora riferita alla scuola napoletana, mentre nel febbraio di quest’anno la maestosa pala con La Madonna e i santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo, trafugata dalla Chiesa di San Vincenzo a Modena nell’agosto del 2014, è stata ritrovata a Casablanca (si spera che possa tornare presto sul suo altare modenese, anche se in questi casi i tempi possono allungarsi, come insegna Castelvecchio…).

Guercino a Piacenza, il Duomo

Guercino a Piacenza, il Duomo

DA MODENA A PIACENZA

A breve distanza da Modena, Piacenza celebra l’artista con una serie di iniziative in programma fino al 4 giugno: è possibile accedere alla galleria che corre attorno al tiburio del duomo, e da qui ammirare da vicino gli affreschi di Guercino raffiguranti Profeti, Sibille e Storie dell’infanzia di Cristo; nel contempo, a Palazzo Farnese, si tiene una mostra che, attraverso una selezione di venti opere, restituisce una sintetica ma efficace panoramica della produzione dell’artista. La rassegna piacentina è solo l’ultima di una lunga serie di rassegne che negli ultimi due decenni sono state dedicate al pittore: Guercino “tira”, in particolare per le sue strepitose tele giovanili, con i vibranti contrasti di luci e ombre nei quali il pubblico può scorgere un’eco dell’adorato Caravaggio (e che sono da ricondurre piuttosto, come ha mostrato già nel 1947 sir Denis Mahon, al magistero di Ludovico Carracci).

Guercino a Piacenza

Guercino a Piacenza

FATTI ED EVENTI

Tra le tante mostre si annoverano esposizioni di buon livello e almeno un paio di “eventi” che ancora gridano vendetta. Nel 2015 fu presentato a Modena, spacciandolo per Guercino, un più che mediocre dipinto raffigurante Giuseppe e la moglie di Putifarre, sul quale, con gesto esecrabile, venne disegnato “un enorme pene stilizzato”, in cui mi piace vedere una decisa presa di posizione contro le attribuzioni farlocche e le mostre truffaldine. Nel 2011 un supposto Guercino (Marte trattenuto da Amore) fu esposto a Castel Sant’Angelo, a Roma: un’opera appartenente a un fondo di investimento in opere d’arte con sede in Lussemburgo (il Dionysos Art Fund) veniva presentata, con finalità smaccatamente pubblicitarie, nelle sale di un museo statale. La vicenda, denunciata da chi scrive sul sito dell’Osservatorio Mostre e Musei della Scuola Normale di Pisa (progetto, ahimè, soppresso) e da Tomaso Montanari sulle colonne de Il Fatto Quotidiano, ha avuto di recente uno strascico: la magistratura lussemburghese ha ordinato, con provvedimento davvero inconsueto, la chiusura del fondo.
Per saperne di più su questa e altre torbide storie di speculazioni, attribuzioni gonfiate e riciclaggio di denaro sporco si caldeggia la visione del bel documentario Follow the Paintings, prodotto nel 2016 da Sky.

Fabrizio Federici

Articolo pubblicato su Grandi Mostre #3

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Fabrizio Federici

Fabrizio Federici

Fabrizio Federici ha compiuto studi di storia dell’arte all’Università di Pisa e alla Scuola Normale Superiore, dove ha conseguito il diploma di perfezionamento discutendo una tesi sul collezionista seicentesco Francesco Gualdi. I suoi interessi comprendono temi di storia sociale dell’arte…

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