Basel Updates: Tanto cartongesso ad Unlimited, ma anche tante opere di rilievo

Era l’appuntamento con le opere di respiro museale, poi le pareti divisorie hanno ripristinato l’allure fieristico. Eppure Unlimited, ad Art Basel, riserva ancora qualche bella sorpresa. Ecco cosa abbiamo selezionato...

Unlimited, la sezione più spettacolare di Art Basel, non è più quella di una volta. E non è una battuta. Sono infatti ormai alcuni anni che la fiera ha deciso – i motivi sono facilmente intuibili: la presenza costa 19mila franchi a galleria – di articolare l’enorme spazio con metri e metri di cartongesso. Risultato: assomiglia molto a una fiera tradizionale. E così, dove prima potevano essere installati soltanto lavori museali di grandi dimensioni, ora è possibile anche mettere un film, una serie di piccole fotografie, dipinti di medie dimensioni e via dicendo. Forse però il punto più basso si era toccato l’anno scorso, mentre questa edizione – pur sempre zeppa di cartongesso – torna cautamente a guardare alle proprie origini. Complessivamente una novantina gli artisti esposti con altrettanti progetti, molti dei quali – la crisi morde ancora e le fiere della stagione che va a concludersi non hanno dato così tante soddisfazioni – datati e non concepiti per l’occasione.

LE PRESENZE ECCELLENTI
L’apertura, in trasparenza, è di Dan Graham (Lisson), mentre fra i progetti che ci hanno favorevolmente colpito c’è il tempio poggiato su bolle di vetro di Ai Weiwei (neugerriemschneider), le sculture mimate di Davide Balula (frank elbaz / Gagosian), la serie di disegni di Pablo Bronstein (Herald St / Franco Noero), il fronteggiamento fra i due battitori d’asta (presenti solo in audio) di Elmgreen & Dragset (Helga de Alvear), la storia americana riletta da Mike Kelley (Skarstedt), il meccanismo delle CCTV svelato da Rafael Lozano-Hemmer & Krzysztof Wodiczko (Carroll/Fletcher), il giardino impietrito di Hans Op de Beeck (Marianne Boesky / Continua / Krinzinger), la matita in equilibrio sulla sua punta grazie a un pazzesco sistema di telecamere e micromovimentatori meccanici di Steven Pippin (Gavin Brown), l’enorme e storico archivio di rifiuti flat di Dieter Roth (Hauser & Wirth), l’auto-remixing di James Turrell (OMR). Artisti italiani? Soltanto nomi ben saldi, ma con opere di livello altissimo: l’Encyclopedia Britannica cancellata da Emilio Isgrò (Tornabuoni), i cappotti di Jannis Kounellis (Sprovieri), la serie di microfoni affetti da effetti Larsen ed echi incantati di Gilberto Zorio (Lia Rumma). Trovate tutto nella fotogallery e nel nostro video…

-Marco Enrico Giacomelli

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Marco Enrico Giacomelli

Marco Enrico Giacomelli

Giornalista professionista e dottore di ricerca in Estetica, ha studiato filosofia alle Università di Torino, Paris 8 e Bologna. Ha collaborato all’"Abécédaire de Michel Foucault" (Mons-Paris 2004) e all’"Abécédaire de Jacques Derrida" (Mons-Paris 2007). Tra le sue pubblicazioni: "Ascendances et…

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