Teresio Monina. Un grande collezionista di provincia

L’Italia dei comuni è il Paese dove si possono trovare collezioni inaspettate in cittadine di provincia. A Casale Monferrato, una mostra permette di conoscerne una eccezionale. Fino al 28 ottobre.

A volte il sottotitolo è fondamentale. In questo caso, ad esempio. Spazio Privato è, infatti, soprattutto la storia di un collezionista. Teresio Monina (Villata ,1924 – Casale Monferrato, 2002) era un medico di Casale Monferrato. Un collezionista instancabile: astemio, acquistava vini pregiati, orologi e opere d’arte dell’Ottocento. La svolta nella sua vita è legata a una casa, una villa a Varigotti, in Liguria, che comperò negli Anni Sessanta. Qui conobbe Lucio Fontana ed ebbe inizio un sodalizio che trasformò il medico in mecenate. La dimora ligure divenne il punto di ritrovo di artisti e intellettuali, da Agenore Fabbri a Eugenio Montale.
Il suo entusiasmo gli permise di instaurare rapporti di amicizia, perché non voleva soltanto acquistare un’opera, ma condividere il pensiero a essa sotteso. Appassionato, fu in grado di scelte radicali e, forse, oggi sconcertanti, ma che danno ancora più valore alle sue prese di posizione: se non stimava la persona, non ne acquistava il lavoro. Non considerava l’arte un investimento e sosteneva che i dipinti si dovessero comprare o regalare: mai vendere o scambiare, dunque.

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Spazio Privato – veduta della mostra presso il Castello del Monferrato, Casale Monferrato 2012

Accumulava senza un evidente criterio ordinatore, ma la sua collezione rivela congruenza e il suo disordine, la sua mancanza di metodicità nella raccolta mostrano, in profondità, una coerenza non formale, ma concettuale.
Dal sottotitolo, facendo attenzione alle date, si può notare anche come l’entusiasmo di Teresio Monina non si sia estinto con lui: la figlia Serena e il nipote Luigi Cerutti hanno, infatti, continuato a collezionare opere recenti di artisti già presenti nella raccolta o nuovi nomi, come Ettore Frani, Claudio Olivieri e Marco Tirelli.
A dieci anni dalla morte del dottor Monina, una selezione delle oltre seicento opere in suo possesso è esposta nel castello di Casale Monferrato. Si tratta, oltre che di un omaggio, anche di un riscatto della memoria di Teresio Monina, che i suoi concittadini considerarono sempre eccentrico, per usare un eufemismo.
Alle scelte collezionistiche si somma, in mostra, l’inevitabile selezione curatoriale, che ha privilegiato le due linee guida dell’intera raccolta: luce e spazio.
La rotazione di una forma nello spazio la trasforma in fonte luminosa. Il percorso espositivo si avvia con Euritmia evoluente di Piero Fogliati, artista la cui ricerca ha coniugato entrambi i temi e che insieme a Getulio Alviani e Lucio Fontana riassume le predilezioni di Teresio Monina.

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Spazio Privato – veduta della mostra presso il Castello del Monferrato, Casale Monferrato 2012

La maggior parte delle opere sono di grandi dimensioni: a volte vogliono influenzare la percezione retinica, come accade con l’Optical Art di Victor Vasarely; a volte hanno la capacità di attirare a sé l’intera stanza, come nel caso dell’Universo rovesciato di Corrado Bonomi, che pare creare un nuovo campo di attrazione gravitazionale; a volte respingono, come capita per il lavoro di Jesus Raphael Soto.
Le opere in mostra, dunque, interagiscono e modificano lo spazio: l’influenza di Lucio Fontana nelle scelte e nell’educazione artistica del dottor Monina si rivela nell’esposizione. Del grande artista sono presenti diversi lavori: con una scelta decisa, i curatori hanno privilegiato opere meno note, rispetto ai Concetto spaziale in collezione, ossia Scultura spaziale (Corona) e l’intera Serie Moneta, che mostra inaudite affinità con le opere di Remo Bianco e Willem Cole, nell’ampia sala principale. È in questo ambiente che risulta evidente come i temi di luce e spazio possano intersecarsi, attraverso lavori di Emilio Scanavino, Davide Nido, Carlo Nangeroni, Gianni Dova, Giuseppe Capogrossi, Getulio Alviani e Arnaldo Pomodoro. Un’infilata di protagonisti, a cui fa da contrappunto, in una delle sale più raccolte, l’approfondimento sulla Biennale di Venezia del 1966, con le opere di Lucio Fontana, Franco Bemporad ed Enrico Castellani che furono ospitati nel Padiglione italiano.

Marta Cereda

Casale Monferrato // fino al 28 ottobre 2012
Spazio privato. Opere dalla collezione Teresio Monina (1956-2012)
a cura di bosco_impastato
CASTELLO DEL MONFERRATO
Piazza Castello
0142 444339
[email protected]

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Marta Cereda

Marta Cereda

Marta Cereda (Busto Arsizio, 1986) è critica d’arte e curatrice. Dopo aver approfondito la gestione reticolare internazionale di musei regionali tra Stati Uniti e Francia, ha collaborato con musei, case d’asta e associazioni culturali milanesi. Dal 2011 scrive per Artribune.

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