Da Monreale a Castelbuono: itinerario nell’entroterra di Palermo. Cosa fare e vedere

Castelli normanni, cattedrali medievali, ma anche installazioni di Land art tra le cime delle Madonie, e musei che promuovono gli artisti siciliani contemporanei. Una Sicilia da scoprire anche oltre l’estate

L’occasione è AltureFestival, rassegna che contempla escursioni musicali, passeggiate sonore, performance, mostre fotografiche, teatro, tra i monti della Sicilia. Con precisione gemellando Monreale e Castelbuono, con il Parco Naturale Regionale delle Madonie a fare da cornice. L’edizione 2023 del festival prosegue fino al 30 settembre, e ci offre l’opportunità di percorrere un itinerario alla scoperta del patrimonio storico, artistico e museale in quella parte del Palermitano che sa fare a meno del mare (fatta eccezione per l’incursione a Cefalù). Ci muoviamo così tra Monreale e Castelbuono, tra castelli medievali, capolavori rinascimentali, Land art e arte contemporanea.

1 / 6

L’abbazia di San Martino delle Scale a Monreale

2 / 6

Bagheria, da Renato Guttuso all’Osservatorio sull’arte contemporanea siciliana

3 / 6

Il Castello normanno di Caccamo

4 / 6

Un’incursione sul mare: Cefalù

5 / 6

Il Museo Civico di Castelbuono, antico e contemporaneo

6 / 6

Le Vie dell’Arte nel Parco delle Madonie

Poco fuori Palermo, il villaggio di San Martino Delle Scale (598 metri di altitudine) è meta di un pellegrinaggio turistico che si somma a quello devozionale (ben più longevo). Il merito è del complesso monumentale che include il monastero benedettino e la Basilica abbaziale dedicata a San Martino Vescovo di Tours, fondati secondo tradizione (confutata dagli studi) da papa Gregorio Magno e distrutti dai Saraceni nell’IX secolo. L’inesistenza di fonti attendibili ha fatto dubitare molti studiosi sulla fondazione “gregoriana” dell’abbazia. Sicuramente, invece, l’abbazia doveva esistere alla metà del XIV secolo, grazie al beato Angelo Sinisio, che a Monreale costruì il primo monastero, e accolse altri uomini desiderosi di condividere con lui l’ideale monastico, seguendo la regola benedettina.
La ricchezza del patrimonio sacro (tra cui le reliquie della Santa Croce e della Sacra Spina) e artistico si deve all’importanza assunta dall’abbazia nel corso dei secoli. Dunque all’interno della Basilica ancora si apprezzano opere di Pietro Novelli, Filippo Paladini, Zoppo di Gangi, Paolo de Matteis, Stomer e altri fiamminghi, ma anche un prezioso coro ligneo intarsiato, opera cinquecentesca napoletana. All’esterno, invece, si conserva l’apparato decorativo trecentesco, come il portale marmoreo ornato da formelle raffiguranti il Mistero Pasquale. E il centro monastico è ancora operativo, impegnato a preservare attività come il restauro del libro, la produzione di erbe officinali e di prodotti tipici e di una birra d’abbazia (HORA BENEDICTA).

Duomo e Chiostro di Monreale
Duomo e Chiostro di Monreale

Alla prima periferia di Bagheria, una sosta a Villa Cattolica, prima di entrare in città, è d’obbligo. Fondato nel 1973, il Museo Renato Guttuso è frutto della donazione di alcune opere da parte dello stesso pittore alla sua città natale: oggi la villa (ex residenza estiva della famiglia Bonanno, nata dalla trasformazione di un’antica masseria fortificata, con torre e baglio) riunisce dipinti e disegni di Guttuso, oltre a opere della sua collezione privata, composta da dipinti, sculture e disegni dei maggiori protagonisti del panorama artistico del XX secolo. Frequenti sono anche le mostre temporanee, e in occasione del 50esimo anniversario della sua fondazione (il prossimo 24 novembre), il museo promuoverà anche un ciclo di appuntamenti speciali. Non distante, si visita il settecentesco Giardino di Villa San Cataldo, prima di dirigersi verso il nucleo storico dell’abitato, con i suoi palazzi seicenteschi e l’impianto urbanistico disegnato nella seconda metà del Settecento. Ma Bagheria ospita anche il Museum (Osservatorio dell’arte in Sicilia), ideato e gestito da Ezio Pagano: inaugurato nel ’97, promuove e tutela l’arte contemporanea di autori siciliani, di cui raccoglie opere di pittura, scultura e videoarte. Centrale l’attività di ricerca, alimentata da un archivio storico, una biblioteca e una videoteca specializzata, anche in collaborazione con le Università di Siena e Palermo.

http://www.museoguttuso.com/
http://www.museum-bagheria.it/

L’inaugurazione del Museo Guttuso a Bagheria (foto Desirée Maida)
L’inaugurazione del Museo Guttuso a Bagheria (foto Desirée Maida)

A Caccamo, contraddistinto da un dedalo di vicoli (il primo impianto urbanistico si fa risalire ai Cartaginesi), case e chiese barocche, ci si imbatte in uno dei castelli medievali più imponenti di Sicilia e d’Italia. Fondato su uno sperone alto oltre 500 metri sul livello del mare, prima del XIII secolo – quando Caccamo diventa feudo, sotto il regno dei Normanni – lega la sua storia a molteplici leggende, popolate di fantasmi e congiure. Per certo, la fortezza fu ampliata all’inizio del Trecento dalla famiglia Chiaromonte; ma solo nel secolo successivo raggiunse l’apice del suo splendore, ottenendo lo stemma del Vicerè di Sicilia, Giovanni Alfonso Henriquez. Oggi, dopo i restauri novecenteschi che hanno sanato i danni del terremoto del 1923, il castello ospita anche un museo delle Armi Antiche.

Castello di Caccamo
Castello di Caccamo

Da Caccamo, Cefalù si raggiunge in poco più di mezz’ora d’auto, costeggiando il litorale, fino a raggiungere l’insenatura che ospita il bel borgo medievale disteso ai piedi delle Madonie. Il centro vanta una fondazione ben più antica: Kephaloidion è il nome che porta in dote dalle origini greche; poi la città, come buona parte della Sicilia, ha vissuto di dominazioni successive, nutrendosi della somma di più culture (romana, bizantina, araba, normanna), che hanno lasciato importanti tracce architettoniche e artistiche. La Cattedrale intitolata alla Trasfigurazione è un esempio calzante di questo melting pot, con la decorazione musiva a opera di maestri di Costantinopoli, gli elementi stilistici di ispirazione araba, le due possenti torri che inquadrano la facciata, legate al primo progetto, voluto da re Ruggero II. Ma a Cefalù si arriva anche per visitare il Museo Mandralisca, fondato all’inizio dell’Ottocento dal Barone Enrico Piraino, nel palazzo che fu la sua abitazione. Alla ricca sezione archeologica si aggiunge la Pinacoteca, che conserva il capolavoro della collezione, il Ritratto d’ignoto marinaio realizzato da Antonello da Messina. Fino a gennaio 2024, il museo ospita anche una selezione di opere del Museo delle Trame Mediterranee di Gibellina.
Più recente è la fondazione del Bastione Innovazione, centro culturale polivalente che ha riaperto al pubblico il complesso architettonico dell’Ex Infermeria dei Frati Cappuccini di Gibilmanna costruito nel 1588 a ridosso del Bastione di Capo Marchiafava, a picco sul mare.

https://www.fondazionemandralisca.it/
https://bastionecefalu.com/

Antonello da Messina, Ritratto d'uomo (Ritratto di ignoto marinaio), 1470 ca., olio su tavola di noce, 30,5 x 26,3 cm. Fondazione Culturale Mandralisca, Cefalù (PA), dettaglio
Antonello da Messina, Ritratto d’uomo (Ritratto di ignoto marinaio), 1470 ca., olio su tavola di noce, 30,5 x 26,3 cm. Fondazione Culturale Mandralisca, Cefalù (PA), dettaglio

Ospitato nello storico Castello di Ventimiglia (acquistato nel 1920 con una colletta pubblica dai cittadini che ne temevano l’abbandono) che conserva la veneratissima reliquia di Sant’Anna, il Museo Civico di Castelbuono si conferma una presenza sempre più solida nella geografia dei luoghi del contemporaneo nel Sud Italia, peculiare per la capacità di coinvolgere la comunità locale e fare rete con altre realtà – istituzionali e non – del territorio. Partecipando a bandi nazionali ed europei, e promuovendo residenze artistiche che hanno coinvolto artisti italiani e internazionali, il Museo ha ampliato le sue collezioni e moltiplicato le attività espositive, oltre ai laboratori partecipati, al motto di “dove l’arte si respira”. Così agli stucchi dei Serpotta che decorano la Cappella Palatina, ai reperti archeologici e alla collezione di arte sacra, si aggiunge la Pinacoteca di arte moderna e contemporanea, allestita nel percorso Schiuma di mare e attorno, con opere che dal 1905 arrivano al 2017.

https://www.museocivico.eu/

Francesco De Grandi/Dito Sinistro, Sacro Refugio, 2019. Museo Civico di Castelbuono. Ph. Valentina Minutella
Francesco De Grandi/Dito Sinistro, Sacro Refugio, 2019. Museo Civico di Castelbuono. Ph. Valentina Minutella

Le Vie dell’Arte nel Parco delle Madonie è un progetto che coinvolge le strade principali dell’area protetta del Parco delle Madonie, nato nell’ambito dell’iniziativa Sensi Contemporanei, per promuovere l’arte contemporanea in contesti architettonici, paesaggistici e urbanistici nel Sud Italia. Sette sono gli artisti di fama internazionale chiamati a realizzare, in punti strategici del Parco, installazioni progettate per integrarsi col paesaggio circostante, sotto la direzione artistica di Salvatore Lacagnina e con la consulenza del fotografo paesaggista Salvatore Gozzo. Percorrendo le strade che collegano tra loro i 15 paesi del Parco, dunque, si incontrano i lavori di vedovamazzei, Ettore Spalletti, Rob Pruitt, Gabriele Picco, Domenico Mangano, Konstantin Grcic, Johanna Grawunder. Tutti datano al 2007 (peccato che il progetto non sia proseguito oltre, coinvolgendo altri artisti).

https://www.parcodellemadonie.it/

Madonie
Madonie
1 / 6

L’abbazia di San Martino delle Scale a Monreale

2 / 6

Bagheria, da Renato Guttuso all’Osservatorio sull’arte contemporanea siciliana

3 / 6

Il Castello normanno di Caccamo

4 / 6

Un’incursione sul mare: Cefalù

5 / 6

Il Museo Civico di Castelbuono, antico e contemporaneo

6 / 6

Le Vie dell’Arte nel Parco delle Madonie

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati