London Updates: The Moving Image Art Fair, immagini dalla terza edizione della fiera angloamericana di South Bank dedicata alla videoarte

I video superano la trentina, e li firmano artisti rappresentati da gallerie d’Europa, Nordamerica, Sudamerica e Medio Oriente. Selezionati da un comitato curatoriale proveniente da Romania, Russia, Germania, Brasile, Indonesia. Se non avete fatto ancora indigestione d’arte fra stand fieristici, parchi e aste, non dimenticate la terza edizione di The Moving Image Art Fair, la […]

I video superano la trentina, e li firmano artisti rappresentati da gallerie d’Europa, Nordamerica, Sudamerica e Medio Oriente. Selezionati da un comitato curatoriale proveniente da Romania, Russia, Germania, Brasile, Indonesia. Se non avete fatto ancora indigestione d’arte fra stand fieristici, parchi e aste, non dimenticate la terza edizione di The Moving Image Art Fair, la fiera angloamericana dedicata alla videoarte, alloggiata dai quattro piani di Bargehouse, Oxo Tower, South Bank.
Opere per ogni palato da consumo videografico: il cinema è la materia prima per Untitled #160 (Balcombe), di Josh Azzarella, censura digitale, fotogramma per fotogramma, dei personaggi del Nosferatu di Friedrich Wilhelm Murnau (ombre e riflessi inclusi, per una carrellata di incantesimi da “Vita da Strega” a contrasti espressionistici). Immancabile l’arte della performance, ma non solo: c’è lo sperimentalismo con cettuale di Ewa Partum in Tautological Cinema (1973-1974) – femminismo, poesia concreta e meta-arte –, accanto alla body-builder Heather Cassils, che cita una performance di Eleanor Antin attraverso un training intensivo: Fast Twitch// Slow Twitch (2011) è il succo di 23 settimane per dieci chili di muscoli, ovvero il corpo contemporaneo fra sesso, genere e al di là di questi.
Altri corpi, altre copie, ma virtuali: come le forme delle rappresentazioni matematiche in Spheres 1-20 (2013) di Sara Ludy. Anche loro “copiate”: includono foto di proiezioni di forme digitali, nuovamente rielaborate al computer. Insomma, il trionfo delle tecnologie della riproducibilità tecnica e della loro nuova vita attraverso la camera. Niagara Falls, Special Economic Zone PRC, 1994 (2013) di Constant Dullaart indaga, infine, quanto lo statuto di non-originalità della copia sia relativo rispetto a un unico soggetto: il pubblico-consumatore, col difficile compito di creare, o di individuare, nuovi possibili originali.

Elio Ticca

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Elio Ticca
Nato a Nuoro nel 1988, si laurea allo IUAV di Venezia in arti visive e dello spettacolo. È in partenza per il Regno Unito per approfondire i propri studi in storia dell'arte alla University of Leeds, attratto dalle connessioni fra l'arte di ogni tempo, i gender studies, gli studi warburghiani, le scienze umane e le discipline umanistiche contemporanee. Cerca un proprio Gesamtkunstwerk personale sulla tela, attraverso l'obiettivo della videocamera, con un violino, attardandosi nella città nel tentativo di lasciarla. Spinto dalla passione verso (vecchie) nuove forme estetiche, necessarie allo sviluppo umano, collabora con Artribune dal 2013.