Ad Amsterdam scatta il download libero, anche per le immagini di grandi capolavori. Il Rijksmuseum offre la sua collezione a utenti web, artisti, designer. Scaricare, creare, stampare: altro che merchandising…

Dite la verità. Quante volte vi sarebbe piaciuto scaricarvi in altissima risoluzione la foto di un quadro di Caravaggio o di Vermeer, per farci un poster gigante?  Oppure avere a disposizione un file bello grosso, di un’opera di Wharol, per farvi disegnare dall’amico designer una carta da parati su misura? Insomma, versioni creative e fai da […]

Dite la verità. Quante volte vi sarebbe piaciuto scaricarvi in altissima risoluzione la foto di un quadro di Caravaggio o di Vermeer, per farci un poster gigante?  Oppure avere a disposizione un file bello grosso, di un’opera di Wharol, per farvi disegnare dall’amico designer una carta da parati su misura? Insomma, versioni creative e fai da te, di grandi e piccoli capolavori. E però c’è sempre il problema dei diritti, c’è il divieto di fare foto nei musei e ci sono on line – quando ci sono – immagini piccole, magari imperfette. Difficile utilizzarle, così.
Un’idea brillante, coraggiosa, diciamo pure geniale, ce l’ha avuta in tal senso il Rijksmuseum di Amsterdam, museo statale che conserva  la più grande collezione di opere del seicento fiammingo, oltre a una corposa raccolta di arte asiatica. Ecco, dunque, cosa si inventano gli olandesi: i visitatori on line, da adesso, potranno esplorare un corpus di 125.000 immagini, per leciti ed appetibili “furti”, rigorosamente in altissima definizione. Intuitiva e smart l’interfaccia del relativo servizio web – Rijks Studio – che guida l’utente nelle operazioni tecniche: ritagliare porzioni di opere, effettuare il download, l’archiviazione, lo sharing (via Facebook, Twitter, Pinterest) o l’ordine di un prodotto già confezionato (cartoline poster, stampe su tela, alluminio o perspex). L’immenso catalogo è ordinato per categorie e sottocategorie: autori, generi, soggetti, stili.

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Sciarpa by Alexander van Slobbe

Nel frattempo, per lanciare l’operazione, il Rijksmuseum si è dato da fare, con una prima serie di interpretazioni creative, commissionate a designer olandesi: ed ecco il transfer-tatoo che riproduce un dettaglio di una natura morta del ‘600, opera dello studio  Droog Design, o la sciarpa di seta dello stilista Alexander van Slobbe, con immagini rubate a diversi dipinti. Tutto disponibile nella sezione apposita del Rijks Studio, dove a breve arriverà anche il film del video artista Christian Borstlap, realizzato a partire dalle incisioni in collezione.
Perché il vero intento di questa operazione è intelligentemente nobile: spingere artisti e designer – che siano amatori o professionisti – a creare nuove immagini e nuovi oggetti, partendo da un patrimonio storico-artistico d’eccezione. Un tesoro mai morto, mai spento, da non confinare  nella sale di un museo, ma da tramutare in risorsa. Attualissima, condivisa, democratica.
Unica precauzione: se l’uso personale è libero, quello commerciale va concordato. Dunque: fatevi pure tende, tovaglie, arazzi, adesivi per scooter o automobili, ma se mai vi saltasse in mente di ricavarci dei soldi… Il passaggio dal museo è assolutamente d’obbligo.

– Helga Marsala 

www.rijksmuseum.nl
www.rijksmuseum.nl/en/rijksstudio

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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