
Anche quest’anno Palazzo Cini conquista un ruolo di primo piano nel fitto calendario culturale veneziano. Gioiello architettonico riaperto al pubblico la scorsa primavera, e incluso nel patrimonio della Fondazione Giorgio Cini, il Palazzo ha dato il via al programma espositivo 2015 con una novità: l’inaugurazione di cinque nuove sale al secondo piano dell’edificio, destinate a ospitare mostre temporanee.
Il compito di occupare per primo i rinnovati ambienti spetta a Ettore Spalletti (Cappelle sul Tavo, 1940), la cui poetica rispecchia da sempre un’attenzione alle dinamiche spaziali e al rapporto tra luogo fisico e intervento creativo. Ideata da Luca Massimo Barbero e dallo stesso artista, la mostra riunisce una selezione di sedici opere che alternano pittura a oggetti installativi, lungo un percorso non cronologico ma tenuto insieme da un’avvolgente trama luminosa.
Luce e colore sono gli indiscussi protagonisti della rassegna, trasformandosi in entità complementari e complici. Tra capolavori già noti e inedite scoperte, pittura e scultura diventano strumenti essenziali per la definizione del colore e la resa dei volumi.

La sempre mutevole luminosità veneziana filtra dalle finestre e rincorre le virate cerulee delle tavole appese alle pareti e delle carte sottili che paiono increspare i muri. Eterea eppure densa, è proprio la materia cartacea a cadenzare lo spazio, in un gioco di richiami da una stanza all’altra, resi ancora più intensi dalla raffinatezza dei dettagli sapientemente disposti da Spalletti.
Alabastro, marmo, onice, foglia d’oro e pietre preziose occhieggiano dalle opere, senza pervaderle, ma fungendo da catalizzatori di luce. La quadratura dorata di Ma, sì, rosa e oro (2013) sembra concentrarsi nel piccolo triangolo che ne rende irregolare uno degli angoli, mentre la condensazione luminosa esplode con forza in Sapone (1998), scultura quasi sospesa, e rimbalza nel dettaglio altrettanto dorato di Leggio, ombra, rosa (2011). Dal perimetro al pavimento lo spazio è breve e Così com’è, fonte (2006), installazione cilindrica fatta di colore e resina, pare introiettare i toni di azzurro che impregnano l’atmosfera, concedendone solo uno spicchio a un occhio curioso.
Leggiadra, minuziosa e raffinata, l’esposizione condensa nel binomio luce-colore tutta la genialità di Spalletti il quale, proprio come i raggi luminosi, colpisce e si ritrae con gentilezza, lasciando però una traccia indelebile del suo passaggio.
Arianna Testino
Venezia // fino al 23 agosto 2015
Ettore Spalletti – Palazzo Cini
a cura di Luca Massimo Barbero ed Ettore Spalletti
PALAZZO CINI
Campo San Vio (Dorsoduro 864)
041 5210755
[email protected]
www.palazzocini.it
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http://www.artribune.com/dettaglio/evento/44115/ettore-spalletti-palazzo-cini/