Passato, presente e possibile. Sulla Biennale di Sharjah

È la Biennale più importante dell’area. E lo è da vent’anni. Siamo andati a vedere la Biennale di Sharjah, quest’anno curata dalla coreana Eungie Joo. Dove le questioni politiche vengono affrontate senza troppi giri di parole.

L’arte contemporanea ha trovato un referente negli Emirati Arabi Uniti, in Sharjah, da almeno vent’anni. Vent’anni di grandi mostre conducono a una Biennale che si svolge in diversi punti della città, in ex strutture storiche, in musei, sostenuta dalla Sharjah Foundation. Alcune opere sono decentrate sul canale della città o nei mercati, riproponendo la volontà del contemporaneo di comunicare al di là dei canali museali. Curatrice di questa edizione è la coreana Eungie Joo, mentre venticinque sono i Paesi presenti.
Molto interessante il lavoro dei palestinesi Basel Abbas e Ruanne Abou-Rahme, The Incidental Insurgents (parts 1-3), una complessa videoinstallazione multischermo che frammenta la storia della Palestina in più storie parallele e incrociantesi in momenti di connessioni narrative. I riferimenti sono trasversali, oscuri, da film noir Anni Quaranta, dove nulla ha senso ma tutto costruisce il senso della verità, mentre nelle installazioni delle minuscole “Watch Towers” suggeriscono un mondo controllato (la Palestina certo, ma non solo) e uno studio fitto di libri (Victor Serge, i Situazionisti ecc.) è pieno di riferimenti al mondo delle rivoluzioni politiche e linguistiche del secolo scorso.

Rayyane Tabet, Cyprus

Rayyane Tabet, Cyprus

Rayyane Tabet in Cyprus espone appeso al soffitto il barcone con cui lui e la sua famiglia cercarono di fuggire a Cipro, salvo poi rinunciare data l’ingovernabilità della barca, e ci ricorda il pericolo, la paura e il ritorno, un’esperienza diffusa fra gli abitanti del Nordafrica e Medio Oriente in questi anni. Interessanti le strutture volumetriche di Hassan Sharif (Dubai), di origine concettuale, a cui si potrebbe accostare la linea del nuovo lavoro di Mohammed Kazem (Dubai), bianco su bianco, minimalissime tracce incise sulla carta, lontane dalla grande videoinstallazione presentata a Venezia anni fa.
La libanese Rheim Alkadhi lavora su ipotesi interrelazionali e sul corpo come intermediario. Comunicazioni dall’area del contatto (Ogni capello è una lingua) è uno studio sulla percezione e sul sentire emozionale come fatto corporeo. Capelli, ciglia, oggetti di uso comune possono rientrare in questa strategia di riscoperta del corpo, come in un viaggio all’interno/esterno dell’organismo.

Basel Abbas & Ruanne Abou-Rahme, The incidental insurgents

Basel Abbas & Ruanne Abou-Rahme, The incidental insurgents

I coreani mixrice fanno ricerca sul campo riprendendo persone, fatti e problemi secondo una logica relazionale, poi trasformando il materiale in un’installazione. Mentre un altro coreano, Beom Kim, presenta in un magico lavoro di montaggio ed effetti speciali, un video nonsense straordinario, un ghepardo “inseguito” da un’antilope, il forte inseguito dal debole. Il congolese Papy Ebotani in Fanfare funebri ripensa la cerimonia tipica del suo Paese come una recita poetica e appassionata che tocca problemi personali e politico-sociali, un corteo-danza che trascina gli spettatori della Biennale nella città, interrompendo il traffico e contagiando l’ambiente con canti in francese e musica tradizionale della Sharjah.
Intervento impegnativo e affascinante quello dell’argentino Adrián Villar Rojas, Planetarium: un’installazione site specific in una fabbrica abbandonata dove il “trash” e i residui materiali sono utilizzati per riestetizzare lo spazio, creando (fra pilastri altissimi ricoperti di spazzatura ma con la dignità di antiche costruzioni) un microgiardino con piante selvatiche. Si può “guarire” l’ambiente anche con azioni simboliche.

Lorenzo Taiuti

Sharjah // fino al 5 giugno 2015
Sharjah Biennial 12 – The past, the present, the possible
a cura di Eungie Joo
SEDI VARIE
+971 (0)6 5685050
[email protected]
www.sharjahart.org/biennial/sharjah-biennial-12/welcome

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Lorenzo Taiuti

Lorenzo Taiuti

Lorenzo Taiuti ha insegnato corsi su Mass media e Arte e Media presso Academie e Università (Accademia di Belle Arti di Torino e Milano, e Facoltà di Architettura Roma). È esperto delle problematiche estetiche dei nuovi media. È autore di…

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