La diffusione del limite secondo Alberto Garutti

Milano celebra un artefice, un pensatore, un caposcuola, una figura di riferimento: Alberto Garutti. Al PAC una retrospettiva densa ed eterogenea espone al pubblico trenta opere dell'artista. Tra definizioni e propagazioni degli argini, fino al 3 febbraio.

Milano dedica ad Alberto Garutti (Galbiate, 1948; vive a Milano) una retrospettiva che ripercorre l’itinerario artistico del professore in trenta passaggi. Trenta opere riunite in una serie di lavori storici, una nuova produzione concepita appositamente per il PAC, alcune riattivazioni di opere recenti e i modelli di progetti mai realizzati.
Gli spazi del Padiglione di via Palestro dedicano l’intera superficie ai trent’anni di attuazione del pensiero di Alberto Garutti attraverso i media di fotografia, scrittura, scultura, installazione, disegno, video, pittura, dialogo e, infine, insegnamento. Dalla metà degli Anni Settanta ad oggi. Didascalia/caption, inoltre, è un percorso che si presenta come risultante di diverse forze, di energie che hanno dato origine al progetto diventando una cartografia nel tempo. La mostra infatti è stata anche presentata alla Serpentine Gallery di Londra, domenica 14 ottobre, partecipando alla Memory Marathon: una sequenza di conferenze, performance, discussioni e testimonianze ideate da Hans Ulrich Obrist e Julia Peyton-Jones.
Didascalia/caption oggi si mostra al pubblico come una protesi estesa, tra opere d’arte e spettatori, sviluppandosi in modo da esplorare ogni possibilità architettonica del PAC, trasformato in spazio sociale ad alta densità. Garutti riunisce per la prima volta in uno spazio istituzionale parte di un’antologia di lavori che, posti l’uno accanto all’altro, discriminano la sua continua indagine di circoscrizione e, poi, di disseminazione dei limiti creati dalla sostanzialità di spazio e tempo.

IMG 45661 La diffusione del limite secondo Alberto Garutti

Alberto Garutti – Didascalia/caption – veduta della mostra presso il Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano 2013

L’opera che conferisce il titolo a questo itinerario, questo “arcipelago”, così come definito dai curatori Paola Nicolin e Hans Ulrich Obrist, si presenta, fin dal principio del percorso, come un’opportunità per il visitatore di raccogliere ogni didascalia delle opere di Garutti, stampata su pile di fogli colorati, e di ricomporre, all’interno dei propri muri domestici, una personale collezione narrativa dei lavori. Riecheggiando modalità transmediali, utilizzate anche da artisti quali González-Torres e AlfredoJaar, Garutti sceglie, invece, di ri-distribuire linguisticamente anche progetti non inseriti in mostra, come l’incisivo Dedicato a chi guarda in alto, esposto all’Hangar Bicocca in occasione di Terre vulnerabili nell’ottobre  del 2010.
Il fattore che maggiormente colpisce di Didascalia/caption è la capacità di Garutti di allestire con destrezza non solo il piano mezzanino superiore del PAC (vedi la serie di Orizzonte), ma persino i soffitti, installando microfoni collegati a un sistema di registrazione, per sistematizzare nel tempo le voci del pubblico.

Ginevra Bria

Milano // fino al 3 febbraio 2012
Alberto Garutti – Didascalia
a cura di Paola Nicolin e Hans Ulrich Obrist
PAC
Via Palestro 14
02 76020400
www.comune.milano.it/pac/

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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