A Milano un laboratorio scientifico all’interno di una mostra d’arte

La mostra è anche invito a confrontarsi con le proprie emozioni, prendendo parte alla simulazione di un esperimento scientifico seguito dall’Università. Grazie ad un software che riconosce le espressioni facciali

È il tema del Fuorisalone di quest’anno: il “Laboratorio Futuro”, riflessione su come noi tutti immaginiamo il domani alla luce di quello che oggi vediamo scorrere davanti ai nostri occhi, in termini di progressi e nuove frontiere del fare e percepire l’arte, ma anche di come ci rapportiamo al mondo, al prossimo e a noi stessi. Prima era la fotografia. Ora sono i Metaversi, le Intelligenze Artificiali, gli NFT.

La storia si ripete, ciclicamente. Ed è un cambiamento, all’interno del mondo artistico, che vale la pena cogliere e di cui è necessario discutere, non per decretare cosa sia giusto o sbagliato, non per schierarsi forzatamente o al contrario, passivamente, farsi inghiottire dall’onda del progresso, ma per comprendere il nuovo ruolo dell’opera, dell’artista e dello spettatore all’interno delle dinamiche di questa nuova esperienza estetica.

LA MOSTRA BRAVE NEW WORLD?

È quello che cerca di fare la galleria STAYONBOARD di Milano con la mostra Brave New World?,  riferimento al celebre romanzo datato 1932 del grande Aldous Huxley, che racconta di un futuro distopico in cui tutta la Terra è sotto il potere di dieci “controllori” e l’intera società è rigidamente schiava di barbare pratiche scientifiche.

La mostra, a cura di Nicola Bigliardi, propone la partecipazione di cinque artisti, Elisa Muliere, Guido Nosari, Günter Pusch, William West e Albina Yaloza, le cui opere riflettono su passato, presente e futuro di arte, artista e spettatore avvalendosi di media e linguaggi differenti – pittura, installazioni e NFT – e di punti di vista inediti e contrastanti sulle conseguenze inevitabili dell’uso dei nuovi media digitali nel mondo artistico, sempre avendo in mente, come afferma il curatore Nicola Bigliardi che “la sfida attualissima dell’artista consiste, non tanto nel prendere posizione nell’uno o nell’altro verso, quanto, invece, nel fare come si è sempre fatto, come la storia insegna. Gli artisti che oggi studiamo e che ammiriamo sono rilevanti non tanto per essersi espressi con le più sofisticate tecnologie o perché resistevano e reagivano al nuovo, ma perché hanno scardinato gli automatismi di pensiero e ci hanno fatto percepire le cose in un altro modo”.

IL LABORATORIO SCIENTIFICO DEL FUTURO

All’interno dell’esposizione poi, la possibilità per lo spettatore di prendere parte alla simulazione di un esperimento scientifico, “misurando” le proprie emozioni.

In collaborazione con gli psicologi dell’Università Vita-Salute San Raffaele, la galleria ha infatti allestito un laboratorio in scatola che, attraverso un software di analisi delle micro-espressioni facciali, restituisce un tracciato emotivo delle sei emozioni di base – felicità, tristezza, rabbia, sorpresa, disgusto, paura – provate dallo spettatore mentre osserva un filmato prodotto dal susseguirsi di alcune immagini modificate delle opere esposte nella mostra e accompagnate da una suggestiva narrativa musicale.

Da sempre psicologi, neuroscienziati e ricercatori si sono interrogati su modalità e strumenti in grado di cogliere e misurare quelle macrocategorie emotive universali e innate individuate dallo psicologo Paul Ekman e manifestate attraverso il viso, le reazioni posturali e i parametri della voce.

Oggi i software di Intelligenza Artificiale ci danno una grossa mano, non solo aiutando esperti e studiosi a decifrare processi e dinamiche emotive, ma, come in questo caso, rendendo lo spettatore co-creatore dell’esposizione artistica, a cui prende parte co-partecipando alla riflessione proposta.

Marta Pizzolante

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Marta Pizzolante

Marta Pizzolante

Dottoranda di ricerca presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, ha ottenuto la laurea triennale presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca per poi proseguire i suoi studi specialistici in Neuroscienze Cognitive presso l’Università di Trento/CIMeC (Center for Mind/Brain Sciences). La sua…

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