3 strumenti per usare e mettere in discussione ChatGPT

Fenomeno digitale dell’anno, con tutti i dubbi che continua a sollevare e le controversie legali, ChatGPT ha potenzialità e limiti. Ecco come scoprirli e, in alcuni casi, usarli a proprio favore

Come fare a scovare gli errori in cui incappa ChatGPT sui temi più disparati? O come sfruttarne le potenzialità magari per assumere manager e digital producer? Ecco tre strumenti che possono venire in soccorso.

Simona Caraceni

Versione aggiornata dell’articolo pubblicato su Artribune Magazine #71

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DAN

Unanimemente definito “il jailbreak di ChatGPT”, DAN permette di fare domande e avere risposte da ChatGPT aggirando i filtri che sono stati imposti all’intelligenza artificiale.
I filtri che questo workaround rimuove sono quelli applicati ai comportamenti “unpolite”, cioè irrispettosi di diversità, parolacce, insulti o idee politiche giudicate controverse. Il trucco per avere accesso a DAN è usare ChatGTP iniziando la conversazione con una frase, un prompt che chiede all’AI di giocare appunto al gioco di ruolo DAN – Do Anything Now, impersonando un personaggio che aggira i filtri. Da quel momento ChatGPT fornirà risposte politicamente orientate, scorrette, sessiste, forse più realistiche, avendo aggirato i blocchi contenutistici imposti da OpenAI.
Rilasciato per la prima volta a dicembre 2022, ora DAN è arrivato alla versione 5.0 e può confermare ufficialmente la presenza di alieni, se vi interessa l’argomento. Qui un aggiornamento è d’obbligo: a oggi (14 aprile 2023), come riportato sul sito, è stato disabilitato “l’accesso a ChatGPT per gli utenti in Italia su richiesta del Garante per la protezione dei dati personali”.

https://chat.openai.com/
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DAN

DAN

ZEROGPT

La vita negli uffici e al computer non è più la stessa dopo l’avvento di ChatGPT: sono frequenti i casi in cui ci si fa scrivere un progetto, la risposta a una mail difficile, una tesina universitaria, un deliverable per un progetto europeo, un post sui social invece di sfruttare la nostra intelligenza. Per quanto riguarda l’ambito artistico, ChatGPT prende parecchie cantonate e non è affidabile, ma qualche coraggioso lo usa per il proprio lavoro quotidiano. Da poco tempo è stato rilasciato questo nuovo tool che permette di scoprire se un testo è stato scritto da un umano o da un’intelligenza artificiale. Sicuramente utile per poter correggere meglio le tesine degli studenti, o per poter contestare ore di lavoro per la produzione di testi che si rivelano invece creati in pochi secondi dall’intelligenza artificiale. Uno strumento utilissimo, che ci fa assumere la nostra responsabilità se utilizziamo ChatGTP, in un momento in cui il lavoro intellettuale potrebbe essere minacciato dall’avvento delle macchine.

https://www.zerogpt.com/
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ZeroGPT

ZeroGPT

GPTBOSS

Avete coraggio, avete idee, avete pochi soldi per realizzare il vostro progetto o siete degli antisociali cronici: GPTBoss fa per voi. Si tratta di una piattaforma a pagamento dove è possibile assumere social media manager, account, digital producer, addetti alle vendite, programmatori in qualunque linguaggio noto, il tutto utilizzando esclusivamente ChatGPT, che simulerà quelle professionalità, le quali seguiranno tutte le vostre istruzioni. Potrete millantare di avere un team di una manciata di persone, altamente specializzate, che svolgono il loro lavoro per voi a prezzi sicuramente più competitivi che dover pagare le persone in carne e ossa. Esistono poche recensioni di questo servizio perché è difficile poter dare un giudizio su interi lavori creati da questi team di intelligenze artificiali. Per utilizzarlo vi dovrete munire di una certa dose di coraggio e consapevolezza su quanto può essere fallibile anche l’intelligenza artificiale più istruita, e dovendo sempre fare i conti con ZeroGPT, che può essere interrogato per riconoscere se i vostri colleghi sono umani o artificiali.

https://www.gptboss.com/
da 0 a 100 $ al mese

GPTBoss

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Simona Caraceni

Simona Caraceni

Simona Caraceni, giornalista pubblicista, si occupa di nuove tecnologie e multimedialità dal 1994, fondando con Pier Luigi Capucci "NetMagazine" poi "MagNet", la prima pubblicazione elettronica in Italia. Ha insegnato all'Università di Bolzano, Macerata, Firenze, lo IED e la NABA di…

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