Vaccine day. Le primule sbocciano sui siti e sui social di musei, archivi e biblioteche

La primula è stata eletta come il fiore della rinascita e della ripartenza, simbolo della campagna di vaccinazioni per sconfiggere e debellare il Covid. Il MIBACT la sostiene, a partire da oggi, sui siti e sui social di tutti gli Istituti statali della cultura.

L’Italia rinasce con un fiore”, è lo slogan del Vaccine Day, o V-Day, istituito il 27 dicembre come la giornata che sancisce l’inizio della fine della pandemia, attraverso la campagna di vaccinazione per tutti coloro che vi si vorranno sottoporre. In Italia, il simbolo di questo evento è già stato eletto: si tratta della primula fucsia concepita nell’ambito del progetto dei padiglioni temporanei di Stefano Boeri (sul quale in Artribune sono comparsi diversi commenti perplessi). “Oggi l’Italia si risveglia #Vaccineday. Questa data ci rimarrà per sempre impressa”, ha twittato in questa mattina tanto emblematica il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte“Partiamo dagli operatori sanitari e dalle fasce più fragili per poi estendere a tutta la popolazione la possibilità di conseguire l’immunità e sconfiggere definitivamente questo virus“. La campagna sarà declinata e condivisa sui siti e sui social di tutti gli Istituti statali, nella volontà di esprimere un impegno corale della Cultura a favore della salute dei cittadini e del rilancio del Paese.

Card, campagna social Vaccine day

Card, campagna social Vaccine day

LA PRIMULA FUCSIA SIMBOLO DEL VACCINE DAY

Anche il mondo della cultura sostiene la campagna di vaccinazioni, diffondendo le svariate rappresentazioni delle primule – prese dal proprio patrimonio artistico – sui siti web e sui social di musei, archivi e biblioteche. “Primule di diverse specie, dalle corolle color giallo, arancio, rosa. Scolpite sui marmi, stampate su pergamene, dipinte su porcellane, catalogate in antichi erbari, descritte in scrupolosi codici botanici”, fanno sapere dal MIBACT. “Nascoste tra decori minuti oppure protagoniste fortemente simboliche in pitture parietali e affreschi decorativi. Con una ricerca sul ‘fiore che annuncia la primavera’ condotta e condivisa da tutti i propri istituti – biblioteche statali, archivi, musei e parchi archeologici – il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo guidato da Dario Franceschini lancia attraverso i propri profili social una campagna di comunicazione digitale a sostegno della vaccinazione anti Covid”.

Stefano Boeri, Campagna vaccini, 2020. Vista del padiglione

Stefano Boeri, Campagna vaccini, 2020. Vista del padiglione

LA PRIMULA NEL MONDO DELLA CULTURA

L’intera campagna di ispira a opere e iconografie della storia dell’arte italiana: sulla card dell’iniziativa, viene utilizzata una sintesi di raffinati esemplari floreali, oltre a un primo piano del busto e delle mani della Dama col mazzolino di Andrea Del Verrocchio, conservata al Museo Nazionale del Bargello, opera dalla quale ha tratto ispirazione lo stesso Stefano Boeri per l’ideazione del logo dei padiglioni per la campagna di vaccinazione contro lo stesso virus che ha tenuto i luoghi della cultura chiusi così a lungo. Tra gli altri esempi, ci sono le primule intarsiate nel “fregio di camino” di Francesco di Giorgio Martini a Palazzo Ducale di Gubbio, ricamate sul vivace bordo di un costume tradizionale della Calabria del Museo delle Civiltà di Roma, dipinte sulle porcellane della Manifattura Discry del Servizio Raggi alle Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, a Genova; stampate su una cartolina del 1919 del Fondo Cesare Poma (Archivio di Stato di Biella), rappresentate nelle Cinquecentine della Biblioteca Universitaria di Cagliari, nei volumi sulla Flora italiana ossia Raccolta delle piante più belle che si coltivano nei giardini d’Italia diretta e illustrata dal professor Gaetano Savi (Biblioteca Palatina di Parma) o nella corona di fiori della Ninfa alata di Gennaro De Crescenzo, nella Saletta neoclassica di Palazzo Reale a Napoli.

SENSIBILIZZAZIONE O PROPAGANDA?

Utilissima qualsiasi campagna di sensibilizzazione in questo momento, beninteso. Specie alla vigilia della partenza – auspichiamo – di una campagna di vaccinazioni di massa che vede ancora resistenze ideologiche e sacche di no-vax. E qui la cultura può magari non convincere qualcuno a vaccinarsi ma contribuire a creare una atmosfera positiva attorno a questa opportunità. Resta tuttavia eccessiva l’enfasi propagandistica con cui il Governo sta costruendo la narrazione di questo vaccino, con tanto di arrivo del furgone con le prime – pochissime – dosi raccontato minuto per minuto dal passo del Brennero in giù. A voler pensar male, tutto questo sembra concepito per distrarre l’opinione pubblica sul succo della questione: l’assenza di una vera strategia organizzativa che rischia di farci arrivare in ritardo rispetto gli altri partner europei e internazionali sulla immunizzazione della popolazione. Oggi la Germania – ancorché senza alcun fiorellino – inizia la campagna vaccinale con 150mila dosi di siero, in Italia sono meno di 10mila. E la sensazione è, tornando a parlare di musei e di patrimonio artistico, che i tedeschi a fine incubo avranno totalizzato un numero di giorni di chiusura-musei enormemente più contenuto del nostro. Speriamo ovviamente di sbagliare.

-Giulia Ronchi e Massimiliano Tonelli 

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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