Milano Fashion Week Uomo primavera estate 2026. La moda punta sulle cose semplici, ma rischia di dimenticare il resto

Dolce&Gabbana con i pigiami, Prada con le tinte unite, Armani con l’abito sartoriale. Tutta la moda italiana resetta la creatività e riparte dagli indumenti più semplici

Il modus operandi “pradesco” diventa credo comune: abbandonare la complessità in favore di indumenti e accessori semplici. La Milano Fashion Week appena conclusasi, dove sono state presentate le collezioni Uomo primavera estate 2026, ha testimoniato un bisogno comune a molti brand d’abbigliamento che sono innanzitutto aziende. Ossia il bisogno di rifugiarsi in una sicurezza creativa ed economica. 

D&G MEN Show Summer 2026 Photo Gorunway
D&G MEN Show Summer 2026 Photo Gorunway

Dolce&Gabbana Uomo primavera estate 2026

Dolce&Gabbana rende stilosa la mise da casa mandando in passerella i propri pyjama boys. Il pigiama, prezioso e couture, realizzato in leggero jacquard di cotone a righe verticali, diventa protagonista e ricorda le sfilate Anni Novanta del marchio italiano, mentre viene accostato a un’infinità di trame dal gusto urban-cool. Al calar della sera, si veste di nuova luce: le righe dialogano con ricami preziosi di pietre e cristalli applicati a mano, che gli conferiscono un’allure da sera. Gli accessori completano la narrazione: spille cammeo, collane di pietre colorate indossate da sole o abbinate a rosari, occhiali da sole dal design vintage rivisitato. Una collezione che celebra il comfort senza rinunciare all’eleganza, in equilibrio tra heritage e contemporaneità. 

Prada Uomo primavera estate 2026

Di equilibri parla anche Prada a suon di pantaloni e camicie in cotone, trench beige, completi sartoriali, tute slim fit. Ciò di cui tutti hanno bisogno e che non necessita di complessi ragionamenti o dettagli vistosi per essere compreso, rinunciando ai contrasti per favorire l’armonia tra uomini diversi che si ritrovano in indumenti simili tra di loro. 

Emporio e Giorgio Armani Uomo primavera estate 2026

Giorgio Armani invece porta l’abito sartoriale in spiaggia con disinvoltura, pensando a chi cerca la qualità del ben vestire e il fascino di una volta. Anche Re Giorgio parla di armonia: “Questa collezione rappresenta una nuova esplorazione di un tema a me sempre caro: la combinazione di riferimenti e culture, l’idea della moda che trova armonia tra cose in apparenza dissonanti, unendole in un segno di stile chiaro e leggero”. Dunque, il mood della sfilata è rilassato come in spiaggia, e lo si nota dalla vestibilità comoda dei look impreziositi da dettagli quali portaocchiali e portachiavi appesi al collo. Mentre Emporio Armani è più baroccheggiante, racconta di viaggi molto lontani. E anche qui domina un’eleganza rilassata, fatta di giacche con cintura annodata intorno la vita e altre prive di colletto.

Magliano PE26
Magliano PE26

La moda Uomo della prossima bella stagione

Le cose semplici, e per questo belle, sono al centro anche della collezione di Etro, rivolta a un esteta amante dei tessuti pregiati e della sofisticatezza dei pigiami in seta; di Magliano, in perfetto stile rètro come il fashion film che ha sostituito un “normale” show per far immergere gli invitati negli Anni Ottanta; di Mordecai, che valorizza il tatto attraverso capi d’abbigliamento squisitamente materici che strizzano l’occhio ai judoka; di Stone Island, fedele al workwear privo di fantasie ma colorato. Questi sono esempi del menswear del futuro, alleato dell’armonia e nemico della disarmonia. 

Mordecai PE26
Mordecai PE26

Moda Uomo: poca diversità, troppa semplicità?

Ma a che punto arriveremo se tutti penseranno alla semplicità e nessuno a sfidare il sistema per migliorarlo, pensando a chi non viene oggi ancora rappresentato dal mainstream e cerca disperatamente un’identità che passi dal vestiario, o perlomeno la certezza di non essere solo, bensì di far parte di una community? A questo, forse, non si sta pensando, tagliando fuori milioni di uomini che vogliono sì la pace e l’armonia, ma anche essere unici e liberi. Non necessariamente semplici.

Giulio Solfrizzi 

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Giulio Solfrizzi

Giulio Solfrizzi

Barese trapiantato a Milano, da sempre ammaliato dall’arte del vestire e del sapersi vestire. Successivamente appassionato di arte a tutto tondo, perseguendo il motto “l’arte per l’arte”. Studente, giornalista di moda e costume, ma anche esperto di comunicazione in crescita.

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