Piacenza. Alla galleria Volumnia apre il ristorante di chef Luigi Taglienti

Lo chef ligure arriva negli spazi riqualificati dalla gallerista Enrica De Micheli, che da qualche anno ha restituito alla città la chiesa sconsacrata di Sant’Agostino, facendone uno spazio che valorizza il design italiano. In linea con il progetto anche il nuovo ristorante. L’intervista a Taglienti

Affacciata sullo Stradone Farnese che taglia la città, fino a pochi anni fa la chiesa sconsacrata di Sant’Agostino – imponente edificio religioso, più grande persino del Duomo cittadino, utilizzato fino agli anni Ottanta per l’allestimento di mostre ed eventi – era destinata a restare solo un ricordo dolce-amaro per i piacentini. Nel 2017, Enrica De Micheli, antiquaria e gallerista, si è aggiudicata il bando di gara promosso dal Demanio, facendosi carico di restituire lo spazio a Piacenza e a tutti coloro che la visitano. Alla fine del 2018 nasceva così, dopo una serie di lavori di restauro, la galleria d’arte Volumnia, progetto dedicato principalmente al design italiano, spazio espositivo, di vendita e ricerca celato dietro alla facciata settecentesca in stile neoclassico (ma all’interno è sopravvissuto al tempo l’impianto rinascimentale), in pieno centro città. Da subito, l’intenzione di De Micheli è stata quella di dotare la galleria anche di un ristorante, recuperando gli ambienti della vecchia falegnameria e il bel cortile-giardino del complesso. Missione compiuta.

Multicolore inusuale by Fausto Mazza

Multicolore inusuale by Fausto Mazza

ARTE E DESIGN AL RISTORANTE IO LUIGI TAGLIENTI

Il 4 giugno apre a Sant’Agostino il ristorante IO Luigi Taglienti, 35 posti ricavati nella sala interna e altrettanti coperti disponibili all’aperto, nel giardino che è stato valorizzato con arredi anni Cinquanta su progetto della paesaggista Anna Scaravella, in continuità con il filo conduttore del progetto espositivo. All’interno spiccano la Sedia Leggera di Gio Ponti per Cassina, il grande tavolo in marmo bianco di Carrara di Angelo Mangiarotti per Skipper e la libreria Stildomus che arreda la parete principale. Opere d’arte saranno esposte a rotazione, a partire da Ikebana, serie Korea 2013 di Jiulia Fullerton – Batten; le luci sono firmate Davide Groppi, che ha “vestito” i tavoli con TeTaTeT bianche e oro, illuminando la sala con una grande Moon.

Riso Nascosto by Fausto Mazza

Riso Nascosto by Fausto Mazza

IL RISTORANTE IO LUIGI TAGLIENTI

Dopo la conclusione dell’esperienza Lume a Milano (in uno spazio altrettanto improntato al design, recupero dell’ex fabbrica Richard Ginori di via Watt, che ha terminato la sua attività durante la pandemia), e una temporanea incursione all’Hotel Splendido Belmond di Portofino, l’estate scorsa, lo chef ligure si rimette in gioco con un progetto in provincia, pur in posizione strategica, a breve distanza da Milano e in un contesto decisamente stimolante per avviare un discorso focalizzato sulla cucina italiana classica (ma moderna nell’interpretazione). “Con Enrica De Micheli siamo entrati in contatto tramite conoscenze comuni: lei aveva l’idea di aprire uno spazio di ristorazione per restituire a pieno, alla città, il complesso di Sant’Agostino; io sono stato conquistato dalla bellezza del luogo e dalla serietà del progetto. Ho intuito subito le potenzialità del posto: credo che oggi, più di prima, sia importante presentare alle persone uno spazio dove possono stare bene, non solo per quello che mangiano, ma per il valore di ciò che le circonda”.

Scampi liguri by Fausto Mazza

Scampi liguri by Fausto Mazza

IL PROGETTO SULLA CUCINA ITALIANA

L’idea è quella di presentarsi a Piacenza con un approccio molto chiaro: “Non voglio fare un bistrot, non è una tradizione che ci appartiene. L’Italia storicamente è la terra del ristorante che sa presentare una cucina fatta di grandi classici regionali. Questo filone si è un po’ perso per strada, ma credo sia possibile e giusto recuperarlo. Avevo iniziato a Milano, col menu Taglienti racconta Taglienti, procedendo lungo l’ossatura delle tradizioni regionali. Qui lo faremo in modo più compiuto, con una squadra di ragazzi molto affiatata e i grandi prodotti del territorio: siamo davvero in un contesto favorevole, anche sotto questo aspetto”. Niente divisioni tra formula bistrot e ristorante “gourmet”, quindi, ma una tavola aperta a pranzo e cena con il medesimo servizio (e menu), fatto salvo qualche piatto più agile per la pausa di metà giornata, “penso a un assaggio di culaccia di Bettella, a uno spaghetto al pomodoro ben fatto, a proposte di respiro più internazionale per un pranzo sfizioso, come Club sandwich e astice burger”. Per il resto, in cucina si partirà da una grande materia prima, “il manzo macellato in zona, verdure e farine locali, gli scampi di Santa Margherita, che non dista molto da Piacenza, salumi e formaggi del territorio”, per approntare un menu che spazia dalla lasagna (vecchio pallino dello chef) al tortello piacentino, passando per il filetto di vitello con foie gras e il manzo con peperoni e salsa piacentina, prima di chiudere in bellezza con il Gran dessert, degustazione al tavolo di tiramisù, zuppa inglese, babà e altri caposaldi della pasticceria italiana, per ricordare il carrello dei dolci. La carta dei vini valorizzerà i piccoli produttori, con molte referenze di realtà che producono quantità limitate, lavorando sulla qualità (e tante cantine delle Valli piacentine).

Fegato grasso al vapore di terza by Fausto Mazza

Fegato grasso al vapore di terza by Fausto Mazza

IO LUIGI TAGLIENTI: OBIETTIVI E AMBIZIONI

Parliamo di un ristorante classico ma moderno nell’approccio, che vuole essere anche un esempio di sostenibilità: è finito il tempo delle brigate con 20 cuochi e 30 camerieri, proviamo a mettere in campo un’idea di ristorazione differente. E poi c’è la sfida su piatti che tutti conoscono: è importante essere comprensibili, chi si siede al tavolo vuole capire. Questo significa prendersi un rischio diverso: adoro cucinare i miei fusilli con il frutto della passione, ma la stessa soddisfazione la provo presentando una lasagna che restituisca dignità a una pietanza che spesso diamo per scontata”. Un’impostazione simile, chiaramente, guarda anche al pubblico straniero che visiterà la città e la galleria. Disponibile anche un menu degustazione, a 59 euro. Lavorare in questo contesto sarà stimolante, “lo spazio è incredibile e c’è una grande energia”. Taglienti, però, lascia aperta la porta a Milano: “Vivo a Milano e continuo a credere che ci sia spazio per fare bene. Quindi, nel prossimo futuro, sono pronto ad avviare un nuovo progetto, a patto di trovare la situazione giusta”. Ora, però, si ricomincia da Piacenza.

– Livia Montagnoli

www.ioristorante.it

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati