A Roma l’Università La Sapienza avrà un’innovativa biblioteca aperta alla città

Non c’è ancora una data di avvio del cantiere, ma la futura Biblioteca dell’Università di Roma sarà una casa della conoscenza aperta anche alla città. Un altro tassello della Capitale che verrà

Come sarà la Roma del futuro? Di sicuro potrà disporre di una biblioteca (finalmente) concepita come “un polo interculturale, un luogo permeabile, condiviso tra studenti e cittadinanza: una breccia che rompe il muro di cinta dell’attuale quartiere universitario aprendosi verso la città”. Con queste parole è stato presentato al pubblico progetto dello studio Mijic Architects per la nuova Biblioteca de La Sapienza Università di Roma. Lo studio fondato da Eduard Mijic nei mesi scorsi si è aggiudicato il concorso internazionale di progettazione come capofila del raggruppamento che include anche Polistudio A.E.S. e Studio di Geologia tecnica e ambientale Copioli. Trascendendo l’idea di “contenitore di libri”, l’edificio scelto da una giuria composta da esperti internazionali costituisce l’esito di una profonda riflessione sul ruolo e l’evoluzione dell’istituzione bibliotecaria nel contesto urbano attuale. Così si è sviluppato uno spazio flessibile, in grado di ospitare, oltre ai due milioni di volumi della facoltà unificata di Lettere e Filosofia, incontri, conferenze, momenti di scambio attivo tra comunità universitaria e cittadinanza. Il nuovo edificio verrà eretto nell’area del campus prospiciente piazzale Aldo Moro, nella Città universitaria.

La nuova Biblioteca de La Sapienza Università di Roma

Il progetto si delinea richiamando la pianta quadrata e ortogonale del castro romano sviluppandosi direttamente sulle mura di cinta del polo universitario esistente, un progetto di primo Novecento dell’architetto Marcello Piacentini, nel quartiere Tiburtino. L’edificio, un cubo modellato e svuotato della sua monumentalità e regolarità, intende riflettere il concept di uno spazio definito ma potenziale, aperto alle richieste di una società in costante sviluppo e cambiamento. Il dislivello nell’area di progetto, di circa 5.000 metri quadrati, diventa l’occasione per porre due accessi all’edificio, raccordati in una zona di pubblica accoglienza e transito verso un’ampia corte interna e i piani superiori. È poi salendo che la biblioteca si sviluppa come free space in cui le partizioni sono gli scaffali stessi. Il concetto di fluidità è anche verticale, sviluppato grazie a tagli nei solai che creano una diretta connessione visiva tra i diversi livelli della biblioteca.

La nuova Biblioteca de La Sapienza. Anche un caffè, terrazze verdi e spazi per la socialità

Numerose sono poi le terrazze verdi, gli spazi di socialità che danno sulla corte interna, gli spazi di lettura e didattica affacciati all’esterno. La materialità delle facciate cita la tradizione di primo Novecento, alternando al pieno delle lamelle in travertino romano il vuoto di vetrate che schiudono la vista del progetto anche dalla strada. Il programma funzionale si arricchisce poi di un caffè, un bookshop e un auditorium proposti nei livelli inferiori della struttura. Accordando il comfort impiantistico e strutturale sviluppato dal gruppo di Polistudio A.E.S. a una delicatezza progettuale propria di Mijic Architects, il progetto riesce a elidere la distanza tra università e società, proiettandosi sull’urbano come un ponte culturale tra le due, nell’atto di trasformare la biblioteca da luogo introverso e individuale in spazio di trasparenza e collettività.

Sophie Marie Piccoli

https://www.mijicarchitects.com/

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Sophie Marie Piccoli

Sophie Marie Piccoli

Sophie Marie Piccoli è architetta. Laureatasi nel 2022 all’Accademia di Architettura di Mendrisio, ha lavorato durante il percorso universitario per gli studi MDP Paysagiste e IHA Architecte a Parigi. Nel 2019 fonda con altre studentesse il collettivo di ricerca sostenibile…

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