I 150 anni di Villa Hügel, dimora tedesca sopravvissuta alla storia

A Luchino Visconti fu negata la possibilità di ambientarvi alcune scene, mentre i proprietari appartenevano a una dinastia di industriali che contribuì ad armare la Germania per decenni. Ecco tutta la storia di Villa Hügel a Essen

Quando Luchino Visconti chiese l’autorizzazione per girare alcune scene de La caduta degli dei a Villa Hügel, in quella che fu dal 1873 al 1945 la residenza della famiglia Krupp, il permesso gli venne negato. La critica ha sempre raccontato che il film è ispirato, seppure con molte licenze, alle vicende dei magnati dell’acciaio che nella finzione prendono il nome di Essenbeck. Un gioco di parole per alludere a Essen, la città di origine dei Krupp, che si trova a pochi chilometri dalla sontuosa villa con 269 camere, al centro di un parco di 28 ettari. Ricchezza, potere, rapporti con il nazismo, depravazioni sono i temi su cui ruota il film, ma anche gli elementi reali di una dinasty germanica che ha segnato un’epoca. Visconti tentò di girare nelle acciaierie, ma anche qui trovò la porta sbarrata e un clima di diffidenza che rallentò le riprese e fece impennare i costi. Alla fine il film uscì nel 1969 e il regista ‒ per evitare altri problemi ‒ dichiarò più volte che non si ispirava direttamente alla famiglia Krupp.

Germania. Villa Hügel. Ritratto della famiglia Krupp von Bohlen e Halbach, George Harcourt, 1930-1931

Germania. Villa Hügel. Ritratto della famiglia Krupp von Bohlen e Halbach, George Harcourt, 1930-1931

LA STORIA DELLA FAMIGLIA KRUPP

Villa Hügel è lo snodo simbolico di una vicenda che si intreccia con la storia tedesca degli ultimi centocinquant’anni. A partire dal 1870, Alfred Krupp, consapevole del prestigio che la sua azienda stava conquistando non solo in Germania ma in tutta Europa, cominciò a far costruire (sulla base di sui disegni) un edificio che fosse a un tempo residenza e luogo di rappresentanza per ricevere ospiti illustri, teste coronate e uomini d’affari. Inaugurata nel 1873, l’imponente costruzione, situata sulle colline che dominano il Lago Baldeney, è più simile a una reggia che a una villa e festeggia i 150 anni con una serie di eventi e visite guidate che permettono di scoprirne anche parti solitamente inaccessibili.
Il Kaiser Guglielmo era di casa a Villa Hügel, così come, qualche decennio dopo, lo fu Hitler. D’altra parte non poteva essere altrimenti: per almeno un secolo i Krupp furono gli armaioli del Reich. La volontà di potenza prima della Prussia, poi del Terzo Reich non si sarebbe potuta manifestare senza le acciaierie di Essen e della Ruhr. Fu la Grande Bertha, il cannone con il calibro da 420 millimetri, a martellare Verdun, Anversa, Namur, Ypres durante la Prima Guerra Mondiale. E furono i sommergibili U1 a dettar legge sui mari fin dall’inizio del Novecento. Cannoni, carri armati, navi da guerra, tutti costruiti dai Krupp.
Bertha non fu un nome scelto a caso: era quello della prima moglie di Alfred, il fondatore. E anche quello della nipote, figlia di Friedrich Alfred e Margarethe Krupp, che, appena sedicenne, nel 1902 si ritrovò, per la prematura scomparsa del padre (accusato di omosessualità e pedofilia durante i suoi soggiorni a Capri), erede della fortuna di famiglia e della colossale potenza economica dell’azienda. Quattro anni dopo, Bertha sposa Gustav von Bohlen und Halbach, che porta in famiglia quarti di nobiltà. Fu Gustav a riarmare la Germania dopo il Trattato di Versailles, a intrattenere rapporti con Hitler, che aveva sostenuto alle elezioni del 1933. Sopportato in un primo tempo, poi inevitabilmente appoggiato man mano che il Führer prendeva il potere assoluto sulla nazione. Negli anni cruciali della Seconda Guerra Mondiale al comando dell’impero di famiglia però c’è già suo figlio Alfried, lui sì convinto simpatizzante delle SS. È Alfried che gli americani arrestano nel 1945 sequestrandogli tutti i beni. Fra le accuse, anche quella di avere utilizzato come forza lavoro gli internati dei campi di concentramento. Condannato a dodici anni a Norimberga come criminale di guerra, verrà liberato nel 1951 e riavrà la fabbrica e la villa nel 1953 ma non ritornerà a viverci. Insieme alla madre Bertha decide di aprire la villa al pubblico per farne un luogo di cultura al servizio della regione della Ruhr. La prima esposizione d’arte viene organizzata nel 1953 e da allora, regolarmente, ne sono state organizzate molte di livello internazionale. Negli anni successivi, alla morte di Alfried Krupp avvenuta nel 1967, le attività di Villa Hügel saranno gestire da una fondazione ‒ la Alfried Krupp von Bohlen und Halbach-Stiftung ‒ affidata a Berthold Beitz, che per cinquant’anni è stato capo indiscusso del gruppo industriale diventato nel frattempo ThyssenKrupp e artefice, nel secondo dopoguerra, della reindustrializzazione della Ruhr. È giusto ricordare che Berthold Beitz fu anche un personaggio che Israele ha insignito del titolo di Giusto fra le Nazioni per aver salvato diverse centinaia di ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale.

© Photo Dario Bragaglia, Germania, Villa Hügel. La facciata che affaccia verso il Lago Baldeney

© Photo Dario Bragaglia, Germania, Villa Hügel. La facciata che affaccia verso il Lago Baldeney

ARTE E ARCHITETTURA A VILLA HÜGEL

Bisogna aver ben presente questo contesto storico quando ci si accinge a visitare Villa Hügel e i suoi tesori d’arte. L’aspetto attuale si deve principalmente alla terza generazione dei Krupp che visse nella principesca dimora. Bertha Krupp e Gustav von Bohlen und Halbach ebbero sette figli e l’allargamento della famiglia portò alla necessità di rivedere gli spazi così come erano stati pensati dalle due precedenti generazioni. Grazie ai buoni profitti dell’azienda, la coppia fu in grado di affidarsi direttamente all’architetto di corte del Kaiser Wilhelm II, ai più famosi storici dell’arte e ai migliori artigiani per i lavori che, fra il 1913 e il 1916, diedero agli interni della villa l’aspetto che oggi possiamo ammirare. Il design delle sale al piano inferiore e superiore, dove le pareti accolgono una serie di arazzi fiamminghi dedicati alle “Sette arti liberali”, è frutto del gusto estetico di quegli anni.
Il raccordo fra i due piani è assicurato da un monumentale scalone in legno in stile moresco che nel 1900 sostituì l’originale scala in ghisa. È uno degli elementi architettonici più significativi dell’edificio e Visconti lo ricostruisce molto simile nel film. Anche qui, come in altri ambienti di Villa Hügel, si possono ammirare splendidi arazzi. Questi, in particolare, risalenti al 1670 circa, rappresentano le Storie di Adamo ed Eva e vennero acquistati nel 1905.
Nel corso degli anni, la vita sociale diventa via via più intensa. Ai loro numerosi ospiti i Krupp non lesinano intrattenimenti, dai campi da tennis ai cavalli per gli appassionati di equitazione ai concerti. Se nel 1876 Alfred Krupp e la sua sposa Berta Eichhoff si accontentavano di sole 66 persone di servizio, nel 1902 gli addetti salgono a 570 e allo scoppio della Prima Guerra Mondiale la nipote Bertha ha a sua disposizione 648 persone.
Per approfondire gli aspetti storici, la Guest House situata accanto alla Villa ospita l’Archivio Storico Krupp, considerato il più antico archivio d’azienda della Germania. Oltre ai documenti cartacei raccoglie un’imponente mole di materiale fotografico e filmato. Sempre nella Guest House si visita l’esposizione permanente dedicata alla storia della famiglia Krupp e della sua azienda.

Dario Bragaglia

https://www.villahuegel.de/

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Dario Bragaglia

Dario Bragaglia

Dario Bragaglia si è laureato con Gianni Rondolino in Storia e critica del cinema con una tesi sul rapporto fra Dashiell Hammett e Raymond Chandler e gli studios hollywoodiani. Dal 2000 al 2020 è stato Responsabile delle acquisizioni documentarie e…

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