“Addio a Umberto Riva, grande e sofisticato architetto di forme precise, elegantissime, mai banali. A parlare è Stefano Boeri, Presidente di Triennale di Milano, annunciando a mezzo social la scomparsa di Umberto Riva, mancato a 93 anni a Palermo.
CHI ERA RIVA
Nato il 16 giugno del 1928. Riva è stato un grande architetto, designer, progettista di interni. Nel 2018 fu insignito con la Medaglia d’Oro alla Carriera proprio dalla Triennale di Milano. Allievo di Carlo Scarpa all’Università di Venezia dove si è laureato, comincia i primi passi nel mondo della architettura nel 1960 a Milano, città dove ha poi sempre vissuto, pur mantenendo dagli anni ’80 una cattedra a Palermo. Tanti i suoi progetti, ad esempio piazza San Nazaro a Milano, o la Piazza della Farnesina a Roma, e ancora il restauro del Caffè Pedrocchi a Padova, la Biblioteca Europea di Porta Vittoria a Milano, le centrali termoelettriche di Catanzaro e Campobasso, per citarne solo alcuni. Fu definito il maestro della luce, per aver disegnato lampade per famosi brand quali Fontana Arte, Francesconi, VeArt di Scorzè, Barovier & Toso e mobili per Poltronova, Fontana Arte, Bigelli Marmi, Driade.
Del 1985 è la famosa “Casa Frea” esposta alla Biennale di Parigi. Gli anni ’90 portano nel suo cv mostre importanti, come Creativitalia a Tokyo e la partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1991.
“Io non ho mai creduto che l’architettura fosse tutta la mia vita o altre balle di questo genere, però diventando vecchio finisce che invece il mestiere dell’architetto sta prendendo molta parte della mia esistenza”
Umberto Riva
Arrivederci Maestro!#umbertoriva#25giugno2021 pic.twitter.com/4V6z1bOG5V
— BergamoeBresciaCapitaliItalianedellaCultura2023 (@BergamoeC) June 26, 2021
I LAVORI RECENTI
Membro dell’Accademia Nazionale di San Luca dal 1998, tra le sue cose più recenti si citano la chiesa di San Corbiniano a Roma e la mostra L’Italia di Le Corbusier al MAXXI di Roma. “Ero ingordo di immagini”, raccontava solo due anni fa Umberto Riva davanti alla telecamera nel video inedito realizzato da Francesca Molteni e Claudia Adragna in occasione della mostra alla Fondazione Sozzani. “Il mio non è un lavoro di un intellettuale, ma quello dell’artigiano che si approssima alla forma” . Tanti ora i messaggi di cordoglio e di omaggio che arrivano sui social a ricordare un grande protagonista dell’architettura e del design. E per citare Stefano Boeri, “Milano e l’architettura italiane da oggi sono più povere e sole”.
–Santa Nastro