Giornate FAI di Primavera: l’Italia della cultura riparte e apre i suoi tesori. Ecco cosa vedere

Sabato 15 e domenica 16 maggio 2021, in 300 città di tutta Italia tornerà l’appuntamento con Giornate FAI di Primavera, la manifestazione giunta alla 29a edizione, che invita gli italiani a scoprire e a prendere coscienza della ricchezza culturale del Paese. Con l’Italia quasi tutta in giallo a partire dal 10 maggio, la manifestazione – […]

Sabato 15 e domenica 16 maggio 2021, in 300 città di tutta Italia tornerà l’appuntamento con Giornate FAI di Primavera, la manifestazione giunta alla 29a edizione, che invita gli italiani a scoprire e a prendere coscienza della ricchezza culturale del Paese. Con l’Italia quasi tutta in giallo a partire dal 10 maggio, la manifestazione – posticipata a metà maggio invece del consueto primo weekend primaverile per rispettare le misure anti-covid emanate dai vari decreti governativi – rappresenta  il primo grande evento nazionale dedicato ad arte e cultura organizzato dopo l’ultimo periodo di lockdown. Con oltre 600 aperture, tra cui quella eccezionale (ma già esaurita) del Castello di Sammezzano, trionfo dell’architettura eclettica di stile orientalista, chiuso al pubblico e da decenni in cerca di una nuova vocazione, vincitore del censimento del FAI “I Luoghi del Cuore” nel 2016 e classificatosi al secondo posto nel 2020, sarà un weekend all’insegna di  itinerari tematici e visite speciali, sotto la guida dei giovani del Fondo Ambiente Italiano. Grazie a questa due giorni, infatti, molti luoghi di cultura solitamente chiusi – palazzi, chiese, castelli, aree archeologiche, giardini, architetture industriali, botteghe artigiane, musei, ma anche interi quartieri e borghi – apriranno le loro porte ai tanti visitatori con un contributo libero e la prenotazione obbligatoria. Le giornate saranno, infatti, anche l’occasione per chiudere la settimana della campagna raccolta fondi, organizzata dalla RAI in collaborazione con il Fondo Ambiente Italiano a sostegno del patrimonio artistico e paesaggistico nostrano. Ecco qualche spunto per costruirsi un percorso di visita…

– Claudia Giraud

www.giornatefai.it

TOSCANA – CASTELLO DI SAMMEZZANO

Castello di Sammezzano, Reggello (FI) Foto Michele Squillantini (C) FAI

Castello di Sammezzano, Reggello (FI) Foto Michele Squillantini (C) FAI

Chiuso alle visite dal 2016, aprirà eccezionalmente per le Giornate FAI di Primavera 2021 il Castello di Sammezzano a Reggello (FI), tenuta di caccia in epoca medicea, riprogettato nel secondo Ottocento in stile orientalista dal marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes D’Aragona, protagonista della vita culturale fiorentina, che lo rese un edificio senza pari in Italia e con pochi confronti a livello internazionale, per la rievocazione in 13 sale monumentali di capolavori architettonici di arte indiana e moresca. Trasformato nel 1970 con le sue 140 stanze in hotel di lusso, dopo una serie di vicissitudini e di aste giudiziarie mai aggiudicate tra 2015 e 2017, il castello è da poco tornato di proprietà della Sammezzano Castle srl ed è in cerca di una nuova vocazione. Circondato da un parco di 190 ettari, Sammezzano si è classificato al secondo posto nel censimento del FAI I Luoghi del Cuore 2020. Già vincitore dell’edizione 2016, purtroppo nessun intervento poté essere realizzato con il contributo di 50mila euro. Le visite saranno a cura del comitato che si è attivato per raccogliere voti a favore del castello. Durante le Giornate FAI di Primavera si percorrerà il parco con i suoi alberi monumentali e si visiterà il piano nobile del castello con le spettacolari sale.

Apertura: sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 9.30 alle 17 (visite già esaurite)
https://www.sammezzano.info/

LAZIO – VILLA IL VASCELLO

Roma, Villa Il Vascello_Foto Giovanni Formosa_2021_(C) FAI

Roma, Villa Il Vascello Foto Giovanni Formosa 2021 (C) FAI

Solitamente inaccessibile, Villa Il Vascello, sul colle del Gianicolo a Roma, è sede del Grande Oriente d’Italia, la più antica istituzione massonica del Paese. Fu progettata nel Seicento da Plautilla Bricci, probabilmente la prima “architettrice” della storia, che si ispirò al linguaggio del Bernini (la scogliera dell’entrata verso Porta San Pancrazio richiama la Fontana dei Quattro Fiumi di Piazza Navona). Il nome della villa deriva dalle sue forme particolari, che la facevano somigliare a un vascello in navigazione. Avamposto delle truppe garibaldine nel 1849, difeso dal generale Giacomo Medici nella battaglia contro l’esercito francese, subì danni così pesanti da essere in gran parte demolita. Proprio per questa strenua difesa, nel 1876, il Medici ricevette da re Vittorio Emanuele II il titolo di ‘Marchese del Vascello’ e l’anno successivo acquistò la villa. Il generale, insieme al figlio Luigi, ristrutturò e ricostruì l’edificio, dandogli l’aspetto attuale: una sorta di villa rinascimentale sul modello della Farnesina. La villa venne venduta nel 1985 al Grande Oriente d’Italia, che ne fece la sede nazionale dopo l’abbandono forzato della sede storica di Palazzo Giustiniani. Negli ultimi anni è stata arricchita dall’aggiunta di una splendida biblioteca, con sale ornate da pitture di soggetto massonico.

Apertura: sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 18.30
https://www.grandeoriente.it/il-vascello/presentazione/

LOMBARDIA – CHIESA SAN FRANCESCO AL FOPPONINO DI GIO PONTI

Milano, Chiesa di San Francesco d'Assisi al Fopponino_Foto Roberto Morelli_2021_(C) FAI

Milano, Chiesa di San Francesco d’Assisi al Fopponino Foto Roberto Morelli 2021 (C) FAI

Inaugurata nel 1964, la Chiesa di San Francesco d’Assisi al Fopponino si inserisce in un tessuto urbano molto denso all’interno del quale l’architetto di fama internazionale Gio Ponti ha cercato di isolare la costruzione sacra anteponendole una piccola piazza pubblica. La scansione spaziale interna ripropone quella già adottata nella chiesa di San Luca Evangelista di Milano dallo stesso Ponti. La Parrocchia di San Francesco fu istituita per decreto arcivescovile nel 1958 in sostituzione dell’antica chiesa seicentesca del Fopponino, che sorgeva in prossimità del cimitero di Porta Vercellina; la nuova costruzione fu economicamente sostenuta dall’Unione dei Commercianti di Milano, ed è per questo che la parrocchia è dedicata a S. Francesco d’Assisi, patrono dei commercianti. L’elemento che la contraddistingue maggiormente è la facciata verso Viale via Giovio che, allungandosi oltre i confini del corpo di fabbrica, collega la chiesa vera e propria agli adiacenti edifici parrocchiali. Le aperture ritagliate nella facciata reiterano la forma del diamante e sono chiuse da vetrate realizzate da Cristoforo De Amicis. Tutti gli arredi, le suppellettili sacre, la Via Crucis e persino le vesti liturgiche sono state disegnate da Gio Ponti, che ha sovrinteso anche agli apparati artistici e decorativi curati dagli altri artisti. Spicca la pala d’altare Il Cantico delle Creature, opera d’arte sacra di scala monumentale di Francesco Tabusso (96 mq di pittura), seguita tra il 1979 e il 1984 dall’esecuzione per la stessa Chiesa degli otto trittici che illustrano la Preghiera semplice di San Francesco. Durante le Giornate FAI di Primavera il pubblico avrà l’opportunità di conoscere e porre a confronto due storie speculari: quella della chiesa dei Santi Giovanni e Carlo al Fopponino, soprannominata “il Fopponino di Porta Vercellina” ed eretta nel XVII secolo sull’antico cimitero di Porta Vercellina, a sua volta istituito in conseguenza del fatto che, come ricorda Alessandro Manzoni ne I promessi Sposi, nel 1630 “la furia del contagio (da peste) andò sempre crescendo” a Milano; e quella della chiesa di San Francesco d’Assisi al Fopponino, costruita in sostituzione alla prima nell’ambito del programma “22 chiese per 22 concili” promosso dal cardinale Montini per celebrare il Concilio Vaticano II.

Apertura: sabato 15 maggio, dalle ore 10 alle 17; domenica 16 maggio, dalle ore 14 alle 17
https://chiesecontemporanee.chiesadimilano.it/chiese-contemporaneele-chiese/san-francesco-al-fopponino-270.html

PIEMONTE – PALAZZO CHIABLESE, APPARTAMENTI DI CARLO FELICE DI SAVOIA

Torino, Appartamenti di Carlo Felice di Savoia a Palazzo Chiablese - Foto Mia Santanera (C) FAI

Torino, Appartamenti di Carlo Felice di Savoia a Palazzo Chiablese – Foto Mia Santanera (C) FAI

L’edificio, sede della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino, chiude la piazzetta Reale sul lato occidentale e si estende fino alla Chiesa di San Lorenzo. In occasione delle Giornate FAI sarà visitabile in anteprima l’Appartamento di Carlo Felice di Savoia, appena restaurato in vista della realizzazione di un percorso museale fruibile al pubblico. Il palazzo rientra nel più vasto progetto di Ascanio Vittozzi voluto da Emanuele Filiberto alla fine del XVI secolo per riordinare gli spazi urbanistici davanti a Palazzo Ducale (oggi Reale). È il 1753 quando Carlo Emanuele III lo destina al figlio Benedetto Maurizio di Savoia, duca del Chiablese, ed è in quegli anni che Benedetto Alfieri si occupa di rinnovare e ampliare gli appartamenti: nei lavori di trasformazione sono coinvolti i principali pittori, stuccatori ed ebanisti attivi a corte. Con la caduta dell’Ancien Régime, i duchi del Chiablese abbandonano Torino e il palazzo ospita il governatore Camillo Borghese con la moglie Paolina Bonaparte. Nel 1814, il palazzo torna alla duchessa vedova del Chiablese che lo lascia in eredità al fratello Carlo Felice, divenuto re nel 1821. Il nuovo sovrano, per i suoi soggiorni torinesi, preferisce questa residenza all’attiguo Palazzo Reale e qui muore nel 1831.

Apertura: sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 18
https://www.museireali.beniculturali.it/spazio-mostre-chiablese/

PIEMONTE – CAMPUS ONU

Campus ONU Torino

Campus ONU Torino

Durante le Giornate FAI di Primavera 2021, in occasione del 60° anniversario dell’Esposizione Italia ’61, è prevista un’eccezionale apertura al pubblico del Campus ONU di Torino, le cui nitide e delicate architetture a firma di Nello Renacco, pensate per ospitare i padiglioni delle Regioni d’Italia e collegate tra loro da passerelle aeree, si sviluppano sulle sponde del Po, su 10 ettari di un parco con oltre 700 alberi e specie naturali. Oggi vi sono ospitate le sedi dell’ONU, dell’ITCILO, dello Staff College, dell’UNICRI, del Centro per l’UNESCO e, dal 2010 la Turin School of Developement, che porta in città partecipanti da tutto il mondo. L’attuale gestione del complesso rispetta i più elevati livelli ambientali e l’area, posta sotto il regime di extraterritorialità, è data in affitto dalla città di Torino alla cifra simbolica di un dollaro all’anno. La visita, di grande interesse architettonico, artistico e storico, metterà in evidenza anche l’aspetto naturalistico grazie a un percorso botanico nel parco.

Apertura: sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 18
https://www.itcilo.org/it/about/turin-campus

PIEMONTE – PARCO E GIARDINI DEL CASTELLO DI AGLIÈ

 Giardino, Parco e Castello di Agliè, foto di Michelangelo De Fazio e Massimo Perin Riz

Giardino, Parco e Castello di Agliè, foto di Michelangelo De Fazio e Massimo Perin Riz

Il nucleo originario del Castello di Agliè risale al XII secolo. Nel 1763 fu acquistato dai Savoia come appannaggio di Benedetto Maria Maurizio, duca del Chiablese, che lo trasformò in tenuta reale. Nell’Ottocento, dopo gli anni della dominazione napoleonica, l’edificio tornò ai Savoia e subì un’importante ristrutturazione; nel parco vennero poi costruiti il laghetto, il grande lago e le isole. Venduto allo Stato nel 1939, il castello è stato destinato a museo di se stesso, con strutture e arredi immutati, ed è stato tra i set della fiction Elisa di Rivombrosa. Le visite in occasione delle Giornate FAI, in collaborazione con la Direzione Regionale Musei Piemonte, permetteranno di scoprire il grande parco, riaperto al pubblico dopo lunga chiusura, scegliendo tra tre differenti percorsi, fruibili a piedi e in bicicletta. Il suo impianto è frutto di fasi diverse: la prima settecentesca e la seconda ottocentesca connotata da un’impostazione “all’inglese”. Il giardino, in parte pensile, conserva nell’area di ponente l’impostazione all’italiana data da Amedeo di Castellamonte, con vialetti e aiuole con siepi.

Apertura: sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 18
http://polomusealepiemonte.beniculturali.it/index.php/musei-e-luoghi-della-cultura/castello-di-aglie/

EMILIA ROMAGNA – GRAND HOTEL MAJESTIC EX BAGLIONI

Bologna, Grand Hotel Majestic ex Baglioni_Foto Paolo Panzera-OFV studio_2021_(C) FAI

Bologna, Grand Hotel Majestic ex Baglioni Foto Paolo Panzera-OFV studio 2021 (C) FAI

Storico albergo di Bologna, unico di categoria cinque stelle di lusso dell’Emilia Romagna, venne realizzato su progetto dell’architetto Alfonso Torreggiani per desiderio del cardinale Prospero Lambertini – poi Papa Benedetto XIV – come Seminario Arcivescovile, per poi essere trasformato in albergo nel 1912. Nel 1772 il cardinale Vincenzo Malvezzi affidò all’architetto Francesco Tadolini la costruzione del portico a 23 archi al piano terreno della facciata su via Indipendenza, insieme alla distruzione di alcuni locali del seminario al fine di rendere più fruibile lo spazio antistante la cattedrale di San Pietro. Nei locali sotterranei è possibile ancora oggi osservare una sezione stradale di circa dieci metri appartenente a uno dei decumani minori, che si caratterizza per l’eccellente stato di conservazione e per la possibilità di osservarne la composizione stratigrafica. L’edificio del seminario arcivescovile fu venduto dalla Curia nel giugno del 1909 e trasformato in hotel dall’ingegner Gasperini, mentre un nuovo piano sarà innalzato nel 1924. La notte del 18 ottobre 1944, nel tentativo di colpire un commando nazista stanziato al Baglioni, sei membri del G.A.P. (Gruppi di Azione Patriottica) collocarono una cassa di tritolo nei pressi dell’hotel, distruggendo la parte centrale dell’edificio e parte della facciata. L’aspetto attuale si deve quindi parzialmente a rifacimenti successivi a quella data. Molti sono gli ospiti illustri che vi sono avvicendati, come Nicola Romanov, Lady Diana, Federico Fellini e Filippo Tommaso Marinetti.

Apertura: sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 10 alle 18 (Ingresso riservato agli iscritti FAI)
https://grandhotelmajestic.duetorrihotels.com/it 

BASILICATA – PALAZZO MALVINNI MALVEZZI, DUCHI DI SANTA CANDIDA

Matera, Palazzo-malvinni-malvezzi Foto Ing. Ignazio Oliveri (C) FAI

Matera, Palazzo-malvinni-malvezzi Foto Ing. Ignazio Oliveri (C) FAI

In posizione dominante nella piazza del Duomo di Matera, Palazzo Malvinni Malvezzi troneggia con la sua mole rispetto agli altri palazzi gentilizi delle famiglie titolate della città, da cui risulta attorniato. È collocato sulla Civita, cuore pulsante dell’antico rione dei Sassi, nel punto in cui un tempo sorgeva l’antico castello normanno costituito da otto torri che, dismesse, hanno lasciato posto proprio alle dimore nobiliari. Il palazzo non è frutto di un progetto unitario, ma di diversi accorpamenti nei secoli. Il primo nucleo risale al 1448, quando Erennio Malvindi chiese e ottenne dal feudatario, il conte Giovanni Antonio Orsini del Balzo, un suolo nel luogo in cui sorgeva il castello normanno, da quel momento dismesso. Successivamente, sul finire del XVII secolo, furono acquistate altre proprietà che formarono un secondo accorpamento. Infine, risale a fine ‘700/inizi ‘800 la costruzione dell’avancorpo su Piazza Duomo. Il palazzo è prova delle differenti tecniche di costruzione e dei cambi di mode e gusti artistici presentandosi come una commistione di stili, dal barocco al puro stile neoclassico, che caratterizza non solo la semplice facciata, ma anche la decorazione di tre sale del palazzo. Oggi rimangono a testimonianza delle sue vestigia di dimora nobiliare pochi arredi, tra cui il ciclo pittorico di 14 tele dei ‘‘falsi dei’’, le porte, le boiserie, le zinefre, quattro specchi, due grandi lampadari con gocce di cristallo e i soffitti affrescati dell’enfilade di saloni (di cui alcuni svelati con gli ultimi lavori di restauro). Durante le Giornate FAI di Primavera, questo luogo riapre per la prima volta dopo molto tempo le sue porte al pubblico. Difatti il Palazzo, in seguito ai danni strutturali causati dal terremoto del novembre 1980, fu chiuso e abbandonato al degrado; anche la sua storia è stata quasi del tutto dimenticata. I lavori di restauro e consolidamento, iniziati nei primi anni 2000, sono giunti al termine nei mesi scorsi. In questa occasione un gioiello viene riconsegnato alla città che potrà scoprirne gli anfratti nascosti ma anche le bellezze più esibite.

Apertura: sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 9.30 alle 13.30 e dalle ore 15 alle 18
Palazzo Malvinni Malvezzi, Piazza Duomo, Matera

LIGURIA – CASTELLO MACKENZIE

Castello Mackenzie

Castello Mackenzie

Il Castello Mackenzie, oggi sede della Cambi Casa d’Aste di Genova, venne edificato su una villa preesistente tra il 1893 e il 1905 dal giovane architetto fiorentino Gino Coppedè, su commissione del ricco assicuratore, scozzese d’origine ma fiorentino d’adozione, Evan Mackenzie, che volle realizzare una sontuosa residenza che gli ricordasse l’amata Toscana e fosse un’autocelebrazione del suo potere economico e dei suoi interessi artistici e culturali. Coppedè la immaginò come un antico maniero medievale, dotato di un corpo principale a pianta rettangolare, cui aggiunse un avancorpo che lo fa sembrare costituito da due edifici distinti. Le tecniche adottate nella sua costruzione erano all’avanguardia per il periodo: venne dotato di riscaldamento centrale, acqua calda e fredda in tutti i bagni, di una piscina coperta riscaldata con annessa sauna e anche di un grande ascensore. L’edificio – diviso su quattro piani più i fondi e le grotte – dispone di ottantacinque stanze e presenta elementi medievali, rinascimentali e neoclassici, a cui si aggiungono tanti elementi decorativi, come le scale a chiocciola in ferro battuto con motivi geometrizzanti, tipici dello stile liberty. Partecipare alle visite proposte in occasione delle Giornate FAI significa intraprendere un viaggio nella storia dell’arte che mescola pezzi autentici, come antichi reperti archeologici romani incastonati nelle pareti, e pezzi imitati con perizia, disseminati lungo tutto il castello, di cui si potranno ammirare alcuni sontuosi ambienti che abbondano di opere d’arte.

Apertura: sabato 15 maggio, dalle ore 10 alle 18
https://www.cambiaste.com/it/casa-daste/prova-2.asp

PUGLIA – CONCATTEDRALE GRAN MADRE DI DIO

Taranto, Concattedrale_Foto Paolo e Giuseppe Fedele - Namias (C) FAI

Taranto, Concattedrale Foto Paolo e Giuseppe Fedele – Namias (C) FAI

Ideata dal celebre architetto e designer Gio Ponti e considerata come una delle più rappresentative architetture del Novecento, la nuova cattedrale di Taranto (1964-1970) è nata dall’esigenza di creare un centro religioso vicino al nuovo asse di espansione della città, che doveva comprendere anche una scuola, un auditorium e alcune abitazioni che non sono mai state realizzate. Fin dall’inizio le intenzioni di Ponti sono quelle di legare il progetto della cattedrale alla tradizione religiosa pugliese integrata con i canoni dell’architettura moderna dal carattere monumentale. Il richiamo alla modernità è affidato alla facciata leggera e traforata, formata da setti di cemento armato bianco; la monumentalità, alle sue dimensioni e all’essere anticipata da una scalinata e da una vasca d’acqua nella quale l’immagine della struttura si riflette; il legame con la tradizione locale, dall’uso del colore bianco. Per conferirle un carattere imponente Ponti articola la chiesa, in analogia con le antiche cattedrali italiane, in due parti: la navata contenuta in un corpo basso e il campanile svettante nel cielo.  L’interno è caratterizzato dall’alternanza tra elementi intonacati di bianco e altri colorati di verde e la navata è alta 8 metri all’ingresso, ma la copertura si alza progressivamente fino a raggiungere l’altezza di 11 metri in corrispondenza del tiburio, che in questo modo è inondato dalla luce. Un luogo di rarefatta bellezza.

Apertura: sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle ore 9.30 alle 17.30
https://www.gioponti.org/it/archivio/scheda-dell-opera/dd_161_6181/cattedrale

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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