Roma: il Campus Bio-Medico raddoppia i suoi spazi. Ecco i progetti finalisti del concorso
Diller Scofidio + Renfro con Alvisi Kirimoto Partners, El Equipo Mazzanti, Labics, Mario Cucinella Architects, Atelier(s) Alfonso Femia sono alcuni dei sette studi nella shortlist nel concorso per il nuovo masterplan dell’ateneo capitolino. A novembre sarà proclamato il progetto vincitore.
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![Il campus bio-medico oggi](http://www.artribune.com/wp-content/uploads/2018/07/0_cover_-il-campus-bio-medico-oggi-4.jpg)
Il campus bio-medico oggi
Non sono molti, in Italia, i concorsi di progettazione banditi e ancor meno quelli di una certa rilevanza, sia volumetrica che economica. Sempre più spesso vengono promossi e gestiti da realtà private – vedi San Pellegrino– che si affidano all’architettura di alto livello per portare a termine ambiziosi piani di sviluppo, impensabili in ambito pubblico. È il caso dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, che nel 2017 ha bandito una competiton internazionale a inviti per la definizione di un masterplan che preveda il cospicuo aumento degli spazi della sua attuale sede capitolina. L’operazione è parte del più vasto piùCampus 2015-2045, il piano trentennale dedicato all’implementazione delle tre dimensioni fondamentali dell’Ateneo: insegnamento, ricerca e assistenza. L’obiettivo finale è realizzare un simulation center, spazi dedicati alla didattica innovativa per nuove facoltà dipartimentali e servizi centrali, una residenza sanitaria assistita con attività di hospice, alloggi per studenti, strutture sportive e ampi spazi di studio, socialità e aggregazione.Sette gli studi di architettura finalisti – –selezionati pochi giorni fa da una giuria internazionale, costituita non solo da progettisti e urbanisti ma anche da rettori, scienziati e business developer; il coordinamento e la curatela scientifica del concorso è affidata a Luca Molinarie al suo studio. Il progetto, recentemente presentato al MAXXI, prevede il ripensamento di un’area complessiva di 90 ettari e la definizione di nuovi spazi e servizi per circa 186mila metri quadrati, con l’idea di realizzare, a Trigoria, il “campus del futuro”. Ecco i sette progetti inseriti nella shortlist. Chi vincerà?
– Giulia Mura
http://www.futureunicampus.it/
ATELIER(s) ALFONSO FEMIA
![Atelier(s) Alfonso Femia, vista degli uffici e degli edifici per la didattica e lo sport. Atelier(s) Alfonso Femia](http://www.artribune.com/wp-content/uploads/2018/07/1_Alfonso-Femia_2-Vista-degli-uffici-e-degli-edifici-per-la-didattica-e-lo-sport-Ateliers-Alfonso-Femia.jpg)
Atelier(s) Alfonso Femia, vista degli uffici e degli edifici per la didattica e lo sport. Atelier(s) Alfonso Femia
L’Atelier(s) Alfonso Femia presenta “Viridi scripturas / Green flow(er)s. Tomorrow is the yesterday future” un progetto che prevede un campus organizzato longitudinalmente in quattro aree tematiche lungo l’asse nord-sud che lega Trigoria al Parco di Decima. Un insieme di edifici tra loro differenti – per geometrie, materiali e organizzazione interna – che, nella loro voluta eterogeneità architettonica, siano in grado di rappresentare la ricchezza e la complessità di un insediamento abitativo contemporaneo.
DILLER SCOFIDIO + RENFRO and ALVISI KIRIMOTO PARTNERS
![Diller Scofidio + Renfro e Alvisi Kirimoto Partners, vista del progetto architettonico. Diller Scofidio + Renfro e Alvisi Kirimoto Partners](http://www.artribune.com/wp-content/uploads/2018/07/2_DSRAK_2-Vista-del-progetto-architettonico-Diller-Scofidio-Renfro-e-Alvisi-Kirimoto-Partners.jpg)
Diller Scofidio + Renfro e Alvisi Kirimoto Partners, vista del progetto architettonico. Diller Scofidio + Renfro e Alvisi Kirimoto Partners
Il felice incontro tra Roma e New York. Così vedono il campus questi progettisti in cordata. Si intitola “A seed for the Campus Growth” il progetto di Diller Scofidio + Renfro and Alvisi Kirimoto Partners che presenta due corpi assiali perpendicolari attorno a cui si concentrano strutture di collegamento sospese, piazze e una serie di edifici con funzioni differenti e flessibili. Le nuove architetture si concentrano soprattutto verso Trigoria, mentre il fianco che guarda verso il Parco di Decima diventa una grande area verde attrezzata per spazi pubblici e aree agricole.
EL EQUIPO MAZZANTI
![El Equipo Mazzanti, vista dall’interno del progetto architettonico. El Equipo Mazzanti](http://www.artribune.com/wp-content/uploads/2018/07/3_EEM_3-Vista-dall%E2%80%99interno-del-progetto-architettonico-El-Equipo-Mazzanti.jpg)
El Equipo Mazzanti, vista dall’interno del progetto architettonico. El Equipo Mazzanti
Un campus universitario basato su un sistema aperto, costituito da edifici modulari pensati per cambiare nel tempo e adeguarsi alle necessità di un organismo che si evolve: è “Living Campus”, il progetto di El Equipo Mazzanti. I singoli interventi sono pensati come forme naturali, organiche, sistemi che crescono in sinergia gli uni con gli altri, alternando spazi abitati a luoghi pubblici. I rivestimenti? Molto verde verticale e texture traforate in cortina.
LABICS + TOPOTEK 1
![Labics e Topotek 1, vista della piazza antistante lo sviluppo architettonico. Labics e Topotek 1](http://www.artribune.com/wp-content/uploads/2018/07/4_Labics-Topotek_2-Vista-della-piazza-antistante-lo-sviluppo-architettonico-Labics-e-Topotek-1.jpg)
Labics e Topotek 1, vista della piazza antistante lo sviluppo architettonico. Labics e Topotek 1
A farla da padrone in “Horti Academici” di Labics + Topotek 1 è una certa idea di romanità. Il campus è infatti immaginato seguendo la griglia tradizionale della centuria romana, una traccia storica utile per costruire il futuro. Un sistema di due piazze rialzate – attorno a cui si concentrano i nuovi edifici per l’università e la ricerca – è il nuovo cuore pubblico del campus, centro da cui si irradierà lo sviluppo degli spazi comuni e dei nuovi edifici: bianchi, puliti, funzionali.
MARIO CUCINELLA ARCHITETTI
![Mario Cucinella Architects, vista del progetto architettonico. Mario Cucinella Architects](http://www.artribune.com/wp-content/uploads/2018/07/5_MCA_2-Vista-del-progetto-architettonico-Mario-Cucinella-Architects.jpg)
Mario Cucinella Architects, vista del progetto architettonico. Mario Cucinella Architects
Mario Cucinella, curatore di Arcipelago Italia, e il suo team immaginano il campus come un sistema diffuso di architetture flessibili e modulari, che si combinano a seconda delle esigenze dell’università nel tempo. Due assi ortogonali principali strutturano il nuovo complesso, in cui gli elementi naturali e un sistema di spazi aperti continui diventano l’anima di tutto il complesso. Non singoli edifici dominanti dunque, ma un agglomerato di volumi in legno e vetro, adattabili agli usi e alle circostanze e circondati da verde. Proprio a Roma, lo studio bolognese ha ricevuto l’incarico per la nuova sede del rettorato di Roma Tre.
SAUERBRUCH HUTTON
![Sauerbruch Hutton, view of the courtyard of the architectural development. Sauerbruch Hutton](http://www.artribune.com/wp-content/uploads/2018/07/6_Sauerbrunch-Hutton_2-View-of-the-courtyard-of-the-Architectural-development-Sauerbruch-Hutton.jpg)
Sauerbruch Hutton, view of the courtyard of the architectural development. Sauerbruch Hutton
Conosciuti nel mondo per l’utilizzo del colore in facciata, i progettisti dello studio Sauerbruch Hutton, di base a Berlino, propongono “Livelli Di Apprendimento – Layers Of Learning” un campus sviluppato intorno a un sistema a griglia che organizza edifici, spazi e funzioni affacciati su un asse centrale a verde pubblico, cuore di tutto il complesso. Il primo intervento è un grande edificio orizzontale a corte, con spazi trasparenti e flessibili in cui la luce naturale è filtrata da una serie di setti in legno colorati che generano atmosfere che cambiano a seconda delle stagioni.
XAVEER DE GEYTER ARCHITECTS
![Xaveer De Geyter Architects, vista della piazza principale e dell’edificio polifunzionale. Xaveer De Geyter Architects](http://www.artribune.com/wp-content/uploads/2018/07/7_XDGA_2-Vista-della-piazza-principale-e-dell%E2%80%99edificio-polifunzionale-Xaveer-De-Geyter-Architects.jpg)
Xaveer De Geyter Architects, vista della piazza principale e dell’edificio polifunzionale. Xaveer De Geyter Architects
“Potentia Trium” di Xaveer De Geyter Architects è forse il più razionale tra gli interventi proposti, quello dell’architetto belga Xaveer de Geyter prevede che il campus sia organizzato intorno a una griglia regolare affacciata su una striscia di verde, centro comunitario e simbolico del campus. Un’unica, grande stecca bianca su pilotis è la prima opera immaginata per avviare la realizzazione del campus. Una piastra che libera terreno pubblico e che “incrocia”, nei due livelli superiori, funzioni differenti: per una comunità fluida e complessa.
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