Fuori anche Fondazione Prada: ecco i 5 finalisti del Premio Mies van der Rohe. Due sono musei

Italia definitivamente a bocca asciutta nell’edizione 2017 dello European Union Prize for Contemporary Architecture – Mies van der Rohe Award.

Niente da fare neppure per la Fondazione Prada di OMA, a Milano, unico edificio collocato su suolo italiano rimasto in gara nella seconda fase del più prestigioso premio d’architettura dell’Unione Europa. La Commissione Europea e la Fundació Mies van der Rohe hanno infatti svelato nei giorni scorsi la shortlist dell’ambito riconoscimento, per il quale a concorrere restano due complessi residenziali, un centro culturale e due musei.
Scendendo nel dettaglio, il vincitore sarà scelto tra il deFlat Kleiburg ad Amsterdam, opera di NL Architects e XVW architectuur; l’Ely Court a Londra, firmata da Alison Brooks Architects; Kannikegården nella città danese di Ribe, progettato da Lundgaard&Tranberg Architects; il Katyn Museum a Varsavia di BBGK Architekci e il Rivesaltes Memorial Museum dello studio francese guidato da Rudy Ricciotti. Accanto dunque a Regno Unito, Francia, Olanda e Danimarca, si conferma il trend positivo della Polonia, premiata nel 2015 grazie all’elegante Philarmonic Hall di Stettino del duo italo-spagnolo Barozzi/Veiga. L’annuncio dei finalisti si è tenuto in concomitanza con l’apertura della Conferenza della piattaforma Future Architecture, nel corso della quale è stato anche presentato ATLAS, il volume che raccoglie documenti relativi alle edizioni precedenti dell’EU Mies Award, restituendo lo stato dell’architettura contemporanea nel contesto dell’Unione.

ALLA RICERCA DI ARCHITETTURE “ORDINARIE ED EROICHE”

Commentando la scelta compiuta, Stephen Bates, architetto e presidente della giuria, ha dichiarato: “Il nostro istinto può essere riassunto dalle parole di Peter Smithson: ‘le cose devono essere ordinarie ed eroiche allo stesso tempo’. Cercavamo una normalità il cui lirismo velato fosse pieno di potenziale”. Anna Ramos, direttrice della Fundació Mies van der Rohe, ha invece richiamato l’attenzione sulle finalità del riconoscimento, riconoscendolo come “un elemento strategico mediante cui promuovere la ricerca, il dibattito e la diffusione dell’architettura contemporanea in Europa. Questioni come l’edilizia collettiva, la complessità delle città europee, sia contemporanea che storica, e la capacità dell’architettura di creare spazi simbolici ci danno l’opportunità di ampliare il dibattito sulle opere finaliste oltre i circuiti dell’architettura, poiché rispondono alle preoccupazioni dell’attuale società europea”.

UNA SETTIMANA DI APERTURA AL PUBBLICO PERGLI EDIFICI FINALISTI

Nel mese di aprile, come di consueto, tutte le cinque opere verranno visitate dalla giuria che decreterà il vincitore il prossimo 16 maggio, a Bruxelles. Il focus si sposterà quindi a Barcellona, città che il 26 maggio, all’interno dell’iconico Padiglione Mies van der Rohe, ospiterà la consegna dei premi e una serie di dibattiti e conferenze. Dal 20 al 28 maggio, inoltre, tutte le architetture finaliste e la costruzione segnalata nell’ambito dell’assegnazione del titolo di architetto emergente – altro riconoscimento promosso dai medesimi soggetti – saranno aperte al pubblico. Un’occasione, senza precedenti per il Mies van der Rohe Award, destinata anche ai non specialisti che potranno quindi conoscere il concorso, le strutture in gara e i relativi progettisti.

– Valentina Silvestrini

miesbcn.com/prize

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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