Ecco cos’è Tela, la startup che vuole rivoluzionare le biglietterie dei musei 

Sono già 35 le strutture italiane che si sono affidate a Tela, un sistema che garantisce un’ottimizzazione del data management al fine di comprendere sempre di più le esigenze dei visitatori e le loro abitudini

Un nuovo standard per la gestione delle biglietterie è stato sviluppato dalla startup Tela che garantisce – in unico software – la possibilità di gestire i dati aggregati dei visitatori, i flussi di cassa e altre fondamentali features. Ne parliamo con Vincenzo Abbatantuoni, co-founder dell’iniziativa.  

Intervista a Tela 

Raccontaci come è nato il progetto. 
Tela è un prodotto dell’azienda HPA, fondata ad agosto 2018 in seguito all’approvazione del bando Resto al Sud promosso da Invitalia. La società, nata con un focus sulla blockchain, negli anni si è specializzata nella produzione di applicativi web/app. 
Nel 2020 abbiamo vinto un appalto con l’amministrazione di Lucca per lo sviluppo di una piattaforma informatica di booking e ticketing online per le strutture museali e culturali civiche della città. In virtù di ciò abbiamo condotto indagini di mercato ed individuato una forte mancanza nel settore museale italiano in termini di digitalizzazione, rendicontazione e politiche di marketing. 

Quali sono le competenze del team fondatore dell’iniziativa? 
Ad oggi il team è composto da cinque figure, di cui tre co-founder con competenze trasversali: Vincenzo Paduano, CEO, e Angelo Paduano, CTO, si occupano della gestione e dell’infrastruttura tecnologica, Vincenzo Abbatantuoni, CFO, gestisce la vendita del servizio e della gestione economica. In questi giorni Angelo Paduano e Vincenzo Abbatantuoni sono rientrati nella lista Forbes dei 100 U30. 
Inoltre, vi sono Andrea Citterio, Full Stack Developer, che contribuisce allo sviluppo degli applicativi e Carola Gambino, Business Developer, che si occupa della ricerca di clienti in target e delle attività di lead generation. 

Qual è la vision e la mission di Tela? 
La mission di Tela è quella di digitalizzare i luoghi della cultura italiani fornendo strumenti digitali di facile utilizzo, al fine di coinvolgere qualsiasi tipologia di attività culturale. La nostra vision è quella di diventare il portale di riferimento della cultura italiana dando facile accesso a turisti e visitatori al patrimonio artistico e culturale italiano. Vogliamo rendere accessibile la cultura in Italia e creare un network nazionale museale. 

Descrivi esattamente cosa fa Tela e i risultati raggiunti. 
Tela è un SaaS (software as a service) per strutture museali, teatri, sale congressi, mostre, eventi e spettacoli in ambito culturale, con lo scopo di creare un gestionale capace di facilitare l’amministrazione dei siti culturali italiani. Tela permette la vendita di ticket – in loco e online – garantendo il controllo sul lavoro degli operatori di cassa, generando report accurati sui flussi e gli incassi e analytics con dati aggregati sui visitatori. Tela è abilitato sia alla vendita online tramite il sistema PagoPA per le pubbliche amministrazioni, sia alla vendita online tramite il sistema di pagamento nexi per privati, e alla rendicontazione con l’AdE e la SIAE. Il portaleè già attivo e prevede anche lo sviluppo di piattaforme in white-label. Attualmente sono presenti 35 strutture tra le città Lucca, Catania, Sondrio, Ancona, Avellino, Velletri, Trevi. Attraverso il portale sono stati scambiati più di 600mila ticket di accesso e transati più di 2.5 mln di euro. 

Quali sono gli obiettivi futuri? Qual è il sogno nel cassetto? 
Lato sviluppo tecnologico l’obiettivo nel breve periodo è quello di integrare strumenti di supporto per gli amministratori culturali AI based. Nella fattispecie, un tool capace di interagire con gli utenti e i visitatori del museo e rispondere istantaneamente alle loro richieste e curiosità in ambito culturale. 
Lato business, vogliamo raggiungere entro fine anno 100 strutture in piattaforma. Il nostro sogno nel cassetto è quello di diventare il portale culturale di riferimento in Italia. 

Quali sono stati (e quali sono) i problemi maggiori che avete riscontrato nell’avviare una startup nel mondo dell’arte e della cultura? 
Il problema principale riscontrato all’inizio del nostro percorso è stato quello di comprendere le dinamiche del mercato e tutte le sue sfaccettature. Il mercato culturale in Italia è particolarmente frammentato, tra enti pubblici, statali, privati. Inoltre, risulta complesso per le startup interagire con le strutture culturali statali, per via dei requisiti d’accesso, talvolta, particolarmente elevati. 
 
Che consiglio daresti ad una persona che vuole avviare un progetto nel mondo dell’arte e della cultura? 
Il consiglio principale è quello di essere appassionati, perché è un mercato che ha bisogno di un approccio, nella maggior parte dei casi, anche consulenziale. I direttori museali non sempre hanno competenze manageriali e bisogna essere sempre pronti a rispondere in maniera trasversale su diversi ambiti di intervento. 

Giulio Bozzo 

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Giulio Bozzo

Giulio Bozzo

Laureato in "Conservazione dei Beni Culturali" all’Università di Genova, studia "Arte, valorizzazione e mercato" all’Università Iulm di Milano. Nel 2021 fonda Reasoned Art, startup società benefit dedicata alla crypto arte. Esperto del mondo Nft, blockchain e Web3, ha preso parte…

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