È morto a Parigi l’artista cinese Huang Yong Ping. Aveva 65 anni

Morto l'artista cinese Huang Yong Ping, si era trasferito nel 1989 in Francia e aveva partecipato alla mostra Magiciens de la Terre. Nel 1999 la Biennale di Venezia, nel 2016 era stato selezionato per Monumenta

È morto Huang Yong Ping. L’artista, autodidatta, era nato nel 1954 a Xiamen in Cina, ma risiedeva in Francia dal 1989 a Ivry-sur-Sein. Era tra i protagonisti dell’avanguardia cinese. Fondatore del movimento Xiamen Dada, letteralmente lo zen è Dada, ha infatti inserito diverse filosofie orientali nel suo lavoro: come il Buddismo Chan, il taoismo, ma anche influssi provenienti da occidente. “Chan è Dada, Dada è Chan”, amava dire, individuando una diretta connessione nell’approccio all’estetica e alla realtà, ma anche nella fluidità di entrambi e la disposizione al cambiamento. Una ricerca la sua che si ispirava a colleghi quali Joseph Beuys e John Cage, oltre, naturalmente ai precursori del Dada. Nel 1986 fonda infatti il collettivo Xiamen Dada, che coinvolgeva gli artisti Cha Lixiong, Liu Yiling, Lin Chun e Jiao Yaoming. Il suo esordio in Occidente è proprio nel 1989, nella mostra ormai mitologica Magiciens de la terre, curata presso il Centre Pompidou da Jean Hubert Martin. Solo 10 anni dopo Huang ha rappresentato la Francia alla Biennale di Venezia, con l’installazione One Mane, Nine Animals. Un intervento spettacolare che letteralmente tagliava in due il tetto del Padiglione Francese, e metteva in scena un grande spettacolo di animali mitologici e zodicali, dimostrando che la Francia poteva andare oltre i propri confini valorizzando il proprio essere una nazione multiculturale e multirazziale.

CHI ERA HUANG YONG PING

“Negli Anni Ottanta è stato con ogni probabilità il più radicale innovatore della scena artistica cinese, artefice di un potente sovvertimento dei codici più riconosciuti sia dell’arte locale che di quella etichettabile come “contemporanea occidentale”, spesso tramite la giustapposizione straniante di elementi mutuati da entrambe e con un avvincente approccio processuale-divinatorio dichiaratamente adottato dal libro dei mutamenti, l’I Ching”, scriveva su queste colonne di lui Luca Arnaudo. Nel corso della sua carriera ha esposto in tutto il mondo. Negli ultimi anni lo abbiamo visto al Maxxi di Roma con Huang Yong Ping: Bâton Serpent, nel 2014, portata anche a Nantes e a Pechino, poi a Monumenta con la bellissima installazione Empires, nel 2016. Curata da Jean de Loisy, direttore del Palais de Tokyo, l’opera si configurava come un paesaggio industriale, tutto da esplorare, articolata in una struttura semplice ma ricca di simbologie legate al mondo moderno capitalista e post industriale, utilizzando l’immagine del serpente come icona. Il suo lavoro è stato esposto a Palazzo Grassi nelle mostre Il mondo vi appartiene (2011-12) e Mapping the Studio (2009-11). Lo scorso aprile aveva dialogato con Maurizio Bortolotti al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, in collaborazione con Gluck50

LA CENSURA

Nel 2002 il suo progetto Bat Project II progettato per la prima Triennale di Guangzhou è stato rimosso due giorni prima dell’opening richiamava un incidente aereo nel quale morì nel 2001 un pilota cinese. Più tardi il suo The Theatre of the World, piena di insetti, incontrò le proteste degli animalisti e fu ritirata dal Guggenheim di New York.

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Redazione

Redazione

Artribune è una piattaforma di contenuti e servizi dedicata all’arte e alla cultura contemporanea, nata nel 2011 grazie all’esperienza decennale nel campo dell’editoria, del giornalismo e delle nuove tecnologie.

Scopri di più