Il coronavirus colpisce anche Parma2020. Ma la città emiliana non si perde d’animo

Partita da poco, la Capitale della cultura italiana 2020 ha dovuto subire un forte arresto a causa dell’epidemia da Covid-19 che ha messo la città in quarantena. In questa intervista ci spiega la situazione Ezio Zani, a capo del Comitato Parma 2020.

L’emergenza sanitaria nazionale ha messo in ginocchio anche la manifestazione Parma Capitale italiana della Cultura 2020, che a gennaio aveva inaugurato il suo  programma culturale, trovandosi costretta a distanza di poco più di un mese a chiudere i battenti. Confinata nella zona rossa, la città non sarà più raggiungibile fino al 3 aprile. Nonostante questo, c’è chi continua a lavorare, ripensando la programmazione e sperando che almeno la seconda parte dell’anno possa dare i frutti sperati. Ma c’è di più: le istituzioni emiliane hanno già presentato la richiesta al Ministro del MiBACT Dario Franceschini per prolungare la manifestazione anche nel 2021. Ci ha spiegato tutto il Direttore del Comitato per Parma2020 Ezio Zani in questa intervista. 

Come state vivendo questa situazione di emergenza, che ha impedito gradualmente lo svolgersi delle attività fino alla chiusura e al totale isolamento?
La stiamo vivendo con due sentimenti contrastanti: da una parte, grandissima apprensione e dolore per quello che la città aveva preposto come un apparato grandioso. Registrare oggi che viviamo in questa bolla che è la zona rossa (l’intervista è antecedente all’emanazione del decreto che rende tutta l’Italia zona rossa, Ndr), gli alberghi sono vuoti, i musei, le collezioni sono chiuse e gli eventi sono cancellati è uno strazio. L’altro sentimento è di grande speranza. Pensiamo che nella seconda parte dell’anno si possa avere un grande momento di accoglienza e rilancio, anche se dal punto di vista economico e dei numeri l’anno è danneggiato.

Potete quantificare la perdita subita finora?
Le cancellazioni alberghiere viaggiano sopra il 90% e abbiamo avuto cancellazioni dall’estero anche sull’ultima parte dell’anno, ad esempio in occasione del Festival Verdi, che comunque prevediamo che si terrà. 

Qual è l’appello?
Noi imploriamo gli operatori, i turisti e i lettori di tenere i nervi saldi e di armarsi di speranza aspettando il riaprirsi degli eventi. È stata cancellata una stagione operistica eccezionale che aveva un Pelléas et Mélisande di Debussy da antologia. Nel mese successivo è ancora in programma Ascesa e Caduta della città di Mahagonny di Brecht, vediamo se riusciremo a metterla in atto. Ogni giorno ci misuriamo con questo bollettino di guerra, tuttavia stiamo continuando a lavorare, perché la speranza che questo incubo finisca presto ci aiuta. Abbiamo ancora gli eventi da giugno in poi, che sono ancora tutti confermati. 

In relazione a questa emergenza che ha scosso l’Italia quali sono i provvedimenti su cui state lavorando per il futuro?
Il Sindaco di Parma, assieme ai Sindaci di Reggio Emilia e Piacenza e al Governatore Bonaccini, ha formalizzato in questi giorni al Ministro Dario Franceschini la richiesta di proroga del 2021 di Parma Capitale della Cultura. Il Ministro sta seguendo di persona la questione, esaminando i risvolti giuridici. L’assegnazione della prossima città è in atto, anche se va detto che diverse città candidate per il 2021 hanno già manifestato la speranza che il tutto possa essere rinviato. 

Come mai?
È molto difficile pianificare interventi importanti in un quadro di così grande incertezza. Occorrerà tempo per riportare l’idea sul pianeta che l’Italia è il posto più bello in assoluto!

Assolutamente. Oltre all’emergenza sanitaria, oltre la crisi economica, è possibile rimanga la percezione e il pregiudizio dall’esterno, un fenomeno che richiede ancora più tempo per essere rimosso.
È vero. Io però, da ottimista patologico, sono dell’idea che i siti, la bellezza, la cultura prevalgano sempre. Pensiamo alla Francia ad esempio, duramente colpita negli anni scorsi dagli attacchi terroristici (dal Bataclan a Nizza a tanti altri), era davvero diventata una zona sconsigliata. Poi, con il passare dell’emergenza, ha ripreso in breve tempo i suoi numeri e la posizione che le compete nella classifica delle mete più amate di tutto il mondo. Quindi io conto che questa cosa varrà anche per noi. Purtroppo siamo ancora in mezzo al guado.

Per quanto riguarda lo streaming e il modo di trasmettere la cultura da remoto, come si sta organizzando Parma2020?
Per ora ci sono stati slanci di grande generosità. C’è stato un bellissimo concerto di Toscanini in streaming, ci sarà una diretta della mostra alla fondazione Magnani Rocca con l’arrivo del Cavaliere in Rosa di Moroni il 14 marzo.

Quale sarà la vostra prossima mossa?
Dobbiamo prenderci una pausa in cui cercare di capire come si svilupperà l’emergenza e ripianificare il nostro futuro immediato. Soprattutto nella seconda metà dell’anno e nel futuro immediato. Spero e confido nel fatto che il Ministero accorderà questa proroga che è nell’interesse di tutti. Non solo di Parma, ma anche delle città vicine, di quelle candidate, della cultura e dell’Italia. 

– Giulia Ronchi

https://parma2020.it/

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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