Monet e Picasso trainano l’asta serale di Modern Art da Sotheby’s a New York

E intanto nuovo record per la stella del Surrealismo Leonora Carrington e Milton Avery

Con un totale di oltre 408 milioni di dollari e l’88% dei lotti aggiudicati, la Modern Art Evening Sale di martedì 17 maggio segna il secondo miglior risultato per la categoria “Modern” e il terzo migliore di sempre in generale per Sotheby’s. Un dato solido, dunque, in termini di fatturato, seppure senza il luccicore di altre sessioni analoghe. E con una presenza di peso, per oltre la metà dei lotti, di garanzie e offerte irrevocabili, in una serata che sembrava a tratti un po’ meno sicura di sé, anche sul riscontro per gli artisti blue-chip. In linea con le nuove strategie degli incanti, che tendono oramai a combinare con disinvoltura periodi storici differenti nei cataloghi, accanto ai Monet e ai Picasso, Sotheby’s offriva così, ad esempio, anche le ricerche più recenti di Philip Guston o Barnett Newman.

PICASSO E MONET TOP SALE DA SOTHEBY’S

Il top lot della serata è stato però un’opera non protetta da alcuno strumento finanziario, ovvero la Femme nue couchée di Pablo Picasso, passata di mano per $ 67,5 milioni. Ritratto della giovane amante del pittore Marie-Thérèse Walter, qui con le sembianze di una creatura marina, il dipinto arrivava dal collezionista Steve Cohen, che l’aveva acquistata nel 2008 attraverso la Gagosian Gallery. Secondo miglior risultato per Claude Monet, che come già nella vendita della collezione di Anne Bass da Christie’s, anche alla sessione di Sotheby’s è stato accolto con entusiasmo. E la contesa per la sua veduta veneziana, Le Grand Canal et Santa Maria della Salute (1908), questa sì blindata da un’offerta irrevocabile, è stata particolarmente serrata, con rilanci nella misura del milione di dollari, fino all’aggiudicazione per $ 56,6 milioni. Sempre di Monet si offrivano in catalogo anche altre due opere, entrambe vendute con buoni risultati: Effets d’hiver a Argenteuil (1875), $ 6,3 milioni, e Les Arceaux de roses, Giverny (1913), $ 23,3 (non molto più di quanto raggiunto alla vendita precedente sempre da Sotheby’s nel 2017, sempre intorno ai 20 milioni). Continua, invece, a convincere e a trovare nuovi momenti di valorizzazione Willem de Kooning, sulla stessa onda che lo ha visto brillare alla vendita della collezione Macklowe. Leaves in Weehawken, del 1958, è stato conteso da parecchi bidder in una guerra di rilanci ai telefoni, con le mani degli specialist sulle bocche a proteggere le comunicazioni con i buyer, fino all’offerta migliore di $ 10,1 milioni. 

Leonora Carrington, The Garden of Paracelsus, 1957. Courtesy Sotheby's

Leonora Carrington, The Garden of Paracelsus, 1957. Courtesy Sotheby’s

LEONORA CARRINGTON: LA REGINA DEL SURREALISMO É DA RECORD

Anche oltre l’Olimpo dei nomi più consolidati e blue-chip, poi, c’è stato spazio anche per aggiudicazioni avvincenti, meritate, e, per certi versi, oltre ogni attesa. A cominciare dal nuovo record messo a segno per un’opera di Leonora Carrington, al centro di una nuova attenzione internazionale anche grazie al ruolo di ispiratrice e guida immaginifica dell’ultima Biennale di Venezia. The Garden of Paracelsus è stato, infatti, venduto per $ 3,25 milioni, facendo aggiornare il record in asta per l’artista rispetto al precedente stabilito nel 2014, sempre da Sotheby’s, per The Temptation of St. Anthony, a 2,6 milioni. Sempre in tema di record aggiornati, successo anche per Milton Avery: The Letter raggiunge quota $ 6 milioni, in modo, anche qui, non proprio previsto.  

Philip Guston, The Nile, 1958. Courtesy Sotheby's

Philip Guston, The Nile, 1958. Courtesy Sotheby’s

DEACCESSIONING MUSEALI E PHILIP GUSTON DA SOTHEBY’S

Risultati poi soddisfacenti anche per le opere consegnate dal Toledo Museum of Art, il più importante caso di deaccessioning istituzionale della stagione. Contribuiranno così a più diversificate acquisizioni del museo americano i ricavati delle aggiudicazioni di Cezanne (Clairière, 1895, $ 41,7 milioni), Matisse (Fleurs ou Fleurs devant un portrait, 1923, $ 15,3 milioni) e Renoir (Nu s’essuyant, 1912, 2,7 milioni). Tiepida, invece, rispetto alle attese, l’accoglienza per The Nile del 1958 di Philip Guston, che ha trovato l’interesse di un solo bidder, pur avendo una destinazione charity per di più, ed è andata aggiudicata sotto la stima bassa di 20 milioni, per 18 milioni, comprese le fee. 

– Cristina Masturzo

www.sothebys.com

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Cristina Masturzo

Cristina Masturzo

Cristina Masturzo è storica e critica d’arte, esperta di mercato dell’arte contemporanea, art writer e docente. Dal 2017 insegna Economia e Mercato dell'Arte e Comunicazione e Valorizzazione delle Collezioni al Master in Contemporary Art Markets di NABA, Nuova Accademia di…

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