Ecco come è andata l’edizione 2023 della fiera Brafa a Bruxelles

Dal 29 gennaio al 5 febbraio la fiera d’arte di Bruxelles ha portato in scena più di 10.000 opere di 130 gallerie internazionali. Qui il report

One of the most inspiring art fairs in the world“, recitano alcuni dei manifesti di Brafa, e non si può dire che sia un’esagerazione. Arrivata alla sua 68° edizione, la fiera d’arte e antiquariato della città di Bruxelles continua ad incassare successi, tornando nel 2023 all’ordinario periodo di svolgimento, a cavallo tra gennaio e febbraio, e alla location a Brussels Expo, sull’altopiano dell’Heysel. Una decisione che, a giudicare dalla funzionale organizzazione degli spazi e dalla grande affluenza di pubblico sin dal giorno di apertura, si è rivelata vincente.

BRAFA 2023. Photo Jean Michel Clajot

BRAFA 2023. Photo Jean Michel Clajot

LA FIERA BRAFA: IL TEMA 2023

Nell’anno in cui Bruxelles celebra l’Art Nouveau, anche BRAFA ha omaggiato questo movimento artistico, senza comunque monopolizzare la scena ed intaccare la caratteristica multidisciplinarietà della fiera. BRAFA, infatti, ha confermato la sua eterogeneità, esponendo 10.000 opere di stili ed epoche diverse, dall’antico al contemporaneo, passando per il design, la gioielleria, le tavole originali dei fumetti, i libri rari, l’arte tribale. “L’eclettismo rimane uno dei nostri fattori principali e abbiamo provato a rafforzare le sezioni di dipinti antichi ed arredi d’epoca, specialità che storicamente ci stanno a cuore, pur conservando un equilibrio” ha sottolineato Harold t’Kint de Roodenbeke, presidente di BRAFA, in un’intervista al magazine francese Paris Match per un’edizione speciale tutta dedicata alla fiera.

Simon Studer SA Art, BRAFA 2023. Photo Jean Michel Clajot

Simon Studer SA Art, BRAFA 2023. Photo Jean Michel Clajot

BRAFA: GLI ARTISTI PIÙ RICORRENTI TRA GLI STAND

La manifestazione si è ingrandita, accogliendo ben 130 espositori da 15 Paesi del mondo. Tra i nuovi arrivati a BRAFA c’è stata anche la milanese Ars Antiqua, che ha spiccato per una tela di Canaletto – presentata con il titolo The entrance to the Grand Canal towards the Riva degli Schiavoni – facente parte, in origine, della Viscount Hambleden Collection e proposta per 740.000 euro.
Per il contemporaneo, gli artisti maggiormente rappresentati tra gli stand sono stati il belga Pierre Alechinsky, uno dei fondatori del gruppo CoBrA, e l’americano Sam Francis, esponente dell’Espressionismo Astratto. Di quest’ultimo nel 2023 ricorre il centenario dalla nascita; molti espositori lo hanno messo in primo piano, dalla Gallery Delaive, diventata rappresentante esclusiva in Europa della Foundation Sam Francis, alla Guy Pieters Gallery che ha esposto un’opera dell’artista di certo non passata inosservata con le sue dimensioni di 5×7 metri. Alechinsky, invece, è stato valorizzato in particolare dalla belga Samuel Vanhoegaerden Gallery che ha proposto una trentina delle sue opere, tra stampe e dipinti.
Dalla ginevrina Simon Studer Art si è fatta notare una tela di Füssli, l’ultima dipinta dall’artista svizzero prima della sua scomparsa. La sua Lady Constance (1825), ispirata all’opera al King John di Shakespeare, è stata offerta a 290.000 euro. Rimanendo in area elvetica, De Jonckheere Fine Art ha invece incentrato l’esposizione su un pannello di Pieter Huys, seguace di Hieronymus Bosch, The Temptation of St. Anthony (€ 600.000).

Cavagnis Lacerenza Fine Art, BRAFA 2023. Photo Olivier Pirard

Cavagnis Lacerenza Fine Art, BRAFA 2023. Photo Olivier Pirard

BRAFA: I COMMENTI DELLE GALLERIE ITALIANE

Gli espositori italiani hanno riportato risultati incoraggianti ed un bilancio positivo dalla loro partecipazione a BRAFA. C’era aria di soddisfazione nello stand della galleria Robertaebasta, fondata da Roberta Tagliavini e basata a Londra e a Milano, specializzata nelle arti decorative e nel design del XX secolo: “Brafa si conferma un appuntamento essenziale nel mercato dell’arte, migliaia di visitatori che amano questa mostra, elegante, sontuosa, chic. Con tutti questi visitatori e collezionisti i risultati non mancano; abbiamo già fatto alcune vendite e abbiamo ancora molte trattative aperte. Brafa può regalare incontri importanti in qualunque momento, non solo alle inaugurazioni come succede in molte altre mostre. Abbiamo venduto una palma di Jansen, un servizio d’argento di Sant’Elia, una libreria di Albini, una lampada da terra di Willy Darò”, ci hanno raccontato dalla galleria, prima di svelare un elemento di unicità che ha inciso sul successo dell’esperienza a BRAFA: “La nostra italianità ed il modo di fare gli stand come se fossero delle eleganti case viene molto apprezzata”.
Riscontro positivo anche per la milanese Cavagnis Lacerenza Fine Art, specializzata in antichità classica, scultura europea e oggetti d’arte: “Come per ogni edizione, siamo molto contenti di essere a BRAFA. Per noi è sicuramente uno degli appuntamenti più importanti dell’anno dove incontriamo collezionisti e istituzioni che arrivano da tutto il mondo. Siamo molto felici, inoltre, di essere tornati al calendario normale delle fiere, con l’anno che si apre con BRAFA. Abbiamo notato un clima molto positivo, un senso di serenità e curiosità tra i collezionisti e i visitatori, che non vedevano l’ora di ammirare e scoprire le nostre più recenti acquisizioni […]”. I galleristi si sono inoltre dichiarati compiaciuti per le transazioni concluse: “Abbiamo venduto una bellissima scatola fiorentina in pietre dura che abbiamo pubblicato sul nostro recente Catalogo Habitat II – oltre ad un raffinato bronzo di Ercole della bottega di Nicolò Roccatagliata. Altre opere che sono state particolarmente apprezzate sono una figura in terracotta di Ercole a riposo attribuita a Laurent Delvaux e una raffinata figura in marmo di Psyche della scuola di Adamo Tadolini”.

Dalton Somaré, BRAFA 2023. Photo Jean Michel Clajot

Dalton Somaré, BRAFA 2023. Photo Jean Michel Clajot

LE VENDITE E I COLLEZIONISTI A BRAFA 2023

Fiera cosmopolita per eccellenza, anche quest’anno BRAFA ha richiamato visitatori da tutto il mondo e le prime vendite non hanno tardato ad arrivare. Tra le transazioni degne di nota, la belga Thomas Deprez Fine Arts ha annunciato con orgoglio l’acquisizione di due gioielli in argento cesellato in stile art nouveau da parte della King Baudouin Foundation. I due pezzi entreranno a far parte della collezione di “bijoux d’artistes” dell’Art & History Museum di Bruxelles. La londinese Osborne Samuel Gallery ha concluso una trattativa interessante, vendendo Stairs (1990), un’opera dello scultore britannico Lynn Chadwick, per più di 400.000 euro. La conterranea Stern Pissarro Gallery, invece, ha salutato una creazione di Yayoi Kusama, Glass, alla cifra di 450.000 euro. Soddisfazione anche per la milanese Dalton Somaré Gallery, specializzata in arte asiatica ed africana, dopo aver venduto uno dei propri pezzi principali, una maschera Mukudj datata tra il tardo Ottocento e il primo Novecento. Tra gli espositori dalla Francia, la Galerie Pascal Cuisinier ha debuttato a BRAFA vendendo una rara lampada del designer Robert Mathieu datata al 1952, di fatto l’unico esemplare conosciuto di quel tipo. Alla Galerie de la Présidence, invece, numerosi collezionisti sono stati attratti dai lavori di Geer van Velde, esponente olandese dell’École de Paris; un olio su tela intitolato Composition (1954) è stato venduto a 150.000 euro. Una piccola versione in bronzo del Baiser (1882) di Auguste Rodin è passata di mano per 350.000 euro alla Galerie Nicolas Bourriaud mentre Le Grand Ignorant (1974) di Max Ernst ha trainato le vendite alla parigina Galerie Berès.

Jennifer Marie Collavo

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