Intervista agli autori degli Artonauti, le figurine dedicate alla storia dell’arte

Abbiamo intervistato gli ideatori del progetto per conoscere meglio le intenzioni e gli sviluppi futuri di questa iniziativa, arrivata alla sua quarta edizione

Degli Artonauti abbiamo parlato molte volte e con toni sempre entusiasti. Si tratta del primo album di figurine dedicato alla storia dell’arte e ai suoi protagonisti. Emulando il classico “ce l’ho, ce l’ho, mi manca!”, il progetto editoriale punta ad avvicinare i più giovani ai tesori artistici del passato e del presente, utilizzando il gioco come strumento di apprendimento. In altre parole, a essere raccolti e scambiati non sono i volti di calciatori e beniamini dei cartoon, ma capolavori come la Grande Onda di Hokusai, le donne con il collo lungo di Amedeo Modigliani e i girasoli di Vincent van Gogh. Punto di forza del progetto editoriale è lo spirito ludico che lo anima sin dalla prima edizione, risalente al 2019: l’interazione con i coetanei, lo scambio degli sticker e in ultimo il completamento del libricino, consentono ai giocatori di approcciarsi all’arte in maniera inedita e interattiva. L’uscita del nuovo album (che quest’anno vede la collaborazione di Sightsavers Italia Onlus, associazione umanitaria che combatte la cecità dei bambini nelle zone più povere del mondo) è stato il pretesto per una chiacchierata con i due autori di questa lodevole iniziativa: Daniela Re e Marco Tatarella.

Un ritratto di Daniela Re e Marco Tatarella

Un ritratto di Daniela Re e Marco Tatarella

Un album di figurine per imparare l’arte divertendosi. Com’è nata l’idea?
Daniela: L’idea mi venne in mente quando insieme a una collega portammo i bambini a visitare il Museo del Novecento di Milano; ogni settimana ci mettevamo seduti davanti a un quadro a osservarlo. Seguiva sempre una parte di discussione e attività. Di volta in volta i bambini erano sempre più coinvolti e attenti, e soprattutto si divertivano. Era una seconda elementare. Tornai a casa e ne parlai con mio marito che si occupava di editoria; eravamo a cena e gli chiesi che cosa ne pensasse di un album in cui invece di attaccare i giocatori si potessero attaccare le opere d’arte. Ne fu entusiasta e mi disse “Facciamolo”.

Siete entrambi professionisti del settore pedagogico e dell’editoria. Cosa vi ha spinto a unire le forze per dare vita a un progetto educativo di questo tipo?
Marco: L’arte è di tutti, rappresenta le nostre radici, e tutti possiamo accedervi; alcuni pensano che l’arte sia un oggetto per pochi ma in realtà, come per la musica, dipende dalla modalità di approccio. Il gioco avvicina i bambini e gli adulti, genitori e non, alle opere d’arte. Artonauti non vuole sostituirsi alla didattica ma vuole essere un progetto divulgativo, popolare nel senso positivo del termine. Ma c’è di più, per aiutare i bambini era indispensabile trovare dei personaggi e delle storie che si intrecciassero alle opere d’arte, operazione complicata che Daniela svolge a meraviglia, per evitare di essere catapultati da una parte all’altra della storia dell’arte senza apparentemente un perché. Dunque un’avventura, un viaggio che è fonte di ispirazione e cambiamento.

L'album di figurine L'anello di re Salomone. Copertina, 2023

L’album di figurine L’anello di re Salomone. Copertina, 2023

LA NUOVA EDIZIONE DEGLI ARTONAUTI

La prima edizione degli Artonauti risale al 2019. Da quel momento ogni anno avete pubblicato un nuovo raccoglitore, sempre tematico e diverso dai precedenti.
Daniela: Il primo album si apre con un racconto che porta i bambini indietro nel tempo, fino al primo segno lasciato sulla roccia dall’uomo. Perché l’uomo ha bisogno di lasciare un segno? Perché l’arte è così importante per tutti gli uomini in tutte le epoche? Il secondo album – dal titolo Il Novecento, alla ricerca dei tesori rubati – racconta l’avventura degli Artonauti, chiamati a una missione davvero speciale: salvare le opere d’arte insieme ai Monuments Men durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel terzo album, Tutto Mondo, gli Artonauti partono per un giro del mondo alla scoperta dei continenti, dei loro tesori artistici e delle loro incredibili architetture. Si ritrovano infine all’interno della torre di Babele dove un messaggio nascosto rivela il senso di questa esperienza: l’anima del mondo è una sola. Leggende e racconti di ogni parte del mondo rivelano come, seppur distanti, ci sono degli elementi comuni che uniscono l’intera umanità.

L’album del 2023 prende invece spunto dalla tradizione ebraica. Si intitola L’anello di re Salomone, e presenta cinquantasei opere d’arte del passato da completare attraverso centinaia di figurine. Com’è strutturato il libricino?
Daniela: Il nuovo album prende spunto dalla leggendaria figura di re Salomone: profondo conoscitore delle leggi che governano il mondo, era in grado – secondo la leggenda – di governare le forze della natura grazie al suo anello magico. Gli Artonauti compiono un viaggio attraverso quattro regni magici: terra, acqua, aria e fuoco alla ricerca del gioiello e dei messaggi segreti che ogni regno nasconde. I protagonisti scoprono così che l’uomo si rispecchia nel mondo poiché quello che c’è fuori c’è anche dentro. Alla fine si comprende il messaggio segreto dell’anello: il potere è nel cuore di ciascuno perché solo colui che sa governare sé stesso può governare ciò che c’è fuori.

Quali sono le opere che avete incluso, e in base a quale criterio le avete catalogate nel volume?
Daniela: I quattro regni magici sono le cornici in cui si collocano le opere d’arte scelte secondo un criterio di dualità. Il primo regno è il più terreno, concreto, legato alla materialità: le opere d’arte si rifanno ai binomi Animale/Umano, Naturale/Urbano, Libertà/Necessità. L’acqua invece è un regno fluido, dominato dai sentimenti e dai cambiamenti: abbiamo selezionato le opere in base a Quiete/Tempesta, Conservazione/Trasformazione, Audacia/Paura, Azione/Contemplazione. Il regno dell’aria è quello dei pensieri e delle idee creative e così la scelta è stata tra Cielo/Terra, Musica/Silenzio, Luci/Ombre, Ventoso/Calmo. Il regno del fuoco è quello più etereo, collegato all’energia, all’ardore e alla passione: si possono osservare capolavori secondo Creazione/Distruzione, Solitudine/Compagnia, Pensieri/Emozioni, Finito/Infinito.

L'album di figurine L'anello di re Salomone, 2023

L’album di figurine L’anello di re Salomone, 2023

CULTURA, TECNOLOGIA E PEDAGOGIA NELLE FIGURINE DEDICATE ALL’ARTE

Torniamo agli inizi di questa avventura. Quando avete avuto l’idea, non avete temuto che l’arte fosse un argomento troppo difficile per i bambini?
Daniela: Non abbiamo mai pensato che fosse troppo difficile; avevo visto con i miei occhi i bambini al museo e mi ero fatta l’idea che attraverso il gioco si potesse avvicinare i bambini all’arte. Eravamo sicuri, e lo siamo ancora, che la bellezza di un quadro, di un brano musicale possano essere proposti ai bambini, nella giusta modalità. Ci ha scritto una mamma che il suo bambino, dopo aver fatto l’album Artonauti, ha chiesto come regalo di compleanno di andare a vedere Blu di cielo di Kandinsky a Parigi (e ci hanno mandato anche la foto del viaggio); un’altra che il figlio ha chiesto per Natale una riproduzione di Boccioni, e tanti ci spediscono le foto dei loro bambini che hanno chiesto di andare al museo a vedere dal vero la loro opera preferita. Questa è la più bella conferma che potessimo chiedere.

Ciò che a mio avviso contraddistingue questo progetto più di altri, e che denota il vostro coraggio, è che l’album ha esordito in un periodo in cui l’innovazione culturale sembrava dovesse passare solo per il digitale. In altre parole, la vostra non è la solita start up che punta solo sulla tecnologia, anzi…
Daniela: Noi crediamo che oggi più che mai abbiamo bisogno di scambio, di relazione con l’altro. Inoltre i bambini anche se nati in un’era digitale, hanno bisogno di usare le mani, di sperimentare concretamente, di giocare fisicamente. È un bisogno e un’opportunità; per dirla alla maniera di Maria Montessori, il pensiero passa dalle mani. Attaccare una figurina attiva tante funzioni cognitive come la percezione visiva; i bambini riconoscono l’opera da un frammento. Non solo, bisogna avere una buona coordinazione oculo-manuale per attaccare la figurina in modo preciso, in modo che il quadro si componga correttamente. Collezionare le figurine, giocare con le card, scambiarle, aiuta a memorizzare le opere d’arte e gli autori. Insomma, si impara ma ci si diverte anche. E poi che bello allenarsi a guardare il bello fin da piccoli. Facciamo nostre le parole di Peppino Impastato: “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà… È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”.

È un modello economicamente sostenibile? Quali sono le difficoltà, dal punto di vista finanziario?
Marco: Le collezioni di figurine sono un business molto rischioso perché implicano un investimento iniziale molto importante per ogni lancio. È un prodotto che per funzionare deve raggiungere volumi elevati perché viene venduto a un prezzo unitario basso, 80 centesimi a pacchetto, per questo ha bisogno di un marketing da prodotto di massa. Il fatto che si parli d’arte e che non sia un personaggio Marvel, un influencer o il calcio, rende la missione più complicata. Fortunatamente possiamo contare su molte testate giornalistiche che raccontano ai propri lettori i valori che animano il progetto e l’opportunità che questa pubblicazione, in apparenza semplice, offre alle famiglie e a tutti gli amanti della bellezza.

Il Mosaico del Tempo, il gioco da tavolo degli Artonauti

Il Mosaico del Tempo, il gioco da tavolo degli Artonauti

IMPARARE L’ARTE DIVERTENDOSI

L’aspetto educativo e interattivo è centrale nel progetto degli Artonauti. L’album infatti non è solo un raccoglitore di figurine, ma anche una “piattaforma” ricca di giochi e attività multimediali che permettono di continuare il viaggio nella storia dell’arte oltre i confini della pagina.
Marco: Le pagine dell’album sono limitate e preferiamo lasciare spazio alle opere d’arte; cerchiamo di inserire curiosità e giochi per permettere ai bambini di leggere aneddoti, cimentarsi in attività e indovinelli, ma abbiamo pensato di creare un’“espansione” dell’album che possa continuare anche a collezione finita. In una sezione del sito degli Artonauti si possono trovare giochi musicali, quiz, schede da scaricare per cimentarsi con pastelli e matite, ma anche approfondimenti e articoli per chi avesse voglia di leggere qualcosa in più su un quadro o un autore trovato nell’album.

È di questi giorni anche il lancio del nuovo gioco da tavolo Il Mosaico del Tempo, una sorta di versione 3D dell’album. Me ne parlate?
Marco: Il Mosaico del Tempo è un progetto che ha l’obiettivo di far divertire gli amanti dell’arte di ogni età. L’album di figurine nell’immaginario è un prodotto per bambini. L’obiettivo del gioco è completare più opere d’arte degli avversari, un gioco competitivo dunque. Ho visto personalmente settantenni determinati a impedire ai propri nipoti di completare un Klimt o intenti, turno dopo turno, a completare la Venere di Botticelli per poi vedersela soffiare dal vicino all’ultima mano. La visione è poter sviluppare il gioco attraverso diversi deck di carte tematici o legati ai diversi musei, in modo che il gioco si popoli continuamente di nuovi capolavori.

Alex Urso

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Alex Urso

Alex Urso

Artista e curatore. Diplomato in Pittura (Accademia di Belle Arti di Brera). Laureato in Lettere Moderne (Università di Macerata, Università di Bologna). Corsi di perfezionamento in Arts and Heritage Management (Università Bocconi) e Arts and Culture Strategy (Università della Pennsylvania).…

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