Raccontare i musei con la letteratura. Il progetto targato ICOM

Parola a Daniele Jalla, artefice dell’iniziativa nata durante il lockdown per raccontare i musei attraverso le pagine dei libri

Il legame tra i musei e la letteratura è al centro di una preziosa raccolta di letture e riflessioni ora consultabile online. Abbiamo chiesto a Daniele Jalla, già alla direzione dei Musei civici di Torino e presidente di ICOM Italia, attualmente docente e collaboratore della Fondazione Scuola dei Beni e delle Attività Culturali del MiC, di raccontarci come è nato questo progetto.

La rubrica settimanale pubblicata sulla pagina Facebook di ICOM Italia, I Musei raccontati, è nata in un momento molto particolare. Ce ne vuole parlare?
Eravamo in pieno lockdown, e insieme a Barbara Landi, responsabile della comunicazione di ICOM Italia, abbiamo pensato che, poiché tutti i musei erano chiusi, avremmo potuto proporre delle visite attraverso le pagine di racconti e romanzi. Da quasi trent’anni se, quando leggo un libro, incontro la descrizione di un museo, annoto la pagina e sposto il volume in un ripiano dedicato della mia biblioteca. Si è venuta così a creare una piccola collezione di testi letterari sui musei, collezione che si è anche arricchita grazie a una ricerca per una tesi di laurea e alle segnalazioni di amici e conoscenti cui è nota questa mia passione. Da questi libri in passato ho estratto brani, distribuiti insieme ai miei auguri di buon anno in libricini di fattura casalinga. L’anno scorso ne ho riproposto una scelta, accompagnando ciascun brano con un breve commento sulla pagina Facebook di ICOM Italia. Per tredici settimane, dal 29 marzo al 28 giugno 2021, abbiamo invitato i lettori a vivere atmosfere, situazioni, esperienze attraverso le pagine dei libri, in attesa di poter tornare a visitare i musei.

A chi era destinata questa raccolta?
La pagina Facebook di ICOM Italia è seguita soprattutto dai soci e da persone che lavorano nei e per i musei o che comunque se ne interessano professionalmente e non. Nel rivolgerci soprattutto a loro abbiamo pensato che ognuno dei brani avrebbe potuto stimolare una particolare riflessione museologica o museografica, suggerita peraltro dal testo di commento in cui ho espresso le suggestioni che ciascun testo mi aveva dato. Questi brani possono in ogni caso piacere anche a un pubblico più vasto, anche solo a tutte le persone che visitano i musei. Per tale ragione quest’anno abbiamo pensato di pubblicizzare la serie sia su Academia.edu sia su LinkedIn, direi con un discreto successo di pubblico.

Come ha selezionato i brani? 
Ho selezionato quelli migliori, di autori noti e di una lunghezza omogenea, ma ve ne sarebbero molti altri da segnalare: sui musei come sul collezionismo, un altro tema su cui si trovano moltissimi spunti nella letteratura, da Italo Calvino a Bruce Chatwin a Susan Sontag, per fare i primi tre nomi che mi vengono in mente dopo quello di Gustave Flaubert, autore di quel capolavoro che è Bouvard et Pécuchet.

Antichi Maestri di Thomas Bernhard

Antichi Maestri di Thomas Bernhard

MUSEI E LETTERATURA

Della sua importante, quanto appassionata, carriera da museologo mi ha sempre colpito la sua capacità di raccontare, appunto, i musei. Uno storytelling sempre intriso di riferimenti letterari, ma altrettanto personale, vissuto in prima persona. Come è nata la sua passione per questa istituzione?
Mi sono laureato in storia, con una tesi di storia orale, e la mia attività di ricerca ha sempre avuto più o meno al centro lo studio della memoria. Me ne sono occupato per quasi un ventennio, indagando temi come lo spazio urbano, la famiglia operaia, la socialità, la cultura alpina e, infine, con Anna Bravo, mi sono occupato per un decennio della memoria dei sopravvissuti dai campi di sterminio nazisti. In questo percorso di ricerca mi sono anche occupato di conservazione della memoria – orale e scritta – e dunque anche di musei, convinto, anche per esperienza personale, dell’importanza che hanno le cose nell’incorporare e trasmettere memoria.

Ci spieghi meglio.
Nell’ottica di quella che oggi si chiama public history – allora parlavamo di “uso pubblico della storia” –, era inevitabile accostarsi ai musei come “luoghi di memoria” per eccellenza e al tempo stesso di metterne in luce l’incapacità di comunicare il valore immateriale della memoria materiale. Quando sono stato chiamato, all’inizio degli Anni Novanta, alla direzione dei Servizi museali della Città di Torino, la mia attività amministrativa gestionale ha prodotto una svolta, e infatti da allora la mia ricerca si è sempre più concentrata sui musei e sul patrimonio culturale. Ricorrendo a tutte le fonti, comprese quelle letterarie, forse le più adatte a capire cosa rappresenta l’istituzione museo nella società contemporanea, racconto di quel racconto del mondo che sono i musei.

L'età dell'innocenza di Edith Wharton

L’età dell’innocenza di Edith Wharton

LEGGERE I MUSEI TRA LE PAGINE DEI LIBRI

Tra i volumi selezionati quali si sente di consigliare oggi, a quasi due anni di distanza dal dilagare della pandemia?
Li consiglierei tutti, nessuno escluso, magari aggiungendone altri, lasciando a ciascuno l’opportunità di scegliere il brano che preferisce. Sono testi brevi che si possono leggere in pochi minuti e che, se sono piaciuti, possono stimolare la lettura o rilettura dell’intero romanzo da cui sono stati tratti. Mancano, per ovvie ragioni, i libri interamente dedicati ai musei, come Falsa partenza di Edith Wharton, Il gabinetto delle meraviglie di Mr. Wilson di Lawrence Weschler, Antichi maestri di Thomas Bernhard (di cui è riportato un breve brano).

Quali sono i suoi progetti per il 2022 e, soprattutto, qual è il prossimo viaggio in vista? In quale museo consiglierebbe di andare ai nostri lettori e agli studenti che scelgono questa meravigliosa “missione”?
Sul viaggio da fare e sul museo da vedere per primo non ho dubbi, un museo che integra arte e architettura, spazi al chiuso e all’aria aperta e che consente un’esperienza di assoluto piacere e distensione, qualunque età si abbia, qualunque sia la propria formazione o inclinazione, che si sia soli o in compagnia. Si tratta del Louisiana Museum of Modern Art, vicino a Copenaghen, in Danimarca. Da visitare anche d’inverno, ma forse è meglio nella bella stagione, magari leggendosi prima (o dopo, fa lo stesso) Louisiana. Storia di un uomo e di un museo di Knud W. Jensen, che lo ha creato, pubblicato in italiano dalla CLUEB nella collana “MuseoPoli” diretta al tempo da Fredi Drugman e poi da Maria Gregorio. A proposito di viaggi letterari nei musei, se la situazione pandemica impedisse di andare subito al Louisiana, intanto se ne può leggere la storia.

Annalisa Trasatti

http://www.icom-italia.org/eventi/i-musei-raccontati-letture-scelte-ai-tempi-del-coronavirus

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Annalisa Trasatti

Annalisa Trasatti

Sono laureata in Beni culturali con indirizzo storico artistico presso l'Università di Macerata con una tesi sul Panorama della didattica museale marchigiana. Scrivo di educazione museale e didattica dell'arte dal 2002. Dopo numerose esperienze di tirocinio presso i principali dipartimenti…

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