L’Antropocene di Armin Linke

Antropocene. È questo il vocabolo che, sempre più di frequente, viene utilizzato per indicare l’epoca attuale. Ed è il focus della mostra di Armin Linke per Matera 2019

Antropocene. È questo il vocabolo che, sempre più di frequente, viene utilizzato per indicare l’epoca attuale. Un’epoca radicata nell’attività umana e negli effetti da essa generati sull’intero ecosistema. Teorizzato negli Anni Ottanta dal premio Nobel per la chimica Paul Cruzen, oggi l’Antropocene assume contorni poco rassicuranti, andando di pari passo con una emergenza non più trascurabile: l’avanzata di cambiamenti climatici detonanti per le sorti del pianeta.

LA MOSTRA DI MATERA

Guarda a questi temi la ricerca condotta da Armin Linke – artista milanese, classe 1966 – nell’arco degli ultimi anni, su commissione della Haus der Kulturen der Welt di Berlino prima e successivamente in collaborazione con istituzioni artistiche e scientifiche internazionali. Gli esiti di un work in progress che non smette di arricchirsi confluisce ora nella mostra Blind Sensorium Il paradosso dell’Antropocene, al Museo Archeologico Nazionale Domenico Ridola e all’ex scuola media Alessandro Volta.
Fino a gennaio le due sedi materane accoglieranno fotografie, interviste, proiezioni, ricerche sul campo e analisi territoriali realizzate da Linke combinando studi scientifici e linguaggio visivo. Matera e la Basilicata in genere sono diventate materia “viva” del progetto, che ha incluso le dinamiche territoriali della Capitale Europea della Cultura in una riflessione sul destino dell’ambiente così come lo conosciamo. “L’intento”, afferma Linke, “è riflettere anche sulle forme della raffigurazione, su come concetti, teorie, posizioni critiche, l’idea stessa di storia o l’invenzione dell’archeologia poggino su manufatti visivi cui non si può riconoscere in nessun caso uno statuto assoluto di verità e di unicità. Il “paradosso” cui il nostro titolo accenna è che la fotografia in senso classico non è in grado di raccontare la complessità, e dunque va messa in dubbio, incalzata, interrogata. In che modo? Affiancando alle immagini fotografiche altre e diverse forme di rappresentazione e creando sequenze in cui ogni oggetto-immagine entra in risonanza simbolica con gli altri. Il senso, secondo la lezione del montaggio ejzenštejniano, nasce dunque dall’accostamento di due unità significanti, da una forma di attrito associativo che crea un terzo significato affidato in buona parte all’occhio di chi guarda”.

Giunzione gasdotto, Nadym, Russia, 2011 © Armin Linke, 2011

Giunzione gasdotto, Nadym, Russia, 2011 © Armin Linke, 2011

EMERGENZE E REALTÀ

Curata da Anselm Franke, la mostra offre il punto di vista di Armin Linke, affiancato da Giulia Bruno e Giuseppe Ielasi, su una delle urgenze più impellenti fra quelle che attanagliano la contemporaneità, mescolando storia locale e globale, a riprova del carattere universale di un’emergenza legata agli effetti di decisioni umane per nulla lungimiranti. Interessato alle trasformazioni che riguardano lo scenario nel quale spendiamo le nostre esistenze, Linke si serve della fotografia, dell’immagine in movimento e dell’approccio archivistico per restituirne le peculiarità in termini visivi e concreti. “Nei locali della Scuola Volta o sugli scaffali dei depositi del Museo archeologico nazionale “Domenico Ridola” i reperti archeologici (scelti insieme ai funzionari del museo) si trovano accanto alle loro successive riproduzioni fotografiche, ma anche a disegni, dipinti, cartografie satellitari e geologiche… L’ordine, in omaggio al metodo warburghiano, non è mai dettato da una logica combinatoria tematica, geografica o temporale. È piuttosto la messa in scena del dato, il suo meccanismo raffigurativo, a dettare la sua collocazione all’interno di un continuum che si potrebbe definire filmico”, precisa l’artista.
Anche a Matera la mostra costituisce un nuovo input allo sviluppo di una indagine che non conosce sosta e che registra da vicino gli stravolgimenti ormai quotidiani vissuti dall’ecosistema terrestre. Lo sguardo di Linke non trascura alcun dettaglio, concentrandosi in particolare sullo sfruttamento massivo delle risorse naturali da parte del genere umano: basti pensare a Prospecting Ocean, i cui esiti, ancora una volta in fieri, sono stati esposti a Venezia nel 2018, offrendo al pubblico un colpo d’occhio sullo stato degli oceani, a cominciare da quello Pacifico. “Il nostro allestimento si propone come un lavoro cartografico, una mappatura nel tempo e nello spazio, cui il pubblico non può che partecipare in modo attivo, attraversando territori diversi e apparentemente non comunicanti”, conclude Linke. “Sì, quello cui invitiamo è un gioco di scoperta e di orientamento. Noi mettiamo a disposizione informazioni quanto più accurate possibile, frutto della collaborazione con scienziati e studiosi, ma non insegniamo. Sta ai visitatori cogliere e fare connessioni. La nostra “mappa” aiuta a scoprire il paesaggio, come quando si entra in una foresta o in un giardino, ma al suo interno ci si può anche perdere o concedersi il piacere benjaminiano della flânerie”.
La mostra in corso a Matera è un ulteriore tassello di ciò che, nella indagine di Linke, si configura come una istantanea del presente, dove è la realtà, tangibile e senza fronzoli, a non lasciare scampo.

– Arianna Testino

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Arianna Testino

Arianna Testino

Nata a Genova nel 1983, Arianna Testino si è formata tra Bologna e Venezia, laureandosi al DAMS in Storia dell’arte medievale-moderna e specializzandosi allo IUAV in Progettazione e produzione delle arti visive. Dal 2015 a giugno 2023 ha lavorato nella…

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