Riscoprire il Neoliberty. Il Palazzo dell’Obelisco di Torino

Relegata per anni dalla critica architettonica a un ruolo marginale, la produzione degli architetti Sergio Jaretti ed Elio Luzi è, come molte altre opere del cosiddetto “altro moderno”, oggi riscoperta da studi e pubblicazioni. Un libro prende in esame l’opera prima del duo di architetti: il Palazzo dell’Obelisco di Torino. Facendoci riscoprire un’opera emblematica della stagione del Neoliberty italiano.

La Storia, si sa, la scrivono i vincitori. Nell’architettura italiana soprattutto Zevi, Argan, Tafuri. Se i “maestri della storia e della critica” hanno infatti saputo spiegare, correlare e motivare i principali eventi dell’architettura italiana, hanno anche deliberatamente selezionato pochi – e quindi escluso molti – nomi di un panorama architettonico che fu ben più complesso di quello che gli scritti di questi autori ci hanno per molto tempo lasciato credere.
A partire dagli Anni Ottanta, messo ormai da tempo in questione quello che Aldo Rossi già nel 1966 aveva chiamato “il funzionalismo ingenuo”, gli storici iniziarono infatti a interessarsi per la prima volta a quello che dì li a poco sarebbe stato chiamato “l’altro moderno”. In un ingarbugliato panorama che, come sempre in Italia, si articolava in scuole regionali, movimenti locali e protagonisti isolati, emersero in quegli anni, al fianco di Nervi, di Ponti e di Scarpa, decine e decine di nuovi nomi, poco noti alla critica e del tutto sconosciuti al pubblico. Con la più ingenua disinvoltura con cui solo degli stranieri avrebbero potuto avvicinarsi alla materia, Martin & Werner Feiersinger hanno tentato, qualche anno fa, di raccogliere indifferenziatamente le opere degli uni e degli altri – dei presunti maestri e degli attori dimenticati – in due atlanti che documentano gran parte della produzione architettonica italiana tra il 1946 e il 1976.

IL SODALIZIO VENTENNALE DI JARETTI E LUZI

Nella serie Italomodern (Park Books, 2015) gli architetti austriaci hanno in particolar modo dedicato grande spazio alle creazioni dei torinesi Sergio Jaretti ed Elio Luzi, uniti in un ventennale sodalizio professionale dal 1954 al 1974. Figure singolari della stagione del miracolo economico e della grande espansione postbellica del capoluogo sabaudo, gli architetti, allievi di Carlo Mollino, esplorarono nel corso della loro lunga carriera soluzioni compositive di volta in volta diverse: da plastiche articolazioni organiche a brutaliste strutture in cemento a vista, da geometriche volumetrie in laterizio fino ad archi e timpani volutamente kitsch.
Etichettate – e quindi dimenticate – dalla critica dell’epoca con il bonario epiteto di “stravaganti”, spesso eufemismo di “ridicole”, le opere di Jaretti e Luzi sono state tra le grandi dimenticate dalla critica architettonica italiana. Che, come tutte le critiche, differenziava non solo tra opere di qualità e di scarsa fattura, ma anche e soprattutto tra opere di rilevanza internazionale e di interesse più locale – categoria, quest’ultima, alla quale la produzione dello studio Jaretti-Luzi fa indubbiamente parte.

Jaretti e Luzi, Palazzo dell'Obelisco, Torino. Il teatro degli interni. Schizzo di studio. Archivio Luzi. Courtesy Gangemi Editore

Jaretti e Luzi, Palazzo dell’Obelisco, Torino. Il teatro degli interni. Schizzo di studio. Archivio Luzi. Courtesy Gangemi Editore

IL PALAZZO DELL’OBELISCO DI TORINO

È quindi ai più interessati alle vicende architettoniche della Torino del Dopoguerra e a quelle del movimento Neoliberty che si rivolge Il Palazzo dell’Obelisco di Jaretti e Luzi. Progetto e costruzione, pubblicato dagli studiosi Maria Luisa Barelli e Davide Rolfo per le edizioni Gangemi. Il volume documenta il processo di progettazione e realizzazione dell’opera d’esordio dello studio, realizzata nell’ottocentesco quartiere Borgo Crimea tra il 1954 e il 1958.
Divenuto uno degli emblemi dell’architettura Neoliberty, nata negli Anni Cinquanta sull’asse Torino-Milano come reazione alla rigidità del Movimento Moderno e screditata internazionalmente dal critico inglese Reyner Banham, che la definì “la ritirata italiana dall’architettura moderna”, il Palazzo dell’Obelisco è un singolare edificio residenziale, che mescola con aristocratica ironia riferimenti stilistici e tipologici diversi. Caratterizzato da sinuosi prospetti ricoperti da litocemento, modellato per creare curvilinei rilievi orizzontali, il palazzo presenta una complessa articolazione non solo delle facciate ma anche degli spazi interni, con appartamenti alto-borghesi su uno, due o tre livelli, ognuno caratterizzato da una disposizione diversa degli ambienti.

Maria Luisa Barelli & Davide Rolfo Il palazzo dell'Obelisco di Jaretti e Luzi (Gangemi Editore, Roma 2018)

Maria Luisa Barelli & Davide Rolfo Il palazzo dell’Obelisco di Jaretti e Luzi (Gangemi Editore, Roma 2018)

IL LIBRO

Seguendo i principali punti d’interesse dell’opera lo studio si articola in cinque capitoli, i quali scandagliano, ad uno ad uno, i diversi aspetti necessari alla piena comprensione del progetto: tra questi il contesto e le condizioni del cantiere, la disposizione degli spazi interni e un’approfondita analisi dell’articolazione delle facciate e dei suoi procedimenti di realizzazione.
Tra riferimenti all’architettura organica di Wright e alle plastiche superfici di Gaudí, Il Palazzo dell’Obelisco di Jaretti e Luzi è un approfondito lavoro di analisi che non tralascia, in ben 272 pagine corredate da immagini e disegni, nessun aspetto del processo di progettazione e costruzione dell’iconico edificio torinese. Un edificio che certo non entrerà mai nelle “storie dell’architettura” ufficiali, ma che rappresenta ancora oggi un’importante testimonianza di quella curiosa fase neoliberty dell’architettura torinese che Tafuri arrivò a definire, non senza ironia, “il flirt con l’età d’oro della grande architettura altoborghese dell’Ottocento italiano”.

– Leonardo Lella

Maria Luisa Barelli & Davide Rolfo ‒ Il palazzo dell’Obelisco di Jaretti e Luzi. Progetto e costruzione
Gangemi Editore, Roma 2018
Pagg. 272, € 42
ISBN 9788849236002
www.gangemieditore.com

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Leonardo Lella

Leonardo Lella

Leonardo Lella è architetto e curatore. Formato in Architettura all’Università Roma Tre e alla TUM di Monaco, ha realizzato soggiorni di studio ad Amburgo e a Città del Messico. Interessato all’ambito curatoriale come a quello editoriale, ha fatto parte tra…

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