Arte in pillole. L’Autocurriculum di Emilio Isgrò

Al via la serie dedicata ai rimedi letterari per curarsi ad arte. Si comincia con l’“Autocurriculum” di Emilio Isgrò. Tra il serio e il faceto, indicazioni “terapeutiche” alla portata di tutti.

COMBATTE:
impazienza, incertezza, depressione, timore dell’avvenire, grafomania, disgrafia, disortografia, logorrea, verbosità, uso improprio dei vocaboli, mal di gola, tosse notturna, bronchite.

CONSIGLIATO A:
visionari, bibliofili, semiologi, lettori forti, lettori tra le righe, editor di narrativa contemporanea.

PARTICOLARMENTE INDICATO IN CASO DI:
terrore della pagina bianca.

SCONSIGLIATO IN CASO DI:
frequenti amnesie, avidità, difficoltà nelle scelte, tendenza a prendere tutto alla lettera, sudditanza testuale.

COMPOSIZIONE:
non un’autobiografia, non un libro di memorie o un diario del tempo che è stato, ma un autocurriculum in cui Emilio Isgrò compone in prima persona, pagina dopo pagina, la sua sorprendente esistenza. Avventurosa è infatti la vita di Isgrò, come recita il titolo di un suo libro d’artista candidato nel 1975 al Premio Strega: un’esistenza rintracciata nelle testimonianze di uomini di stato, scrittori, artisti, parlamentari, attori, parenti, familiari, amici e anonimi cittadini.
Anche nel più recente Autocurriculum, a ritrarre il padre della cancellatura ci pensano gli incontri con donne e uomini illustri incasellati, uno dopo l’altro a un ritmo vertiginoso, e narrati dallo stesso Isgrò con sguardo stuporoso. Il risultato è, allora, un’appassionata ricostruzione della carriera lavorativa del grande artista, ma anche il resoconto dei legami, degli affetti, delle amicizie che ne arricchiscono e irrobustiscono l’esistenza.
Dall’infanzia siciliana a Barcellona Pozzo di Gotto all’interesse per la poesia, la letteratura, il teatro, passando per la professione di giornalista culturale che lo porterà prima a Venezia e poi a Milano, fino al rapporto rivelatore e salvifico con l’arte visiva, la vita di Emilio Isgrò appare sempre nel segno della parola scritta, di cui è raffinato garante e attento custode.
La cancellatura, la sua cifra stilistica, non rappresenta infatti un atto di violenza contro le forme del linguaggio, ma un modo per problematizzare le parti del discorso e restituire loro libertà e nuova vita.
Solo quando mi trasferirò a Venezia il mio interesse per le arti visive, fino a quel momento incerto e confuso, diventerà irresistibile come quello per la scrittura.
In realtà non volevo diventare un pittore, né restare per sempre un letterato inossidabile.
Chiunque altro, lacerato dal dubbio, sarebbe andato di corsa dallo psicanalista: io mi curai da solo, cancellando insieme le parole e le immagini. E diventando così un cancellatore a tempo pieno. Fuor di metafora, per uscire definitivamente dalla logica delle avanguardie, realizzai il gesto che le stesse avanguardie non avevano osato. Vanificare in una sola volta, con tratto nero di pennarello, i vecchi codici della comunicazione umana: l’immagine e la parola”.

EFFETTI COLLATERALI:
capogiri, pallore, laconicità.

Conservare in luogo fresco e asciutto. Leggere attentamente il foglietto illustrativo. Non cancellarlo. Se il sintomo persiste, consultare il medico.

Isabella Pedicini

Emilio Isgrò – Autocurriculum
Sellerio, Palermo 2017
Pagg. 232, € 14
ISBN 9788838937408
https://sellerio.it/

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