Un… Walser di ritratti

Nuovo consiglio di lettura per il nostro “Stralcio di prova”, ovvero opere di narrativa che strizzano l’occhio all’arte. Qui abbiamo un raccolta di scritti di un grande svizzero.

Dello svizzero Robert Walser, quand’era in vita, si conosceva soprattutto il fratello maggiore, Karl (il Kaspar dei Fratelli Tanner, romanzo d’esordio del narratore d’oltralpe, come ricorda il curatore Bernhard Echte). La sua fortuna critica è tutta postuma, all’inverso di quanto è avvenuto per il consanguineo. Ed è proprio la morte, il modo in cui morì Robert Walser, che costituisce uno di quegli aspetti romantici e di sicuro appeal per psicobiografi e voyeur letterari. Il decesso avvenne infatti dopo una “passeggiata solitaria” – per parafrasare la “monografia” che gli ha dedicato W. G. Sebald – nella neve.
Qui Walser ci interessa per la sua raccolta di Ritratti di pittori (pagg. 142, € 16) che Adelphi ha mandato in stampa nell’anno appena trascorso. Si tratta, per citare il sottotitolo dell’edizione tedesca, di Geschichten und Gedichte, di “storie e poesie” che prendono spunto da un dipinto, per poi rapidamente abbandonarlo e seguire esili, talora esilissimi fili narrativi. Se ancora si potesse dire, sarebbe il caso di chiamare in causa la carica ispiratrice delle immagini, delle belle immagini.

Antoine Watteau 014 Un… Walser di ritratti

Antoine Watteau - La proposition embarrassante - 1715-16 - Museo dell'Hermitage, San Pietroburgo

E dire che Robert Walser ha seguito sempre, nel corso della sua vita, le vicende artistiche, spesso vivendole in prima – o meglio, in seconda – persona, al seguito com’era del fratello pittore. Ed è dunque relativamente semplice, con la guida del succitato curatore del volume, ripercorrere da presso le occasioni che generarono questi testi. Come, per non fare che un esempio, una mostra della Secessione nel 1912, da cui origina il testo Il quadro di Van Gogh. Dati interessanti per monografie meticolose, mentre Walser fu, all’opposto, spesso criticato per le “libertà” descrittive che si prendeva. Ma s’è già detto: a lui interessava lo spunto, l’ispirazione, il dipinto come miccia. Perché la detonazione, ben gentile, è esclusivamente letteraria.
Ciò detto, si rintracciano alcune considerazioni interessanti anche per l’odierno “addetto ai lavori”. Come la critica alla mancanza di sito-specificità dei “pittori moderni” e l’ironia alla volta di Watteau (“Tutto ciò che di romantico albergava in lui possedeva per così dire ottime maniere”). D’altro canto, suona assai personale la considerazione nel testo che chiude il volumetto: “L’acquerellista, nel campo della pittura, è forse una sorta di feuilletonista”.

Marco Enrico Giacomelli

Robert Walser – Ritratti di pittori
Adelphi, Milano 2011
Pagg. 142, € 16
ISBN 9788845926136
www.adelphi.it

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #5

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Marco Enrico Giacomelli

Marco Enrico Giacomelli

Giornalista professionista e dottore di ricerca in Estetica, ha studiato filosofia alle Università di Torino, Paris 8 e Bologna. Ha collaborato all’"Abécédaire de Michel Foucault" (Mons-Paris 2004) e all’"Abécédaire de Jacques Derrida" (Mons-Paris 2007). Tra le sue pubblicazioni: "Ascendances et…

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