Iris Biasio, la rivelazione del fumetto italiano

Con il suo graphic novel d'esordio, “Mia sorella è pazza”, ha guadagnato ottimi consensi ritagliandosi – in netto anticipo sui tempi – un posto di riguardo nella scena fumettistica italiana. Stiamo parlando di Iris Biasio, ospite di Artribune Magazine numero 72

Fresca di riconoscimento all’ultimo Comicon di Napoli, dove ha ottenuto una menzione speciale per la migliore opera prima ai Premi Micheluzzi, Iris Biasio (Cittadella, 1994) si racconta nel nuovo magazine di Artribune. Le abbiamo rivolto qualche domanda per conoscere meglio il suo mondo, a partire dal suo libro d’esordio: Mia sorella è pazza.

Un ritratto di Iris Biasio

Un ritratto di Iris Biasio

Cosa significa per te essere fumettista?
Per me è una modalità esistenziale, è come io sto nel mondo. Significa percepire e restituire la mia esperienza attraverso le storie. Ragiono per immagini e parole, vedo il mondo in sequenza e dico al lettore: “Lo vedi anche tu?”. Ne nasce una sintesi che va costruita insieme, in relazione con chi legge. E poi i fumetti mi emozionano e stupiscono sempre, ecco perché continuo a farli. Mi fanno stare bene.

Sei una delle nuove voci del fumetto italiano, e certamente una delle più promettenti. Mi aiuti a presentarti a chi non ti conosce?
Sono nata in provincia di Padova, dove vivo e lavoro. A dieci anni ho abbandonato l’idea di fare la paleontologa perché ho scoperto i manga. Durante l’ultimo anno di Accademia a Venezia ho deciso che volevo fare un libro e l’ho fatto, creando così la mia etichetta di autoproduzione, NeroVite, con cui ho pubblicato alcune storie. A luglio 2022 è uscita per Rizzoli Lizard la mia prima graphic novel, Mia sorella è pazza, con cui ho vinto il Premio Cecchetto come artista rivelazione al Treviso Comic Book Festival e una menzione speciale come miglior opera prima al Comicon di Napoli. Oltre a disegnare fumetti insegno anche a farli, con corsi e laboratori nelle biblioteche e nelle scuole.

Il fumetto di Iris Biasio per Artribune

Il fumetto di Iris Biasio per Artribune

IL PRIMO FUMETTO DI IRIS BIASIO

Mia sorella è pazza, il tuo fumetto d’esordio, ti sta dando tante soddisfazioni (noi di Artribune lo abbiamo inserito nel “best of” del 2022). Di cosa parla?
È la storia della relazione tra due sorelle, Rita, la minore, e Francesca, la maggiore. Rita è ricoverata in una casa di cura psichiatrica a seguito di un misterioso incidente e Francesca è l’unica a occuparsi di lei. Per risalire all’origine dell’enigmatica chiusura di Rita sarà necessario ricostruire le loro storie e il modo in cui si sono intrecciate negli anni.

È una storia tutta al femminile, che mescola le vicende di donne diverse, distanti, ma unite dalle debolezze.
Alla fine è l’ascolto che salva sia Rita sia Francesca. Anche l’accettare l’impossibilità di giungere razionalmente all’individuazione di una causa o di un responsabile preciso di tutto quel dolore. Il sintomo è simbolo e racconto, un modo per parlare quando le parole mancano o non sono sufficienti. Noi siamo relazione, il riconoscimento e l’ascolto dell’altro. Fare questo libro mi ha aiutato a capire perché faccio fumetti.

La narrazione sembra giocata su un terreno di mezzo, tra fiction e autobiografia. Quanto c’è di “tuo” in questa storia?
A me serve vivere per fare i fumetti. La casa di Edo esiste; e anche lui, ma non è lui. È tutto così, è e non è. Non ho avuto esperienze del genere in famiglia, ma non è necessario che una famiglia sia disfunzionale per fare dei danni. Quante normali ne fanno, senza colpa. Anche accettare questo è importante. Quando scrivo una storia, tengo sempre a mente queste parole: “sangue e buon senso”. Il “sangue” indica la materia autentica, il nucleo di partenza di una storia, che deve però arrivare all’altro e per fare questo è necessario che passi attraverso un processo di sintesi. Deve essere trasformato in qualcosa di totalmente nuovo e per farlo ci vuole “buon senso”. “Buon senso”, per me, significa rispettare il lettore e la storia.

Il fumetto di Iris Biasio per Artribune

Il fumetto di Iris Biasio per Artribune

IL FUMETTO DI IRIS BIASIO PER ARTRIBUNE

Il tratto del disegno è pulito e definito, la palette sembra frutto di scelte molto ponderate: hai già una cifra stilistica riconoscibile, nonostante si tratti della tua prima prova autoriale. Quanto ci hai messo per raggiungere questa sintesi grafica? Su cosa ti senti più forte e dove vorresti migliorare?
Migliorare sempre e su tutto! Scherzi a parte, ci ho messo un paio di anni a trovare la quadratura tecnica giusta per quello che volevo raccontare. Pensa che la mia prima idea era di fare un libro con i pastelli a olio, ma è stato il ricordo del piacere che provavo da bambina a disegnare manga con pennino e inchiostro che mi ha accompagnata verso questa nuova sintesi.

Sai che dopo un esordio così l’asticella delle aspettative nei tuoi confronti sarà da ora in poi inevitabilmente alta? Su cos’altro stai lavorando?
Che dire, speriamo che questa asticella si trasformi in un’asta e mi aiuti a saltare. A settembre uscirà un nuovo libro edito da MalEdizioni, dove ripubblicheremo due storie brevi che avevo realizzato per la mia etichetta di autoproduzione. Ci sarà anche una storia inedita, una sorta di mediometraggio, ma per il momento non posso dire di più.

E il fumetto per Artribune di cosa parla?
Qualche tempo fa ho letto un frammento di Katherine Mansfield, una mezza pagina lasciata incompleta. S’intitolava Era una grande casa vuota. Ho subito provato una profonda tenerezza per quella scrittrice e quel testo incompleto che mi aveva molto colpita, così ho deciso di disegnare queste pagine per me e per lei.

Alex Urso

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Alex Urso

Alex Urso

Artista e curatore. Diplomato in Pittura (Accademia di Belle Arti di Brera). Laureato in Lettere Moderne (Università di Macerata, Università di Bologna). Corsi di perfezionamento in Arts and Heritage Management (Università Bocconi) e Arts and Culture Strategy (Università della Pennsylvania).…

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