È morto il gigante dell’animazione Yasuo Otsuka, “maestro” di Hayao Miyazaki

Se ne va a 89 anni un gigante dell’animazione giapponese. Appassionato di disegno fin da bambino, Yasuo Otsuka fece parte della prima generazione di animatori di Toei Animation e incrociò il suo destino a quello di Isao Takahata e Hayao Miyazaki.

A dare la notizia è stato Toshio Suzuki, lo storico produttore di Hayao Miyazakii, nel corso della cerimonia di premiazione del Tokyo Anime Award Festival 2021: appuntamento annuale in cui vengono celebrati tutti coloro che si sono distinti nel mondo dell’animazione, e dove proprio Suzuki quest’anno figurava tra i premiati. Yasuo Otsuka, lui, lo conosceva molto bene. Prima ancora di diventare direttore dello Studio Ghibli, quando alla fine degli anni Settanta lavorava come redattore capo del mensile Animage, Suzuki a quel signore dalla voce gentile, sempre accompagnato dal berretto in testa – un signore che le cose te le spiegava disegnando –, aveva più volte dedicato decine e decine di pagine (portfolio ricchissimi di immagini disegnate da Otsuka, con predilezione per auto, jeep, veicoli militari e locomotive), la sua spettacolare filmografia e i suoi gusti in fatto di animazione. L’intrepido Toshio Suzuki nel giugno 1984 aveva incaricato Otsuka di disegnare una delle copertine più belle di Animage con l’immagine di Fujiko Mine, la complice-rivale di Lupin III, alla guida di una potente moto. Al rapporto professionale era poi subentrata una splendida amicizia.

LA BIOGRAFIA DI YASUO OTSUKA

Originario della prefettura di Shimane, dove era nato l’11 luglio 1931, Yasuo Otsuka si dedica al disegno giovanissimo riempendo interi album e quaderni di illustrazioni, sketch e ritratti. Album in cui erano custodite le personali osservazioni sul mondo e ogni sua passione: un giovane ed esile soldato, due ragazzini seduti su un tronco, caricature di Mickey Mouse, ma soprattutto le riproduzioni di veicoli e locomotive a tal punto dettagliate da rasentare la perfezione. Al disegno si aggiunge la scoperta del cinema di animazione grazie a un celebre film sovietico di Ivan Petrovič Ivanov-Vano intitolato Il cavallino gobbo (1947). L’amore per il disegno spinge Otsuka a lasciare la provincia e a recarsi a Tokyo, dove inizialmente riceve solo rifiuti: le società di animazione guardano i suoi disegni di autocarri e jeep militari e non capiscono come ciò possa essergli utile. Impressionato dalla mole di materiale che si porta dietro a ogni colloquio è invece Yasuji Mori, grazie al quale Yasuo entra in Toei Doga nel 1956. Sono gli anni in cui l’animazione giapponese prova a spiccare il salto da sola, con gli artisti a farsi arrivare preziosi libri e manuali dall’America, affrontando con devozione l’arte del movimento creato. Yasuo Otsuka fa parte di coloro che resero grande Toei, spesso assumendosi l’incarico di seguire e istruire i nuovi arrivati. O di capire al volo chi era dotato di formidabile talento: per esempio i giovani Isao Takahata e Hayao Miyazaki. 

Una immagine di Conan il ragazzo del futuro, diretto da Hayao Miyazaki

Una immagine di Conan il ragazzo del futuro, diretto da Hayao Miyazaki

IL RAPPORTO CON LO STUDIO GHIBLI

Con Takahata e Miyazaki egli instaura un legame di amicizia e complicità che si trascina lungo cinquant’anni di storia dell’animazione. A quei tempi, Toei era diversa da oggi, oltre a sfornare opere per cinema e televisione era anche un sotterraneo laboratorio di idee dove l’ispirazione andava cercata ogni giorno, spesso andando contro i diktat aziendali o ammirando i film degli altri: come La Bergère et le Ramoneur (1953) di Paul Grimault o La Regina delle nevi (1957) di Lev Atamanov. Pellicole che il trio studia minuziosamente fotogramma per fotogramma. Gli effetti si vedono presto: su invito di Otsuka, Takahata debutta nella regia del lungometraggio La grande avventura del piccolo principe Valiant (in originale: Hols no daiboken, 1968), dove Otsuka realizza scene da antologia, come quello dell’attacco del luccio gigante. Miyazaki e pochi altri intanto si fanno strada superando le gerarchie e imponendo un grintoso modo di fare animazione grazie ai suoi insegnamenti. Sempre tra arte, spettacolo e divertimento. Ne è un esempio la serie che i tre realizzano insieme agli inizi degli anni Settanta, Lupin III, quella con la giacca verde, che trasforma Otsuka nell’immortale eroe dell’immaginario animato mondiale. 

L’EREDITÀ DI YASUO OTSUKA

Il rapporto professionale con Miyazaki col tempo restituisce traguardi indimenticabili: Otsuka lo aiuta a realizzare la serie Conan il ragazzo del futuro (1978), un autentico cult presto in una nuova edizione per l’Home Video, e lo indirizza verso la regia del film Lupin III – Il castello di Cagliostro (1979). Sono dozzine i titoli che vedono al lavoro Yasuo Otsuka. Tanti, tutti da vedere. E numerosi i libri dedicati al suo lavoro: da Saguga ase mamire (Animazione, un mare di sudore, 2001) all’ultimo arrivato Otsuka Yasuo gashū ‘Rupan Sansei’ to kuruma to kikansha to, uscito la scorsa estate e splendida collezione del disegnatore sulla sua passione per automobili e locomotive. Due i documentari da recuperare: Yasuo Otsuka’s Joy of Motion (2004), quasi un vademecum per aspiranti animatori, e Hyōhyō – Haikei, Otsuka Yasuo-sama (Caro signor Yasuo Otsuka) realizzato nel 2015 senza reale distribuzione e riapparso nel 2019 per commemorare i 55 anni di Tokyo Movie Shinsha, l’azienda per la quale Otsuka ha lavorato quasi una vita intera. Con Yasuo Otsuka se ne va un gigante della storia del cinema di animazione giapponese, ma anche uno degli ultimi uomini di una generazione tutta d’un pezzo, piena di valori e con una tenacia nel lavoro difficile da ritrovare nei giovani registi e animatori di oggi. 

Mario A. Rumor

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Mario A. Rumor

Mario A. Rumor

Ha scritto di cinema e televisione per Il Mucchio, Empire Italia, Lettera43, Just Cinema e numerose altre riviste italiane e inglesi, tra cui Protoculture Addicts, TelefilmMagazine, Retro, Widescreen, DVD World, ManGa!, Scuola di Fumetto e Leggere:Tutti. Con Weird Book ha…

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