Morto a Roma il fumettista satirico Vincino. Aveva 72 anni

È morto a Roma Vincino, tra i più noti fumettisti italiani. Di origini siciliane, l’artista ha raccontato la storia politica del nostro paese con ironia dissacrante…

Si è spento dopo lunga malattia a Roma, il giornalista e fumettista satirico Vincino, pseudonimo di Vincenzo Gallo(Palermo, 1946). Famoso per la sua dissacrante ironia, ha attraversato cinquant’anni di storia politica e culturale del nostro paese, collaborando con le migliori testate. Tanti i messaggi di cordoglio su Twitter, tra cui spiccano quello dell’ex premier Paolo Gentiloni e dell’amico e collega Vauro.

BIOGRAFIA

Nato a Palermo, Vincino si avvicina poco più che ventenne ai movimenti studenteschi e operai militando in Lotta Continua. Nel 1972 si laurea in architettura e per l’esame di ammissione all’albo professionale redige il folle progetto di un centro sociale per ventimila persone, ricalcato sulla pianta del carcere dell’Ucciardone di Palermo. Sono questi gli anni in cui l’uomo inizia a collaborare, in qualità di disegnatore, con il quotidiano L’Ora di Palermo, occupandosi anche di stragi mafiose. Dalla Palermo dilaniata dalla faida mafiosa ai grandi temi della politica nazionale, il salto è breve. Abbandona la professione di architetto e si trasferisce a Roma, sua città di adozione, dove inizia a lavorare nel giornale di Lotta Continua.

LA CARRIERA: GLI ESORDI

Nel 1978 lascia il giornale di Lotta Continua e fonda e dirige l’inserto satirico L’avventurista. Partecipa alla nascita della rivista Il Male, di cui sarà direttore per quattro anni (dei cinque in cui venne pubblicata), fino alla chiusura, nel 1982. Rivista fondamentale che ha cambiato, con il suo stile provocatorio, la storia della satira politica italiana, Il Male fu il banco di prova di alcuni dei novelist più grandi di quegli anni, come Andrea Pazienza, Roland ToporTanino Liberatore, ma anche la tribuna che ospitava articoli ritenuti scandalosi su argomenti tabù come il terrorismo e i rapporti tra mafia e politica. Tra il 1984 e il 1985 è stato direttore di Ottovolante, quotidiano di satira uscito per dieci giorni, cui hanno collaborato alcuni dei più importanti fumettisti europei come Roland Topor, Andrea Pazienza, Guido Buzzelli, Bernard Willem Holtrop, Jean-Marc Reiser e Jacopo Fo. Sono anni di intenso lavoro e delle tante collaborazioni con Il Clandestino, supplemento de l’Espresso, con Tango, supplemento de l’Unità, conLinus, culminate, nel 1987, nella nomina a direttore di Zut, ma sono anche gli anni dello scandalo legato ad un servizio sull’amante di Scalfari che gli causò il licenziamento. Poco male, siamo negli anni Ottanta ed anche Vincino subisce il richiamo della televisione. È protagonista su Telelora di un ciclo di otto trasmissioni di satira politica chiamato Patate.

GLI ANNI DEL SUCCESSO

Alla fine degli anni Ottanta, Vincino inizia la sua lunga e proficua collaborazione con il Corriere della Sera. Nel 1988 esce Cuore e Vincino ne diventa una delle colonne portanti, fino alla chiusura. Nel frattempo collabora con il Sabato e dal 1995 con Il Foglio. Nel 1987 fa risorgere Il Clandestino con Vauro, Riccardo Mannellie Saviane. Fonda e dirige, inoltre, la rivista Xl. Nel 2011, insieme con Vauro, rifonda la storica rivista di satira Il Male, che ha chiuso le pubblicazioni nel 2013. Negli ultimi anni collabora, tra gli altri, con Il Fatto Quotidiano, il settimanale Vanity Faire con Radio Radicale, anche se la collaborazione più assidua rimane con Il Foglio. 

IL CORDOGLIO

Grande il cordoglio sui social. Tra i tanti spicca quello dell’ex premier Paolo Gentiloni. “Ci mancherà la sua dissacrante ironia”, recita il tweet di Gentiloni, “la sua capacità di fare editoriali politici con un disegno appena abbozzato, il suo impegno di uomo libero. Ci mancherai Vincino”. Sul fronte politico opposto il ricordo è affidato, invece, a Mariastella Gelmini. Cordoglio per la scomparsa di Vincenzo Gallo, conosciuto da tutti con lo pseudonimo di Vincino”, scrive l’ex ministro, “Uomo di grande spirito, vignettista satirico arguto e mai banale, intelligente ed eclettico osservatore politico. Mancherà a tutti noi”. Commosso il ricordo dell’amico fraterno e del collega Vauro, che lo ricorda con una vignetta postata sui social, in cui ritrae se stesso in lacrime mentre si rivolge a Vincino: “Hai disegnato i grandi mostri della politica italiana… e mi hai lasciato solo con i mostriciattoli!”.

– Mariacristina Ferraioli

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Mariacristina Ferraioli

Mariacristina Ferraioli

Mariacristina Ferraioli è giornalista, curatrice e critico d’arte. Dopo la laurea in Lettere Moderne con indirizzo Storia dell’Arte, si è trasferita a Parigi per seguire corsi di letteratura, filosofia e storia dell’arte presso la Sorbonne (Paris I e Paris 3).…

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