Pompei, graphic design e minerali in tre nuovi libri appena usciti

Tre declinazioni del tempo molto differenti, quelle presentate dai tre libri che vi suggeriamo: da minerali formatisi milioni di anni fa al centenario della Triennale di Milano, passando per un dialogo tra la fotografia di Luigi Spina e Pompei, che attraversa i millenni

Tempo umano, artistico e geologico si fondono in queste tre nuove pubblicazioni: si parte con una raccolta dei manifesti che hanno segnato questo primo secolo della Triennale di Milano; poi, una tappa a Pompei, raccontata dalle poetiche fotografie di Luigi Spina; infine, i tesori della collezione litologica di Roger Caillois. 

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La Triennale di Milano raccontata in 100 anni di manifesti

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Pompei silente nelle foto di Luigi Spina

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Minerali fantastici, tra arte e surrealismo. La collezione di Roger Caillois

Triennale. Cento anni di manifesti è un volume del grafico e architetto Mario Piazza, edito da Marsilio Arte, che racconta la lunga storia dei manifesti della Triennale: cento anni di grafica e di arte relativa a uno dei luoghi più prestigiosi per il design a Milano. A quella storia, che inizia a Monza e arriva nel capoluogo lombardo dieci anni dopo, hanno partecipato parecchi grandi nomi dell’arte e della grafica italiana, da Marcello Nizzoli a Mario Sironi e Max Huber, ma anche Eugenio Carmi, Massimo Vignelli, Albe Steiner, Ettore Sottsass, Bob Noorda, Giulio Confalonieri, fino a Italo Lupi e Pierluigi Cerri, entrambi scomparsi negli ultimi due anni, ai quali Piazza ha dedicato il volume.   
Il presidente dell’istituzione, Stefano Boeri, nella sua prefazione ha scritto: “Fin dalla sua fondazione nel 1923 a Monza come Mostra Internazionale delle Arti Decorative, Triennale Milano ha analizzato e interpretato i grandi cambiamenti socioculturali, ha saputo anticipare progettualità e tendenze, è stata, ed è, un luogo, aperto allo scambio e al confronto, in cui sono confluite idee e visioni di designer, architetti, artisti, pensatori di tutto il mondo”. I diversi manifesti della Triennale riescono a raccontare questa storia, le mode culturali del tempo, le esigenze di comunicazione. Il volume è di facile consultazione, ricco di dati, informazioni e immagini ben stampate. Piazza sottolinea che non si tratta di un volume per raccontare la storia della Triennale, quanto piuttosto di “un saggio che racconta una storia a partire da ventitré manifesti, quelli realizzati per le Esposizioni Internazionali, prima biennali e poi triennali. Partendo da queste icone ufficiali è infatti possibile delineare un racconto storico dell’evoluzione della progettazione grafica, del modificarsi del gusto, dell’introduzione di tecnologie che ammodernano i processi progettuali e realizzativi. Una storia per pillole, che consente solo qualche sommaria ricostruzione di scenari ed è interconnessa con i cent’anni di vita dell’istituzione milanese”.
Una progettazione grafica che riesce a raccontare con dovizia di particolari una storia peculiare, che negli ultimi cento anni è entrata nelle nostre vite e ne ha condizionato il gusto e le scelte.   
 

Mario Piazza, Triennale. Cento anni di manifesti 
Marsilio Arte, 2024 
pag. 184, € 18
ISBN 9791254631584 

Manifesti, Triennale Milano. Photo ©Alessandro Saletta e Melania Dalle Grave - DSL StudioManifesti - Triennale
Manifesti, Triennale Milano. Photo ©Alessandro Saletta e Melania Dalle Grave – DSL StudioManifesti – Triennale

Durante il tragico periodo della pandemia, alcuni di noi sono riusciti a vivere esperienze uniche, che in altri momenti non sarebbero state possibili. Luigi Spina ha avuto la possibilità di fotografare gli interni di Pompei, completamente vuoti, privi del solito traffico turistico e ha avuto così modo di dare vita a una serie di immagini straordinarie che costituiscono Interno pompeiano, il grande volume pubblicato da 5 Continents Editions, la casa editrice con la quale ha già realizzato molti volumi. Il filo conduttore del suo operare è la ricerca della bellezza che spesso si orienta intorno al mondo antico, che si tratti di edifici, interni, sculture, pitture. Molte volte si è immerso nella superba Collezione Farnese del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, creando delle fotografie in cui i bianchi e i neri e la luce sono riusciti a diventare realtà tattile.
Il nuovo libro, totalmente a colori, ci aiuta a comprendere il modo di vivere degli antichi romani. I testi sono di Gabriel Zuchtriegel, Direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei, Massimo Osanna, Direttore Generale Musei e professore ordinario di Archeologia Classica all’Università di Napoli “Federico II” , Carlo Rescigno, professore ordinario di Archeologia Classica all’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” – Scuola Superiore Meridionale, Giuseppe Scarpati, responsabile dell’archivio fotografico del Parco Archeologico di Pompei e di Luigi Spina stesso, che ha scritto una memoria in forma poetica.
Scarpati ha introdotto il suo testo con un passo del Viaggio in Italia di Goethe, siamo nel 1787: «Domenica andammo a Pompei. Molte sciagure sono accadute nel mondo, ma poche hanno procurato altrettanta gioia alla posterità. Credo sia difficile vedere qualcosa di più interessante. Le case sono piccole e anguste, ma tutte contengono all’interno elegantissime pitture. […] Un posto mirabile, degno di sereni pensieri». Il luogo della tragedia diviene una dimensione unica in cui il tempo si è fermato a circa duemila anni fa.
Come vivevano gli uomini e le donne in quel particolare frangente? Cosa guardavano? Su che pavimenti camminavano? Attraverso le fotografie di Spina riusciamo a cogliere la potenza di tutto questo, la forza dell’intelligenza progettuale, la modernità intrinseca in quei luoghi dove il tempo è sospeso. È come se il periodo della pandemia fosse riuscito a ripetere questa sospensione e a consentire all’occhio del fotografo una riscoperta. Certo Spina, uomo di ottima cultura, già conosceva tutto questo, ma la possibilità che quel particolare periodo gli ha offerto è stata straordinaria. È come se si fosse permesso di bloccare il frullatore del mondo per entrare in un universo altro. Quello che colpisce in questo bel libro è la freschezza di quanto ci si trova di fronte, la capacità del fotografo di trasmettere delle sensazioni che, oltre alla percezione della bellezza, sono il senso della poesia e della forza dell’esistenza di uomini e donne la cui assenza diviene, in questo modo, una sottile quanto eterea presenza del soffio vitale.

Luigini Spina, Interno pompeiano
5 Continents Editions, 2023
pag. 480, € 150,00
ISBN 9791254600306

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Interno Pompeiano, Casa del Frutteto. Photo © Luigi Spina
Interno Pompeiano, Casa del Frutteto. Photo © Luigi Spina

Scrittore, sociologo, antropologo, Roger Caillois è stato uno dei più importanti intellettuali francesi del XX secolo, protagonista del Surrealismo e fondatore del Collegio di Sociologia. Nato nel 1913, è morto improvvisamente nel 1978, lasciando una splendida collezione di pietre su cui si è già detto e scritto e che oggi è protagonista di un volume uscito per i tipi di FMR, intitolato Scritto nella pietra. Minerali collezionati e descritti da Roger Caillois, a cura di Stefano Salis, con affascinanti immagini di molte pietre della collezione.  
Oltre ai contributi del curatore e di Caillois ci sono altri importanti contribuiti fra i quali quello di Marguerite Yourcenar,pronunciato dopo la morte di Caillois, nel momento in cui viene chiamata a sostituirlo all’Académie de France. 
Quando guardo attentamente le pietre” scriveva Caillois, “mi sforzo talvolta, non senza ingenuità, di indovinarne i segreti. Mi abbandono a immaginare come abbiano potuto formarsi tante enigmatiche meraviglie, nate da leggi che non di rado esse sembrano violare, come fossero l’esito di un tumulto, o, per dir tutto di una festa che ormai bandisce il loro modo d’essere. Mi sforzo di afferrarle col pensiero nell’ardente istante della loro genesi”. Caillois ne è affascinato, rapito. Il suo atteggiamento nei confronti di questi materiali che raccoglie è come quello di un bambino, che si stupisce ogni volta di fronte alla scoperta della novità.  
Attualmente la conservata al Muséum national d’Histoire naturelle di Parigi è una collezione di rara bellezza. “Le pietre gareggiano”, scrive Salis, “con la pittura dell’uomo e, talora, la superano, la scavalcano, sempre in qualche modo, la profetizzano. Quello che “vede” Caillois nella pietra è l’essenza stessa della letteratura, e molto di più, del nostro destino e modo di essere umani; esseri sognanti capaci di immaginare”.  
Ci troviamo di fronte a materiali di varia tipologia, agate, quarzi, rodocrositi, diaspri, rodoniti e molto altro, che Cailloisespone per la prima volta nel 1965 presso la galleria di Katia Granoff, in quello stesso anno pubblica Al cuore del fantastico. Che ci sia una relazione?  

Scritto nella pietra. Minerali collezionati e descritti da Roger Caillois, a cura di Stefano Salis 
Franco Maria Ricci Editore, 2024 
pag. 136, € 80,00 
ISBN 9791280294401 
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Calcare, varietà toscana detta Verde d’Arno, Alta Valle dell’Arno (Firenze, Italia) , Donazione Caillois, 1984-1985, MNH, INV. 188.94. Photo François Farges
Calcare, varietà toscana detta Verde d’Arno, Alta Valle dell’Arno (Firenze, Italia) , Donazione Caillois, 1984-1985, MNH, INV. 188.94. Photo François Farges
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La Triennale di Milano raccontata in 100 anni di manifesti

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Minerali fantastici, tra arte e surrealismo. La collezione di Roger Caillois

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Angela Madesani

Angela Madesani

Storica dell’arte e curatrice indipendente, è autrice, fra le altre cose, del volume “Le icone fluttuanti. Storia del cinema d’artista e della videoarte in Italia”, di “Storia della fotografia” per i tipi di Bruno Mondadori e di “Le intelligenze dell’arte”…

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