Arte, moda, tessuti e design. La storia di Ken Scott in un nuovo libro

Non solo re delle stampe o creatore di straordinari giardini tessili: un libro ripercorre la vicenda del grande designer americano mostrando tutte le sfaccettature del suo talento

Ci sono talenti che hanno un andamento carsico: si esprimono, incarnando perfettamente lo spirito del loro tempo, poi sembrano inabissarsi per un momento e, quando riemergono, colpiscono nuovamente gli osservatori per la loro modernità. Ken Scott è senza dubbio uno di questi. Il designer americano scomparso nel 1991, ricordato soprattutto per le stampe floreali dai colori vitaminici con cui tra la metà degli Anni Cinquanta e la fine dei Settanta ha vestito modelle e dive del cinema (da Twiggy a Audrey Hepburn, da Brigitte Bardot a Monica Vitti), donne comuni, case e perfino un ristorante, e con cui di recente Alessandro Michele ha abbigliato una collezione di capi femminili e accessori per Gucci, è stato infatti un creativo a tutto tondo e un formidabile iniziatore di tendenze. A lui si devono, per esempio, l’intuizione dell’unisex, in anticipo di alcuni decenni sull’odierno gender fluid, con la proposta di collezioni coordinate per lui e per lei (nel 1967 presenta a Palazzo Pitti Gli amanti, ispirata alle coppie celebri della letteratura e dell’arte, e in seguito diverse linee con gli stessi motivi declinati al maschile e al femminile, dalla moda mare ai pigiami), l’uso sperimentale di tessuti innovativi come il jersey Ban-Lon per dare vita ad abiti che occupano pochissimo spazio in valigia e non si stropicciano, l’invenzione delle sfilate-happening in cui la comunicazione del prodotto è altrettanto importante del prodotto stesso, o ancora l’inaugurazione del binomio tra fashion e food con il locale di tendenza Eats & Drinks, inaugurato nel 1969 in via Corridoni 37 a Milano, il cui total look fiorato si spingeva fino alle pareti.

Ken Scott posing with his inseparable pet dog Beatrice for the Mirsa knitwear collection of Marchesa Olga di Grésy. Photo by Alfa Castaldi, 1976. © Alfa Castaldi

Ken Scott posing with his inseparable pet dog Beatrice for the Mirsa knitwear collection of Marchesa Olga di Grésy. Photo by Alfa Castaldi, 1976. © Alfa Castaldi

UN AMERICANO NELLA MILANO DEL BOOM

Il libro appena uscito per Rizzoli, una voluminosa monografia realizzata in collaborazione con la Fondazione Ken Scott e attingendo a piene mani dallo strepitoso archivio da poco custodito nella sede delle seterie Mantero, a due passi da Como, ci aiuta ad allargare l’inquadratura andando al di là della facile, per quanto azzeccata, definizione di “giardiniere della moda”.
George Kenneth Scott nasce nel 1919 tra i campi di mais dell’Indiana, si forma come pittore alla Parsons School of Design di New York e fa in tempo ad attirare l’attenzione di Peggy Guggenheim prima di abbandonare la carriera artistica tradizionale per dedicarsi al design di tessuti. Nel 1954 si stabilisce in Italia, dopo aver trascorso un periodo breve ma significativo tra Parigi e la Costa Azzurra – con un primo exploit nell’alta moda, un bozzetto di rosa a gambo lungo scelto da Christian Dior per la sua collezione. Nella Milano del miracolo economico, in un primo tempo con il marchio Falconetto (fondato con Vittorio Ferlazzo) e poi con la firma Ken Scott, i suoi motivi cominciano a colonizzare le passerelle e da lì a tracimare nell’arredo e nel tessile per la casa. Il libro ripercorre questa storia, mettendo in evidenza i diversi aspetti del suo genio creativo.

Ramme Margritte wearing a Cereghino print (1969) outfit, from the Ken Scott Cooks Something New! collection. Photo by Alfa Castaldi for Vogue Italia, March 1970. © Alfa Castaldi

Ramme Margritte wearing a Cereghino print (1969) outfit, from the Ken Scott Cooks Something New! collection. Photo by Alfa Castaldi for Vogue Italia, March 1970. © Alfa Castaldi

FIORI, COLORI, CASE SECONDO KEN SCOTT

A spiccare è la passione per i fiori, naturalmente, dei quali conosce ogni singolo pistillo o nervatura e che non smette mai di riprodurre in versioni più o meno stilizzate mettendo in atto una “spirale di ripescaggi” stilistici (la definizione è dell’artista Velasco Vitali, autore di uno dei saggi contenuti nel volume), dagli erbari antichi alle decorazioni del mausoleo di Galla Placidia a Ravenna, da Paul Klee a Georgia O’Keeffe. La versatilità, che pratica in prima persona e richiede ai collaboratori: “Al giovane disegnatore che entra nel mio laboratorio chiedo subito di imparare a disegnare tessuti, abiti, gioielli, piastrelle, lenzuola, oggetti”, diceva per esempio. “L’epoca della specializzazione è finita. Nella progettazione occorre acquistare un senso rinascimentale”. L’attenzione al colore, che gli permette di gestire in prima persona i diversi aspetti della stampa su tessuto, compresi quelli per cui solitamente è necessaria una specializzazione come la creazione di varianti. Tra i materiali conservati in archivio ci sono dodici armadi a schiena d’asino contenenti 3500 cartoncini rettangolari in sfumature di colore differenti, una sorta di pantone precostituito – e personalissimo – che il designer utilizzava per comunicare con chi si occupava dei vari passaggi della produzione assicurandosi la corrispondenza tra il risultato finale e i suoi disegni. L’interior design non è del tutto estraneo a questo paesaggio: se non ha mai disegnato mobili, a parte i già citati armadi che contenevano le sue cartelle colore autoprodotte, Ken Scott amava vestire le sue case e quelle degli altri. Una sezione del libro, e un piano intero dell’archivio, sono dedicati alle collaborazioni con i grandi brand dell’arredo e dell’illuminazione, dalle lampade in vetro di Murano con stampa a pesci Portofino disegnate per Venini negli Anni Cinquanta alle icone come la poltrona Bobo di Cini Boeri (prodotta da Arflex nel 1968) e il divano letto di Vico Magistretti rivestiti rispettivamente di piume di pavone e di grandi rose rosa.

Giulia Marani

AA.VV. ‒ Ken Scott
Rizzoli, Milano
Pagg. 384, € 100
ISBN 9788891835321
https://rizzoli.rizzolilibri.it

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Giulia Marani

Giulia Marani

Giornalista pubblicista, vive a Milano. Scrive per riviste italiane e straniere e si occupa della promozione di progetti editoriali e culturali. Dopo la laurea in Comunicazione alla Statale di Milano si specializza in editoria a Paris X-Nanterre. La passione per…

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