Bonn: la vecchia capitale federale che è diventata capitale culturale

Negli ultimi trent’anni l’ex quartiere governativo della città tedesca si è trasformato in un polo artistico e culturale caratterizzato da musei, residenze storiche e organizzazioni internazionali

Il Kunstmuseum di Bonn, progetto dell’architetto berlinese Axel Schultes inaugurato nel 1992 è uno dei migliori esempi di architettura museale degli ultimi decenni in Germania. Ospita una ricca raccolta di opere di August Macke (Meschede,1887 – Perthes-lès-Hurlus,1914) e altri espressionisti renani, oltre a un panorama artistico del secondo dopoguerra tedesco, da Beuys a Baseliz e Kiefer. È un edificio emblematico del periodo, siamo agli inizi degli anni Novanta, in cui la città del Renania Settentrionale-Vestfalia aveva appena perso lo status di capitale federale e iniziava a trasformare quello che era stato il quartiere governativo, sede delle principali istituzioni statali, in un polo della cultura, dell’economia e delle organizzazioni internazionali.

Bonn nel 1949 diventa a sorpresa capitale

Bisogna però fare un passo indietro, perché questa storia inizia il 10 maggio 1949, quando Bonn venne scelta, un po’ a sorpresa, come “capitale provvisoria” del neonato stato federale nato sulle ceneri della Seconda Guerra Mondiale. Qualcuno sostiene perché meno toccata dalle distruzioni rispetto alla non lontana Francoforte; altri sussurrano malignamente perché lo storico primo cancelliere Konrad Adenauer (mantenne la carica dal 1949 al 1963) possedeva una casa di campagna non distante dalla città; che, in più, aveva il vantaggio di essere abbastanza anonima, se non per aver dato i natali a Ludwig van Beethoven (la cui casa natale ospita un bellissimo museo). “Bonn era un inizio, una città senza passato, che non era mai stata al centro di grandi eventi storici”, ricordava lo stesso Adenauer. Riportare immediatamente la capitale a Berlino era il sogno di molti politici e Bonn si prestava benissimo ad essere soltanto una stazione di passaggio, senza troppe pretese di rimanere capitale, a differenza di un importante centro economico e finanziario come Francoforte. La scelta a favore di Bonn ottenne una ristretta maggioranza di 33 voti contro 29. Sappiamo come andarono poi le cose: Bonn rimase capitale per oltre quarant’anni, ma quel profilo basso scelto dagli amministratori della Germania Ovest si rifletté inevitabilmente anche nelle scelte architettoniche, ben evidenti ancora oggi a chi visita l’ex quartiere governativo situato sulle rive del Reno a sud della città storica.

La nascita del Quartiere governativo di Bonn

Quello che oggi è il quartiere governativo, all’epoca era un’area di campagna, punteggiata soltanto da alcuni palazzi, ville e residenze private. Nell’edificio che ospitava (e ospita ancora oggi) il Museo di zoologia e scienze naturali Alexander Koenig, il 1°settembre 1948 si svolse la prima riunione dell’Assemblea costituente e, al piano superiore in un grande salone, è stato mantenuto l’allestimento voluto dal cancelliere per i suoi uffici. Adenauer scelse poi il non lontano Palais Schaumburg, in stile tardo neoclassico (1858-1860) come sua Cancelleria e lo arredò con mobili e dipinti, presi a prestito dalla vicina città di Colonia, di cui era stato borgomastro prima dell’avvento del Nazismo. Un altro luogo visitabile è Villa Hammerschmidt, costruita nel 1863, che divenne il luogo delle prime sedute del Bundesrat, una delle camere del Parlamento. Fu scelta anche come residenza del Presidente della Repubblica Federale, status che mantiene ancora oggi come residenza secondaria del Presidente della Germania riunificata. Nell’adattare questa villa ottocentesca come sede ufficiale si fecero scelte pragmatiche: le due alte torri, che coronavano la facciata, vennero abbattute e l’edificio si presenta oggi come un’elegante ma non sfarzosa residenza di campagna, circondata da un giardino e affacciata direttamente sulle acque del Reno. Proseguendo lungo la Adenauerallee si incontra la grande statua del 1981di Hubertus von Pilgrim (Berlino, 1931) dedicata al leader cristiano-democratico: una testa in bronzo alta circa due metri dove sono ricordati il suo anno di nascita, 1876, e la città natale, Colonia, dove fu borgomastro dal 1917 al 1933. Con quella carica, nel 1933, si rifiutò di ricevere il neocancelliere Adolf Hitler e di accendere le luci della città in suo onore.

L’eredità del Bauhaus si fa strada nei nuovi progetti

È solo qualche anno più tardi, quando si decide di costruire nuovi edifici ufficiali o di rappresentanza, che si dà un segnale di cesura con lo stile monumentale che aveva caratterizzato l’architettura pubblica nazista. Fra il 1963 e il 1964 nell’ampio parco del Palais Schaumburg, l’architetto Sep Ruf (Monaco di Baviera, 1908 – 1982) costruì il Kanzlerbungalow (Bungalow del Cancelliere), un edificio basso e con pareti di vetro chiaramente ispirato dal Padiglione tedesco che Mies van der Rohe aveva progettato per l’Esposizione Universale di Barcellona nel 1929. Era anche un segnale politico molto chiaro: un ritorno agli ideali del Bauhaus dopo la magniloquenza dell’architettura ispirata da Albert Speer. Ludwig Erhard, il primo cancelliere che utilizzò l’edificio di Ruf, ne fu entusiasta tanto da dichiarare: “Mi conoscerete meglio guardando questa casa che ascoltando un mio discorso politico”. In realtà, il bungalow non ebbe altrettanta fortuna con i successivi cancellieri, tanto che Willy Brandt evitò di utilizzarlo durante il suo mandato.

L’architettura a Bonn e nella Germania Ovest nel secondo dopoguerra

Il nuovo orientamento della Germania occidentale nel campo dell’architettura pubblica del secondo dopoguerra si palesa a qualche centinaio di metri di distanza. La Pädagogische Akademie, un edificio in puro stile Bauhaus progettato da Martin Witte e inaugurato nel 1933 poco tempo prima dell’avvento al potere di Hitler, ne è l’esempio più evidente. Si scelse di ristrutturare questo edificio e di trasformarlo nella sede del nuovo Bundestag, anche come segno di risarcimento per quel tipo di architettura vituperata dai nazisti. Inizialmente per le riunioni plenarie venne utilizzata la preesistente sala delle assemblee dell’accademia, ma in seguito venne commissionata una sala legislativa più adatta all’architetto Hans Schwippert (Remscheid, 1899 – Düsseldorf, 1973), collega di Erich Mendelsohn e Mies van der Rohe prima della loro fuga negli Stati Uniti.

Negli anni Sessanta, Bonn vuole presentarsi come capitale

Circa un decennio più tardi, quando con la costruzione del muro di Berlino si capì che Bonn avrebbe continuato ad essere ancora per parecchi anni la capitale provvisoria, si decise di abbandonare la politica di basso profilo, per dare alla città degli edifici che ne evidenziassero il ruolo di centro politico e amministrativo della Germania. Dietro l’ex Pädagogische Akademie si scorge un edificio di 29 piani, costruito fra il 1966 e il 1969 e che fu la prima emergenza verticale nello skyline della città renana. La torre che ospitava gli uffici di appoggio al Bundestag venne da subito battezzato Langer Eugen (l’alto Eugenio), ironico riferimento alla bassa statura di Eugen Gerstenmaier, il Presidente del Bundestag che ne caldeggiò fortemente la costruzione ed era a sua volta soprannominato “il piccolo Eugenio”. All’epoca del suo completamento, l’opera dell’architetto Egon Eiermann era il secondo più alto edificio della Germania. Come altre costruzioni di quest’area oggi ospita un’organizzazione delle Nazioni Unite.

Il trasferimento della capitale a Berlino e la nuova vita di Bonn

E qui veniamo all’ultima parte della storia dell’ex quartiere governativo che inizia con il trasferimento della capitale da Bonn a Berlino e ai timori per la perdita di posti di lavoro legati all’amministrazione statale e allo svuotamento di tutta l’area. Il Berlin/Bonn Act del 26 aprile 1994 risolse con un compromesso la questione occupazionale garantendo che Bonn – fatto poco conosciuto – restasse sede di sei ministeri federali in settori importanti come l’educazione e la scienza, la cultura, la ricerca e la tecnologia, le telecomunicazioni, l’ambiente, l’agricoltura e foreste, la difesa. Con la nomina di Città Federale, Bonn diventava anche sede di più di venti agenzie statali. Il quartiere, svuotato in parte delle sue funzioni amministrative, si è velocemente riciclato come polo economico e culturale. Nell’area hanno sede gli headquartier di Telekom Deutschland, di Deutsche Post con il suo grattacielo di oltre 162 metri di altezza, uno dei più alti della Germania esclusa Francoforte, e Deutsche Welle. Particolarmente importante per la città è stato l’arrivo del Segretariato per il clima delle Nazioni Unite e di altre agenzie che si occupano di temi ambientali.  Il loro insediamento ha contribuito a ridare vita a tutta l’area, ora ribattezzata Bundesviertel, quartiere federale, in correlazione allo status di Città federale.

Il Miglio dei Musei, la ricca offerta culturale di Bonn

Quando si ritorna sull’asse dell’Adenauerallee si scopre che l’altra vocazione del nuovo quartiere è quella culturale. Il cosiddetto Museum Mile attira milioni di visitatori ogni anno. Oltre al Kunstmuseum Bonn di cui si accennava all’inizio, troviamo l’Art and Exhibition Hall of the Federal Republic of Germany, il German National Museum of Contemporary History, lo Zoological Research Museum Alexander Koenig History e il German Museum Bonn. Si calcola che fra istituzioni internazionali e culturali, sedi commerciali e centri di ricerca, i 4 chilometri lungo le rive del Reno, ovvero l’espansione moderna di Bonn, offrano oggi lavoro a più di 45mila persone rispetto alle circa 20 mila impiegate prima del trasferimento della capitale a Berlino.

Dario Bragaglia

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Dario Bragaglia

Dario Bragaglia

Dario Bragaglia si è laureato con Gianni Rondolino in Storia e critica del cinema con una tesi sul rapporto fra Dashiell Hammett e Raymond Chandler e gli studios hollywoodiani. Dal 2000 al 2020 è stato Responsabile delle acquisizioni documentarie e…

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