Cosa succede a Düsseldorf, la capitale renana dell’arte contemporanea 

La città tedesca offre un vivace panorama, dal rinnovato Kunstpalast alle memorie di Joseph Beuys fino ai musei di arte contemporanea. E poi naturalmente mostre da non perdere

Tre anni di lavori hanno completamente trasformato il Kunstpalast, una delle principali collezioni d’arte di Düsseldorf. Se le facciate esterne sono ancora sostanzialmente quelle Art Deco progettate da Wilhelm Kreis nel 1926 per la grande esposizione sui temi della salute, del benessere, dell’assistenza (la più importante fiera tenutasi in Germania durante la Repubblica di Weimar che attrasse più di 7 milioni di visitatori) denominata GeSoLei (Große Ausstellung Düsseldorf 1926 für Gesundheitspflege, soziale Fürsorge und Leibesübungen), gli interni sono stati completamente rinnovati negli spazi e nei contenuti, riarredati e attrezzati secondo gli ultimi stardard tecnici. Fra le circa 130mila opere possedute ne sono esposte 800 – per alcune si tratta di una prima volta – in un percorso cronologico che va dall’arte antica a quella contemporanea. 
Oggi più che mai vogliamo un museo che sia un posto dove tutti, anche quelli che non hanno mai messo piede nel nostro museo, senza differenze di età o di preparazione culturale, possano trovare un posto confortevole dove scoprire nuove idee” ha sottolineato Felix Krämer, direttore generale del Kunstpalast, per spiegare la nuova visione del museo.  

Düsseldorf. Kunstpalast. Il nuovo percorso espositivo. Photo Anne Orthen
Düsseldorf. Kunstpalast. Il nuovo percorso espositivo. Photo Anne Orthen

Il nuovo percorso espositivo del Kunstpalast di Düsseldorf 

Le collezioni sono ora divise in sette sezioni che si dipanano in 49 stanze: la Galleria dei dipinti, la Collezione delle stampe e dei disegni, Scultura e arti applicate, Arte moderna, Fotografia e Time-Based Media.  
Dal 1963, il museo possiede anche la raccolta di vetri collezionata dall’archietto Helmut Hentrich (Krefeld, 1905 – Düsseldorf, 2001), una delle più importanti d’Europa, con pezzi che vanno dall’arte islamica allo Jugendstil e che sarà di nuovo visibile dall’autunno. 
I criteri espositivi intrecciano le aree di provenienza dei capolavori, l’arte orientale si mescola a quella occidentale, e le dimensioni, laddove la miniatura si confronta con il monumentale. In particolare, la Galleria dei dipinti ospita opere di maestri europei dal XV ai primi anni del XX secolo, parte delle quali provenienti dalla collezione del principe elettore Giovanni Guglielmo del Palatinato, figura importante nella storia di Düsseldorf fra fine XVII e inizio XVIII secolo. Tanti i pezzi su cui soffermarsi, non possiamo che segnalare alcune suggestioni: le tre incisioni da matrici in legno (xilografie) di Albrecht Dürer rappresentanti i Quattro cavalieri dell’Apocalisse (1498-1511) sintetizzano bene l’apporto dell’artista di Norimberga all’editoria a caratteri mobili, che dall’area renana si andava espandendo in tutta Europa. A pochi metri di distanza, un bel quadro coevo, Madonna con il Bambino e Santi (ca.1495) di Cima da Conegliano è scelto come esempio dell’arrivo del Rinascimento in Italia settentrionale. L’arte che collega le grandi città mercantili dell’epoca, Venezia, Norimberga, Anversa. Altro capolavoro dalla città lagunare è la Pala Priuli (1505-1510) di Giovanni Bellini, proveniente dalle raccolte dell’Accademia d’Arte di Düsseldorf confluite in quelle del Kunstpalast. 

Il collezionismo del principe elettore 

L’elenco di opere significative della loro epoca e dell’area geografica di provenienza continua con i nomi di Abraham di Vries (Ritratto d’uomo, 1625-1650), Peter Paul Rubens (Venere e Adone, ca. 1610), il ritratto equestre che il pittore fiammingo Jan Frans Douven (1656-1727) fa del principe elettore Giovanni Guglielmo. Douven è figura importante, perché oltre a essere uno degli artisti più apprezzati alla corte di Düsseldorf, viene incaricato dal principe e da sua moglie, Anna Maria Luisa d’ Medici, di viaggiare in Europa per acquistare opere destinate alla loro collezione. A questa venne riservata una Galleria nel Palazzo, diventando una delle prime aree museali d’Europa. Sempre del XVIII secolo, va almeno menzionata la bella Veduta di via Ripetta a Roma (1742-1744) di Bernardo Bellotto. E poi ancora opere di Angelika Kauffmann, Caspar David Friedrich, Frank Xaver Messerschmidt e Johann Gottfried Schadow, l’autore della famosa quadriga sulla Porta di Brandeburgo a Berlino. 
L’ampia Bronner Room (dal nome della famiglia che ha sponsorizzato il restauro) è una della più significative del museo. La si percorre sia all’andata sia al ritorno e, per le sue dimensioni, permette l’esposizione di opere monumentali. Si fronteggiano artisti di diverse epoche e di diverse aree geografiche: L’Assunzione di Maria (1616-1618) di Peter Paul Rubens sta a fianco a Earth cloth (2003), grande e colorata composizione di capsule di alluminio tenute assieme da filo di rame dell’artista ghanese El Anatsui (Anyako, 1944), mentre su un’altra parete campeggia Red-Blue-Yellow (1972) di Gerhard Richter, che fu insegnante dell’Accademia d’Arte di Düsseldorf dal 1971. 

Düsseldorf. Kunstpalast. Il nuovo percorso espositivo Photo Anne Orthen
Düsseldorf. Kunstpalast. Il nuovo percorso espositivo Photo Anne Orthen

L’eredità di Joseph Beuys 

Il Kunstpalast affaccia sul Reno lungo un viale intitolato a Joseph Beuys (Krefeld, 1921 – Düsseldorf, 1986). In questo tratto del lungofiume avvenne l’ormai leggendario sbarco di Beuys e dei suoi studenti, che il 20 ottobre del 1973 attraversarono il Reno su una canoa a remi di otto metri autocostruita scavando un tronco di pioppo. Il motivo dell’“azione” era la protesta contro l’allontamento dell’artista dall’Accademia d’Arte. Joseph Beuys, nominato professore di scultura monumentale fin dal 1961, alla fine del decennio aveva condiviso le contestazioni studentesche ed era poi stato allontanato senza preavviso dall’insegnamento. 
La città ha da tempo fatto pace con un artista legato indissolubilmente alla metropoli renana scelta come sua residenza. Una statua alta oltre due metri rappresentante la testa di Beuys, prodotta da un suo studente, Anatol Herzfeld, è stata installata nel 2009 sulle rive del Reno per ricordare la celebre traversata e nel 2021 il centenario della nascita è stato celebrato con grandi mostre. Oggi Joseph Beuys è diventato quasi un’attrazione turistica. In bicicletta, come amava fare l’artista quando si spostava dal suo studio in Drakeplatz per andare in centro, si arriva in vari punti iconici. La galleria d’arte Hans Mayer, dove lo “sciamano dell’arte” nonché pioniere del movimento ecologista, incontrò per la prima volta il protagonista della Pop Art americana Andy Warhol. A quell’inaugurazione, nel 1979, il timido Warhol chiese ad uno dei più influenti rappresentanti della scena artistica europea “May I take your picture?”. La risposta affermativa fece diventare Beuys uno dei soggetti dei famosi ritratti dell’artista americano, e diede inizio all’amicizia fra due personalità molto diverse e contrastanti. Poi si arriva nell’Altstadt, la città vecchia, nella zona delle birrerie Ohme Jupp e Zur Uel, che erano i punti di incontro per dibattere campagne politiche e dove venivano progettate, assieme agli studenti, future azioni artistiche. Sempre ispirate da una delle sue frasi più citate: “Ognuno di noi è un artista. Ognuno di noi ha l’abilità di vedere, di sentire, di soffrire”. La radicale sovrapposizione fra arte e vita portata avanti con coerenza. 

Düsseldorf. Il tratto del lungofiume dedicato a Joseph Beuys ©Photo Dario Bragaglia
Düsseldorf. Il tratto del lungofiume dedicato a Joseph Beuys ©Photo Dario Bragaglia

Esposizioni temporanee e raccolte permanenti: un panorama ricco di appuntamenti 

Düsseldorf è una delle destinazioni europee più vivaci sotto il profilo artistico. Oltre al nuovo percorso permanente del Kunstpalast e alle memorie legate a Joseph Beuys, sono molte le mostre in corso da visitare. 

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Toccare le opere di Tony Cragg al Kunstpalast

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Le provocazioni di Mike Kelley al K21

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Alle origini dell’astrazione. Hilma af Klint e Wassily Kandinsky al K20

Il Kunstpalast dedica anche una personale, curata da Felix Krämer, all’artista inglese Tony Cragg (Liverpool, 1949), che vive in Germania, a Wuppertal, dal 1977. L’invito di uno dei più importanti scultori della sua generazione, ex rettore dell’Accademia d’Arte di Düsseldorf, è proprio quello di toccare le opere, andando contro a un divieto spesso rimarcato nei musei di tutto il mondo. Una percezione anche tattile delle sue sculture che nascono per essere toccate con le loro forme sensuali, quale che sia il materiale usato. In esposizione una trentina di opere di grande formato e la ricostruzione dell’atelier dell’artista. 

Düsseldorf // fino al 26 maggio
Tony Cragg. Please Touch!
KUNSTPALAST
Ehrenhof 4-5
https://www.kunstpalast.de/de/ 

Düsseldorf. Kunstpalast. Tony Cragg, Please touch! ©Photo Dario Bragaglia
Düsseldorf. Kunstpalast. Tony Cragg, Please touch! ©Photo Dario Bragaglia

Una retrospettiva molto completa dell’artista americano Mike Kelley (Wayne, 1954 – Soputh Pasadena, 2012), attivo sulla scena artistica internazionale fin dalla fine dagli Anni Settanta con i suoi lavori spesso provocatori. La mostra, curata di Falk Wolf, è realizzata in collaborazione con la Tate Modern di Londra, la Bourse de Commerce / Pinault Collection di Parigi e il Moderna Museet di Stoccolma. Le collezioni permanenti del K21 espongono opere di Marina Abramović, Paul McCarthy, Katharina Fritsch, Robert Gober, Maria Lassnig, Rosemarie Trockel, Thomas Ruff, Thomas Schütte, Wael Shawky, Ana Torfs, Akram Zaatari e molti altri. 

Düsseldorf // fino all’8 settembre
Mike Kelley. Ghost and spirit
K21
Ständehausstraße 1
https://www.kunstsammlung.de/de 

Düsseldorf. Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen K21. L'esposizione dedicata a Mike Kelley ©Photo Dario Bragaglia
Düsseldorf. Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen K21. L’esposizione dedicata a Mike Kelley ©Photo Dario Bragaglia

Il confronto fra un nome conosciutissimo dell’astrattismo, Wassily Kandinsky (Mosca, 1866 – Neuilly-sur-Seine, 1944), e l’artista svedese Hilma af Klint (Solna, 1862 – Danderyd, 1944) la cui visionaria opera è stata solo di recente riscoperta e portata all’attenzione del pubblico internazionale, in particolare dopo la retrospettiva che gli dedicò il Guggenheim Museum di New York nel 2018.
Le collezioni permanenti del K20, situato nel centro storico in Grabbeplatz, possono contare su un nucleo particolarmente importante di opere di Paul Klee, oltre a opere dell’Espressionismo tedesco, Cubismo e Surrealismo. Ben rappresentato anche il secondo dopoguerra, con opere dell’Espressionismo Astratto, Pop Art, Minimalismo. Da segnalare anche un nucleo significativo di opere di Joseph Beuys e Gerhard Richter.

Düsseldorf // fino all’11 agosto
Hilma af Klint and Wassily Kandinsky. Dreams of the Future
K20
Grabbeplatz 5
https://www.kunstsammlung.de/de 

Hilma Af Klint, The Swan, No. 16, Group IX/SUW, 1915. Oil on canvas, 154.5 x 151 cm. Courtesy of The Hilma af Klint Foundation © Hilma Af Kint, VEGAP, Bilbao, 2021. Photo Moderna Museet, Stockholm
Hilma Af Klint, The Swan, No. 16, Group IX/SUW, 1915. Oil on canvas, 154.5 x 151 cm. Courtesy of The Hilma af Klint Foundation © Hilma Af Kint, VEGAP, Bilbao, 2021. Photo Moderna Museet, Stockholm
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Toccare le opere di Tony Cragg al Kunstpalast

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Le provocazioni di Mike Kelley al K21

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Alle origini dell’astrazione. Hilma af Klint e Wassily Kandinsky al K20

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Dario Bragaglia

Dario Bragaglia

Dario Bragaglia si è laureato con Gianni Rondolino in Storia e critica del cinema con una tesi sul rapporto fra Dashiell Hammett e Raymond Chandler e gli studios hollywoodiani. Dal 2000 al 2020 è stato Responsabile delle acquisizioni documentarie e…

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