James Turrell realizza uno dei suoi Skyspace all’interno di una scuola di Manhattan

L’artista californiano ha ricevuto un’educazione quacchera, da cui ha derivato il suo interesse per la luce, protagonista della celebre serie di stanze aperte sul tetto. La più curiosa si scopre all’ultimo piano di una scuola nell’East Village

Artista della luce e dello spazio – principale interprete del movimento Light and Space – negli anni Settanta James Turrell (Los Angeles, 1943) ha dato avvio all’iconica serie Skyspace, aprendo le sue “finestre” sul mondo in contesti molto diversi tra loro, dai fiordi norvegesi alle montagne del Colorado o del Voralberg (in Austria), al mare del Peloponneso. 

Cosa sono gli Skyspace di James Turrell

L’artista californiano ha perfezionato l’idea di accogliere la luce naturale all’interno di uno spazio chiuso, per creare un luogo sospeso nella percezione, a partire dalla fascinazione per il cielo, le sue texture e i fenomeni meteorologici (suo padre era un ingegnere aeronautico). Così, a partire dal 1974, Turrell realizza le sue stanze a pianta quadrata, ovale o rotonda, accomunate tutte da un’apertura sul soffitto, giunzione tra lo spazio interno ed esterno. In origine installati all’interno di architetture preesistenti, nel tempo gli skyspace sono diventate installazioni site-specific dotate di una propria autonomia e monumentalità: chi vi accede, sperimenta un’esperienza mistica veicolata dalla luce, elemento portatore di vita, metafora della divinità, ma anche del pensiero umano, strumento di rivelazione e di elevazione interiore. L’opera diventa dunque luogo di meditazione, in un contesto quasi rituale, dove l’incontro tra naturale e artificiale è forzato dalla costruzione architettonica; non a caso, Turrell si definisce un “costruttore” di atmosfere. 

James Turrell, Skyspace
James Turrell, Skyspace

“Leading”: lo skyspace di Turrell in una scuola di Manhattan

E il suo ultimo skyspace si scopre in un contesto inaspettato, a New York, all’interno del Friends Seminary, scuola privata votata all’inclusione, fondata nel 1786 nell’East Village e ispirata alla dottrina quacchera, che invita a cercare la luce divina all’interno di sé (i quaccheri, in origine, si definivano “figli della luce”; Turrell ha ricevuto dalla madre e dalla nonna irlandese un’educazione quacchera conservatrice). È qui, che, l’artista californiano ha scelto di realizzare il primo skyspace a Manhattan (sebbene qualcosa di simile fosse stato proposto al Guggenheim, nel 2013, con l’installazione Aten Reign; mentre un vero e proprio skyspace si trova al MoMA PS1 nel Queens, dal 1986, ed è l’attrazione più visitata del museo), a uso a consumo di studenti e insegnanti, ma anche del pubblico che vorrà visitarla (solo il venerdì, dalle 17, 22 persona alla volta, per 15 minuti; al tramonto il tetto viene aperto per 40 minuti).
L’installazione, intitolata Leading, è la prima mai realizzata da Turrell in una scuola in attività: all’interno della stanza, al sesto piano dell’edificio, un’apertura sul tetto lascia intravedere il cielo, mentre uno spettro di colori cangianti modifica di continuo la percezione dello spazio. L’ideazione del progetto, meditato già a partire dal 2014, data al 2022, la sua realizzazione allo scorso autunno, ma solo da marzo 2024 anche chi non frequenta la scuola può goderne: l’installazione permanente è costata poco meno di 4 milioni di dollari, in parte finanziati con la vendita di un ologramma che lo stesso Turrell ha donato alla scuola, battuto all’asta da Christie’s per 187.500 dollari. E ora il Friends Seminary può includere lo skyspace tra gli highlight della programmazione scolastica: gli insegnanti, infatti, utilizzano lo spazio per tenere lezioni di creatività e meditazione, e la scuola si impegna a condividerlo con altri istituti della città interessati a visitarlo. 

Livia Montagnoli

Scopri qui come visitare il Friends Skyspace

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