Si dimette il Presidente del Metropolitan Daniel Weiss. Ha fatto rinascere il museo

In carica dal 2015, il Presidente e CEO ha affrontato e superato – supportato dal direttore Max Hollein – la grave crisi finanziaria che ha colpito il museo negli ultimi anni. Ecco come sono andati i suoi anni di presidenza

Dal 2015 è alla guida del Metropolitan Museum di New York nel ruolo di Presidente e CEO, gestendo la grave crisi finanziaria che per anni ha colpito l’istituzione e portandola a risollevarsi raggiungendo il pareggio in bilancio. Adesso Daniel Weiss lascia il timone di uno dei musei più importanti al mondo rassegnando le dimissioni che saranno affettive a giugno 2023, e lasciando il Met nelle mani del direttore Max Hollein, anche lui personaggio chiave della rinascita del museo. Stando a quanto riporta il New York Times, dopo Weiss il Met probabilmente non eleggerà un nuovo Presidente, rivalutando così la propria doppia leadership structure. “L’istituzione si trova in una posizione forte e positiva: sono orgoglioso del lavoro che abbiamo svolto”, ha dichiarato Weiss. “Penso che sia sempre meglio sapere qual è il momento giusto. Sono pronto a fare qualcos’altro”.

Metropolitan Museum of Art, New York

Metropolitan Museum of Art, New York

DANIEL WEISS AL MET. STORIA DI UNA CRISI E DI UNA RINASCITA

Sebbene nel 2015 abbia attirato oltre 6 milioni di visitatori anche grazie alla politica del “pay-as-you-wish”, il Met ha affrontato una crisi ha che visto incrementare di anno in anno il proprio deficit finanziario, dai 3,5 milioni del 2014 ai 7,7 del 2015 fino ai 10milioni del 2016. Situazione dalla complessa gestione, e che nel 2017 ha portato Thomas P. Campbell a rassegnare le dimissioni dalla direzione. Dopo l’uscita di scena di Campbell, il museo è stato guidato da Daniel Weiss, presidente e CEO dell’istituzione, che nel gennaio 2018 ha avuto l’ingrato compito di comunicare le nuove e a quanto pare necessarie regole di accesso al Met:  dopo 50 anni, il museo è passato dalla libera offerta al pagamento di un biglietto pari a 25 dollari per tutti i visitatori non residenti a New York. “La nostra attuale politica di ‘pay-as-you-wish’ non è più sufficiente per soddisfare le esigenze operative quotidiane del museo”, dichiarava senza mezzi termini Weiss che, manco a dirlo, ha attirato feroci critiche da parte dell’ambiente culturale newyorkese. Tre mesi dopo, precisamente nell’aprile 2018, è stato nominato il nuovo direttore del Met, Max Hollein, storico dell’arte austriaco che è stato alla guida dei Fine Arts Museums di San Francisco e in precedenza direttore e amministratore delegato di tre delle più prestigiose istituzioni d’arte tedesche, tra cui lo Städel Museum di Francoforte, oltre ad aver lavorato anche al Guggenheim Museum di New York. Nel 2019, Daniel Weiss ha finalmente presentato in bilancio del museo in pareggio, per la prima volta in tre anni. L’attuale condizione è stata conquistata anche grazie alla discussa decisione di annullare la politica del pay-what-you-wish per i non newyorchesi, che “ci ha aiutato con le nostre finanze, ma non ha influito sull’accesso o sul sentimento di benvenuto”, spiegava Weiss.

Metropolitan Museum, New York

Metropolitan Museum, New York

IL METROPOLITAN DI NEW YORK DOPO LA CRISI

Nonostante la crisi imposta dalla pandemia, il Met negli ultimi anni ha continuato a portare avanti una visione incentrata sullo sviluppo dell’istituzione e dei propri spazi, grazie soprattutto alle importanti donazioni ricevute: risale allo scorso dicembre il dono di 125 milioni di dollari da parte dei coniugi Oscar Tang e Agnes Hsu-Tang, rispettivamente finanziere e membro del Consiglio di Amministrazione dell’istituzione e archeologa e storica dell’arte, da investire nella ristrutturazione l’ala del museo dedicata all’arte moderna che verrà progettata dall’architetta messicana Frida Escobedo; a questo si aggiunge la ristrutturazione delle gallerie dedicate a Cipro e all’antica Asia occidentale, comprendenti quindi manufatti e testimonianze provenienti da Iraq, Iran, Turchia, Siria, Yemen, dalla costa del Mediterraneo orientale e dall’Asia centrale. Queste aree geografico-tematiche erano prima esposte in ambienti separati; però a partire dal 2025 – anno in cui è prevista l’inaugurazione delle nuove gallerie – convoglieranno in un’unica raccolta, grazie al progetto firmato dallo studio di architettura con sede a Boston NADAAA, guidato dal designer Nader Tehrani, per un investimento pari a 40 milioni di dollari.

– Desirée Maida

https://www.metmuseum.org/

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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