Artist Hotel. Il progetto del collettivo BnA a Tokyo

Il collettivo BnA è l’autore del progetto “Artist Hotel”, che da un anno ha aperto a Tokyo la sua seconda sede. L’obiettivo? Offrire agli amanti dell’arte la possibilità di soggiornare in “un’opera d’arte funzionale”.

Chi volesse avere la percezione delle forze che agiscono in contemporanea in una città prossima a ospitare un grande evento, farebbe bene a raggiungere, entro l’anno, Dubai, Doha o Tokyo. Seppur con scadenze temporali diverse, queste tre destinazioni si stanno preparando per accogliere appuntamenti di rilievo internazionale, in ambito sportivo (i Giochi olimpici di Tokyo 2020 e la Coppa del mondo FIFA in Qatar nel 2022) ed espositivo (Expo Dubai 2020).
A balzare agli occhi saranno i cantieri per la costruzione di nuove infrastrutture o per il loro rinnovamento, ma un’osservazione più mirata permetterà di portare alla luce esperienze “minori”, incoraggiate dalla fiducia nell’incremento dell’afflusso turistico e stimolate dal desiderio di esserci.

ARTIST HOTEL – BNA STUDIO AKIHABARA

Nella capitale giapponese, la collaborazione tra la società immobiliare Columbia Works e BnA – Bed and Art Collective si è rafforzata proprio in vista delle Olimpiadi. All’apertura dell’Artist Hotel – BnA hotel Koenji è infatti seguita l’inaugurazione dell’Artist Hotel – BnA Studio Akihabara, che celebra il primo anno di attività. Invariata la formula: conquistare gli art lovers in arrivo in città assicurando loro la permanenza in “un’opera d’arte funzionale”. Un’esperienza da condividere con pochissimi altri ospiti poiché, nonostante il numero delle camere prenotabili sia passato da due a cinque in questo secondo hotel, la volontà è di conservare la dimensione della micro-ricettività, garanzia di esclusività e ricercatezza.
In ogni camera, ciascuno degli artisti coinvolti ha elaborato un concetto tematico inedito; non è stato dunque invitato a realizzare un’opera site specific a conclusione dell’intervento, ma in sinergia con le maestranze locali si è occupato del design degli interni, della selezione di arredi e tessuti, dello studio della luce. Un coinvolgimento ripagato in concreto attraverso il “sistema di compartecipazione alle entrate” messo a punto dal collettivo: con la loro prenotazione, infatti, gli ospiti sostengono costantemente gli artisti, che proprio come avviene nel resto del pianeta spesso faticano a individuare gallerie indipendenti in cui esporre o non guadagnano a sufficienza con le loro opere.

Artist Hotel – BnA Studio Akihabara. Photo Tomooki Kengaku

Artist Hotel – BnA Studio Akihabara. Photo Tomooki Kengaku

ARTISTI VISIONARI

Per la seconda apertura, in particolare, il collettivo ha puntato su “artisti visionari in grado di incarnare la urban culture di Tokyo”. Qualche esempio? In Wonder Park (stanza 202) e in Atletic Park (stanza 201), studioBOWL e Ryohei Murakami hanno sviluppato una sorta di “paradiso per bambini grandi”, facendo leva sui ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza ed esplorando i confini fra industrial design e pop art. Per chi, pur soggiornando nel quartiere hi-tech per eccellenza, Akihabara, volesse sentirsi avvolto nel fascino del Giappone tradizionale c’è Hailer (stanza 302). Le divinità Raijin e Fujin, riprodotte dal collettivo di artisti 81 BASTARDS sulla parete in fondo al letto, veglieranno sulle ore di sonno. Per una “ripresa ad arte” dall’immancabile jet-lag.

Valentina Silvestrini

http://bna-akihabara.com

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #38

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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