Moretus, Rubens e il libro barocco. Ad Anversa

Nella prima metà del XVII secolo, l’arte della stampa conobbe importanti sviluppi dal punto di vista della ricchezza decorativa, con nuovi motivi allegorici e mitologici che arricchivano i frontespizi e illustravano i testi. La mostra offre una panoramica sulle preziose edizioni curate da Balthasar Moretus I, editore amico di Rubens con cui sviluppò numerose collaborazioni. Libri, lastre preparatorie, lettere e bozzetti raccontano quest’avventura editoriale e artistica insieme, all’insegna del Barocco. A cura di Dirk Imhof.

Grazie al suo attivissimo porto commerciale, l’Anversa del Seicento era una città ricca e fiorente e, pur sottoposta al cattolicissimo dominio spagnolo, ligio alla Controriforma, il clima culturale era assai vivace, anche grazie alla disponibilità economica del ceto mercantile, che non raramente acquistava opere d’arte e libri preziosi. Balthasar Moretus (Anversa, 1574 – 1641) fu l’eccellente continuatore dell’Officina Plantiniana, avviata nel 1555 dall’avo Cristophe Plantin, originario della Touraine. Nel clima della Controriforma, la maggior parte delle edizioni riguardavano breviari, libri di preghiera e di teologia, e l’abile Balthasar era riuscito a ottenerne dalla Corona il monopolio per la Spagna, le colonie americane e ovviamente la Fiandre. Accumulando così una consistente ricchezza finanziaria, poté assecondare la sua passione per la cultura e finanziare anche edizioni per amatori, su piccoli numeri, quali ad esempio le opere dei classici o i pensieri filosofici di Justus Lipsius (di cui il museo conserva il ritratto eseguito da Rubens)

IL LIBRO BAROCCO D’ANVERSA

Amico d’infanzia di Peter Paul Rubens, del quale era stato compagno di scuola, Batlhasar ne apprezzava il talento pittorico, e con umanistico tatto volle la sua collaborazione per impreziosire i frontespizi dei volumi stampati. Il primo “banco di prova” fu l’illustrazione del titolo del trattato Crux Triumphans di Giacomo Bosio, ristampato nel 1617 ad Anversa da un’edizione italiana del 1614; rispetto a questa, l’illustrazione pensata da Rubens gode di un maggior dinamismo e l’impianto generale ha una teatralità tipicamente barocca, in antitesi con la severa solennità ancora di stampo tardo rinascimentale. Altre illustrazioni di Rubens per volumi religiosi apparvero, in collaborazione con l’allievo Erasmus Quellinus, nel frontespizio del De hierarchia Mariana, poderosa opera in sei volumi del monaco agostiniano Bartolomeo de los Rios, confessore del governatore delle Fiandre, Ferdinando d’Asburgo. Un dettaglio che dimostra le delicate relazioni che Plantin-Moretus doveva intrattenere per svolgere la propria attività. La collaborazione con Rubens non fu soltanto editoriale, perché il pittore ritrasse lo stesso Balthasar e numerosi suoi familiari, e le tele sono ancora oggi visibili nella casa-museo che ospitò la tipografia. Inoltre, ideò lo stemma della tipografia, Labore et Constantia, costituito da un compasso sormontato da una corona d’alloro.
Oltre al pittore, collaborò a queste imprese editoriali anche l’incisore Cornelis Galle. Sulla scorta di queste preziose e raffinate edizioni, si diffuse in Europa la fama della tipografia Plantin-Moretus, che dettò il modello per quello che venne conosciuto come il “libro barocco d’Anversa”, ovvero una maniera particolarmente elegante e accurata di stampare i volumi, corredandoli di pregevoli illustrazioni.

Erasmus Quellinus, Allegoria di Labore et Constantia, 1640. Museum Plantin Moretus

Erasmus Quellinus, Allegoria di Labore et Constantia, 1640. Museum Plantin Moretus

L’EDITORIA SECOLARE

Pur nei ristretti spazi lasciati dall’Indice dei Libri Proibiti (nel quale, ad esempio, figuravano le opere di Erasmo), Plantin-Moretus dette alle stampe svariate edizioni sulla storia, la filosofia e la poesia. Tra quelle più importanti, l’opera omnia di Lucio Anneo Seneca, per la quale Rubens disegnò (e Galle incise) un ritratto del filosofo a mezzo busto, e il momento del suo suicidio. Altro “fiore all’occhiello”, l’opera omnia di Justus Lipisus, un filosofo molto ammirato da Plantin-Moretus che volle ancora una volta la collaborazione di Rubens, il quale realizzò un frontespizio allegorico delle tematiche trattate, nello specifico la politica e la storia. Queste ultime erano particolarmente delicate se relative al tempo presente, pertanto ci si limitò a stampare biografie dei reali di Spagna o libelli contro il cardinale Richelieu.
Poiché anche lo Stato della Chiesa poteva essere un utile protettore, Plantin-Moretus stampò i poemetti di Urbano VIII e le liriche di Mathias Sarbievius, gesuita polacco intimo del Papa. Rubens prestò ancora la sua mano per le illustrazioni, baroccamente agiografiche. E, al di là dell’interesse artistico, la mostra documenta la difficoltà del “fare cultura” nel secolo “buio” della Controriforma.

Niccolò Lucarelli

Anversa // fino al 6 gennaio 2019
Baroque Book Design
MUSEUM PLANTIN-MORETUS
22 Vrijdagmarkt
www.museumplantinmoretus.be

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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