Il Met di New York pubblica su Google Arts & Culture oltre 200mila opere delle proprie collezioni

In collaborazione con Google, il Met ha sviluppato il proprio programma Open Access, con cui rende gratuitamente fruibili al pubblico le immagini dei capolavori custoditi nel museo

5mila anni di storia raccontati in oltre 200mila immagini fruibili online: è questo in sintesi il progetto che sta alla base dell’accordo stipulato tra il Metropolitan Museum of Art di New York e Google, con cui l’istituzione museale lancia la propria API, application program interface, nel tentativo di sviluppare il proprio programma Open Access e rendere quindi fruibili e scaricabili gratuitamente le immagini delle opere della propria collezione.

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Per portare a termine il progetto, il museo ha collaborato con Google per integrare il proprio archivio digitale all’interno dell’applicazione Arts & Culture, una sorta di grande museo virtuale in cui sono archiviate milioni di opere d’arte di ogni epoca, con relative schede tecniche, contenuti multimediali e link. Tra i progetti di Arts & Culture rientrano, tanto per fare qualche esempio, la retrospettiva virtuale che Google ha dedicato a Frida Kahlo, Faces of Frida, e Open Heritage, piattaforma che mappa e crea modelli 3D di aree archeologiche a rischio e difficilmente visitabili a causa di guerre o rischi ambientali.

L’OPEN ACCESS

L’API Met Collection consente agli utenti di accedere a oltre 200mila immagini di opere della collezione del museo, disponibili con licenza Creative Commons Zero. “La nuova API Met Collection consente inoltre al Museo di collegare le sue vaste risorse con il nostro pubblico su scala globale, il che è assolutamente fondamentale per la nostra missione di museo enciclopedico nel XXI secolo”, ha dichiarato il direttore del Met Max Hollein. Il lavoro di catalogazione digitale solo lo scorso anno ha portato all’aggiunta di 21mila immagini nella raccolta online, 18mila delle quali rappresentanti opere di pubblico dominio. Per facilitare la ricerca delle immagini sul sito web del museo, è stata aggiunta una funzionalità che consente agli utenti di filtrare le ricerche solo per le opere di pubblico dominio: tutte queste immagini “Open Access” sono contrassegnate con il logo CC0.

IL MET TRA PASSATO E FUTURO

Un museo votato al futuro quindi, sempre alla ricerca di nuove piattaforme e canali per arrivare a nuovi pubblici e proseguire la propria ricerca: apparirebbe così oggi il Met, nonostante gli ultimi anni difficili, contraddistinti da un deficit milionario, tagli del personale, polemiche, nuove strategie di ripresa. Nonostante nel 2015 il Met abbia attirato oltre 6 milioni di visitatori – anche grazie alla politica del “pay-as-you-wish” –, il museo ha visto aumentare il deficit passando dai 3,5 milioni del 2014 ai 7,7 del 2015 fino ai 10milioni del 2016. Situazione dalla ostica gestione, e che lo scorso anno ha portato Thomas P. Campbell a rassegnare le dimissioni dalla direzione del Met e alla successiva nomina dell’attuale direttore Max Hollein. Sotto la guida temporanea del CEO Daniel H. Weiss, dopo 50 anni, il museo è passato dal già citato “pay-as-you-wish” – ovvero una libera offerta – al pagamento di un biglietto pari a 25 dollari per tutti i visitatori non residenti a New York.

– Desirée Maida

www.metmuseum.org

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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