Performance, installazioni e indipendenza. Edward Krasiński ad Amsterdam

Stedelijk Museum, Amsterdam ‒ fino al 15 ottobre 2017. Il museo olandese ospita una grande personale di Edward Krasiński, contribuendo alla riscoperta di un artista che ha fatto della sperimentazione il suo tratto distintivo.

Tra gli artisti più significativi dell’avanguardia polacca degli Anni Sessanta e Settanta, Edward Krasiński, nel corso della sua lunga carriera, ha sviluppato un lavoro interdisciplinare tra pittura, installazione e performance. Da sempre maestro indiscusso in patria, solo di recente, grazie alle personali alla Tate Liverpool e allo Stedelijk Museum, è stato scoperto da artisti e curatori internazionali. Nato nel 1925 a Łuck (che si trova nell’odierna Ucraina) ha avuto la sua prima personale alla Krzysztofory Gallery di Cracovia, città in cui si è formato, solo nel 1965, a 40 anni.
Influenzato dal costruttivismo polacco, già nei suoi lavori è possibile individuare la fascinazione per l’imprevedibilità del caso, la ricerca di nuove modalità espositive e un ironico sense of humor. Nei primi Anni ’60 crea i suoi dipinti spaziali, composti da fili d’acciaio, strutture di legno e colori acrilici, che installa in spazi aperti o su ingombranti piedistalli, per indagare le trasformazioni di oggetti quotidiani in dispositivi dinamici. Spear of the Atomic Age è la scultura minimalista, aerea, che colloca tra gli alberi di Koszalin, a 150 km da Danzica, per The Second Summer Academy nel 1964. KrasinÏski considerava lo spazio aperto come l’equivalente del all-over painting, che contiene e assorbe la tensione dinamica del movimento generato nello spazio. Era interessato alle potenzialità cinetiche degli oggetti statici in cui il fruitore era invitato a muoversi come se si trovasse in uno scenario teatrale.

Edward Krasiński, Intervention 15, 1975 © Tate, London 2015

Edward Krasiński, Intervention 15, 1975 © Tate, London 2015

LO SCOTCH E IL BLU

I suoi Interventi più conosciuti sono le opere in cui ha utilizzato scotch di colore blu posizionato orizzontalmente a un’altezza di 130 cm su tele bianche e oggetti tra i più diversi (porte, specchi, finestre, mobili), per creare continuità tra le opere e lo spazio, e mettere in scena l’ambiente e non le singole opere esposte. La linea blu nasce da suggestioni di carattere pittorico e serve da connessione tra l’immagine, il muro e lo spazio. Crea una sorta di unità strutturale che ricorda la linea dell’orizzonte che a sua volta determina la continuità del paesaggio naturale, come ha lui stesso dichiarato. È intervenuto con lo scotch blu su muri di abitazioni private, su abiti indossati da performer, su tubature di drenaggio e per marcare il territorio del Musée d’Art Moderne di Parigi nel 1970.
Nel 1966 è tra i fondatori della Foksal Gallery di Varsavia, città in cui si era trasferito una decina di anni prima. Un piccolo spazio di soli 35 metri quadri, nato dall’iniziativa di un gruppo di artisti e critici che rivendicano la necessità di essere indipendenti.
Nel 1970 Krasiński si trasferisce nell’appartamento/studio dell’affermato artista costruttivista Henryk Stażewski, punto di incontro per artisti, scrittori e intellettuali internazionali. In quello stesso anno è invitato a partecipare a Between Man and Matter, la decima edizione della Biennale di Tokyo. I ritardi nel trasporto e nella consegna delle opere da esporre alla Biennale lo spingono a realizzare un nuovo lavoro. Si reca all’ufficio postale di Varsavia per mandare un telegramma ai curatori in cui annuncia l’arrivo di un telex composto unicamente dalla parola “BLUE”, ripetuta 5000 volte. È quella l’opera da esporre, una striscia di carta lunga 80 metri, nell’attesa dell’arrivo di quelle precedentemente inviate, di cui fornisce anche indicazioni per installarla.

Edward Krasiński, Devidoir, 1970. Photo Eustachy Kossakowski, © Anka Ptaszkowska and archive of Museum of Modern Art Warsaw, courtesy Paulina Krasinska and Foksal Gallery Foundation

Edward Krasiński, Devidoir, 1970. Photo Eustachy Kossakowski, © Anka Ptaszkowska and archive of Museum of Modern Art Warsaw, courtesy Paulina Krasinska and Foksal Gallery Foundation

INSTALLAZIONI E DINTORNI

Convive con Stażewski fino al 1988, anno della sua morte. Per colmare il vuoto lasciato dall’amico e mentore, visto che molte sue opere erano state trasferite nei musei, interviene nello spazio con nuove installazioni. L’appartamento diventa così un’opera d’arte totale, un luogo della memoria e una time capsule situata all’ultimo piano di un palazzo di undici piani nel centro di Varsavia, non lontano dal vecchio ghetto.
Con la morte di Krasiński nel 2004 l’appartamento diventa the Avant-Garde Institute grazie alla Foksal Gallery Foundation, che ha voluto conservare intatta la storia del luogo. Maurizio Cattelan l’anno successivo cede ad Avant-Garde Institute il premio Arnold Bode Prize per la ristrutturazione dello spazio, mentre Paulina Krasińska e Mondrian Foundation forniscono ulteriore supporto economico per l’ampliamento dello spazio di questo esperimento davvero unico nella pratica museale contemporanea, che ha ospitato anche performance, mostre e conferenze di artisti contemporanei.
Edward Krasiński’s Studio è inoltre il soggetto del film della regista Babette Mangolte, esposto nella retrospettiva ospitata dallo Stedelijk Museum di Amsterdam. Curata da Leontine Coelewij, la personale raccoglie più di cinquanta opere, tra sculture, installazioni, fotografie, manoscritti e materiale di documentazione, tra cui le immagini degli happening realizzati per Tadeusz Kantor, come Cricotage, Letter e Panoramic Sea Happening. In quest’ultima Krasiński, in piedi su una scala che fuoriesce dal mare, indossa un elegante frac per dirigere, come un direttore d’orchestra, il movimento delle onde del mare.

Lorenza Pignatti

Amsterdam // fino al 15 ottobre 2017
Edward Krasiński
STEDELIJK MUSEUM
Museumplein 10
www.stedelijk.nl

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