Il valore del simbolo come elemento di crescita sociale 

In un momento storico complesso, l’identificazione di simboli in cui identificarsi è importante per strutturare un dibattito costruttivo, motore di una crescita sociale

Da sempre l’essere umano si avvale di simboli. Dai simboli preistorici ai logotipi del merchandising, dall’iconofilia della chiesa cattolica all’iconoclastia della fede musulmana.  L’importanza di tali elementi nella storia dell’umanità è innegabile e risiede nella capacità di “sintetizzare” e “semplificare” una serie di informazioni molto più estesa, permettendo così di poter percepire un senso di appartenenza verso una determinata forma aggregativa e sociale di riferimento. 

Il simbolo come chiave di lettura della realtà 

Oltre a tale elemento, però, la capacità di rappresentazione che è propria dell’essere umano ha svolto, e continua a svolgere, anche una funzione di allenamento alla comprensione della realtà: disegnare aiuta a vedere meglio, fare musica migliora la percezione del tempo e la capacità di adattarsi a tempi differenti, scrivere o raccontare migliora la capacità di creare un modello ordinato all’esperienza. 
Di contro, una storia ordinata stimola la capacità (in chi legge o ascolta) di inquadrare le informazioni essenziali per la coerenza narrativa; guardare un’opera d’arte visiva influenza la nostra capacità di interpretare il mondo, ascoltare musica stimola la nostra capacità di analisi temporale e di percezione delle nostre sensazioni. 
Ciò significa che in qualche modo ogni forma di espressione della realtà concorre alla creazione di una visione personale, che si traduce poi in una più ampia e radicata comprensione del mondo, soprattutto quando tale visione personale è oggetto di confronto tra pari e, secondo alcuni studi, soprattutto quando si parla di temi controversi e si è in disaccordo. 
Tutti questi elementi portano a una condizione: la rappresentazione della realtà è uno strumento di comprensione attiva e passiva della realtà stessa. 
Di fronte a tale assunto, diviene dunque urgente comprendere quali siano i simboli della nostra realtà, e se tali simboli aiutino realmente le persone nella costituzione di una visione personale del mondo. 

La bandiera palestinese un simbolo che racchiude molteplici significati 

Le immagini delle nostre piazze gremite da persone che indossano la bandiera palestinese non possono essere semplicemente rubricate come un fatto di cronaca. Per molti, infatti, scendere in piazza con la bandiera della Palestina non ha significato scendere in piazza a difesa di quello specifico Stato (come viene riconosciuto in numerosissime nazioni). Per molti quella bandiera è divenuta lo strumento attraverso il quale dichiararsi contrari ad una serie di “significati” molto diversi tra loro. C’è chi infatti protesta contro la condotta militare adottata da Netanyahu; chi contesta la legittimità di uno Stato Israeliano in quell’area; chi protesta contro i “crimini di guerra”; chi protesta contro un sistema economico e politico globale che a fronte di una serie di accordi e di regolamenti non è intervenuto per fare in modo che tali accordi venissero rispettati; c’è chi invece ha indossato la bandiera della Palestina inorridito dallo spettacolo dei bambini uccisi; c’è chi invece è inorridito dalla guerra. 
Certo, il risultato è più o meno lo stesso. Ma solo fino ad un certo punto. 

Il simbolo come strumento per favorire la comprensione del mondo 

Questa promiscuità di significati induce ad un’altra riflessione, legata soprattutto alla capacità della nostra società di produrre dei simboli che siano in grado di sintetizzare una visione del mondo e favorirne la comprensione. 
Nell’era della quantità degli stimoli sensoriali, l’identificazione di un simbolo diviene quasi esercizio di stile, pur essendo l’identificazione dei simboli stata centrale all’interno della storia umana. 
L’assenza di simboli, nei quali identificarsi o dai quali prendere le distanze, di significanti e significati puntuali per cui valga la pena lottare o che invece valga la pena combattere, rappresentano uno strumento importantissimo di definizione dell’identità. 
L’arte, che da sempre l’essere umano ha identificato come strumento primordiale della creazione simbolica, ha nel tempo perso interesse e contatto con tale funzione, per scelta, per isolamento sociale dalla collettività, per catena di creazione del valore. 

Il simbolo: un elemento a cui aderire per favorire un dibattito costruttivo 

In un momento storico così complesso, la capacità degli esseri umani di saper identificare dei simboli collettivi è importante, soprattutto per dimostrare di aver appreso la lezione del Novecento. Il simbolo, il contenuto, sono elementi cui aderire per favorire il dibattito, per innescare un confronto. Non dogmi. Non slogan. Non opinioni che potrebbero essere costruite ed espresse meglio con intelligenze artificiali. 
È importante ricordare che la rappresentazione del mondo ha una funzione evolutiva per la nostra specie, e non è semplicemente un ozio. È la capacità di costruire una visione del mondo, e in tale visione, avere anche una visione del proprio posto nel mondo. 
Che può essere quello sbagliato. Ma che è quello che abbiamo scelto. 

Stefano Monti 

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Stefano Monti

Stefano Monti

Stefano Monti, partner Monti&Taft, è attivo in Italia e all’estero nelle attività di management, advisoring, sviluppo e posizionamento strategico, creazione di business model, consulenza economica e finanziaria, analisi di impatti economici e creazione di network di investimento. Da più di…

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